Non esistono dati certi: secondo un report dell’Istituto Superiore di Sanità la stima d’incidenza in Italia è pari a 1,2 su 1.000 nati vivi: circa 8 neonati su 100 sono esposti all’assunzione di alcol durante la vita intrauterina.
Si terrà a Bari il prossimo venerdì, presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico a partire dalle 9:30, il convegno internazionale “FASD: A New Step Towards a Multidisciplinary Approach” che offrirà un’analisi approfondita e multidisciplinare delle diverse prospettive di interesse medico-legale relative alla Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD), che riguarda l’uso e l’abuso di alcol durante la gravidanza e gli effetti determinati sul feto. Il titolo dell’evento, patrocinato dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA), è anche il nome del progetto di ricerca risultato vincitore del finanziamento promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca – PRIN (Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) che vede come responsabile scientifico del progetto la prof.ssa Monica Salerno della Cattedra di Medicina Legale dell’Università di Catania, capofila insieme all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” con il prof. Marco Carotenuto dell’U.O. di Neuropsichiatria Infantile e la Cattedra di Medicina Legale dell’Università di Bari “Aldo Moro” con il prof. Davide Ferorelli.
“Molti paesi, inclusa l’Italia, non hanno a disposizione dati concordanti sulla reale prevalenza della sindrome – evidenzia la prof.ssa Salerno -, e una reale stima della diffusione di tale patologia nel mondo non è stata ancora effettuata. Le ragioni di questa lacuna sono molte: c’è una scarsa conoscenza delle problematiche alcool correlate. In molti paesi la FASD è scarsamente nota in ambito medico, questo porta a sottostimare il problema e a non identificare i soggetti affetti. È dunque una patologia considerata ‘invisibile’: è presente molto più di quanto si pensi ma è poco conosciuta e raramente diagnosticata, tanto che alcuni studi evidenziano che gli operatori sociosanitari in Italia non siano ancora sufficientemente formati sulla sindrome, sia per quanto riguarda la prevenzione dei comportamenti a rischio, sia nella formulazione di una diagnosi precoce e di un trattamento mirato“.
Nel corso del convegno, presieduto dal professore Davide Ferorelli, al quale contribuiranno relatori di primo piano, tra cui il presidente SIMLA prof. Francesco Introna, saranno presentate le progettualità del PRIN, illustrandone obiettivi e metodologie di ricerca. In primo piano anche l’esplorazione delle più recenti scoperte scientifiche sulla FASD e le numerose implicazioni medico-legali correlate secondo una prospettiva multidisciplinare.
“Il focus per affrontare la FASD – dichiara la professoressa – è necessariamente la prevenzione finalizzata ad aumentare la consapevolezza dei rischi alcool-correlati nelle gestanti e negli operatori sanitari, ma anche mirata ad una sensibilizzazione socio-culturale rispetto all’uso delle bevande alcoliche, soprattutto da parte dei giovanissimi“.
Il convegno è organizzato dai tre Atenei Italiani coinvolti nel progetto PRIN (Università degli Studi di Catania, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” ed Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), in collaborazione con realtà accademiche internazionali (Kazan Federal University, Northumbria University of Newcastle ed University of Hong Kong).