abolire la centralizzazione del turismo a Napoli e restituire autonomia agli Enti Provinciali per il Turismo (EPT) e alle Aziende di Soggiorno, oggi marginalizzati da una gestione regionale che ha lasciato indietro le aree interne e costiere.
1. Perché serve un cambiamento
La legge attuale, voluta da Caldoro nel 2014 e proseguita da De Luca, ha soppresso gli EPT e le Aziende di Soggiorno, creando un’unica Agenzia Regionale per la Promozione Turistica con sede a Napoli. Questo ha portato a:
– Squilibri territoriali: le province come Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, ma anche mete turistiche come Amalfi, Sorrento e Ischia, hanno perso la capacità di promuoversi in modo autonomo.
– Burocratizzazione: la gestione centralizzata rallenta i processi e non risponde alle esigenze specifiche dei territori.
– Perdita di identità locale: le Aziende di Soggiorno, che conoscevano perfettamente le peculiarità dei loro territori, sono state assorbite da una struttura lontana dalle realtà locali .
2. Turismo diffuso e gestione condivisa
La Campania è la *seconda regione d’Italia per patrimonio culturale e turistico*, dopo la Sicilia. Non possiamo permettere che tutto sia gestito da un unico ente centrale. Va proposto:
✅ Ripristino degli EPT in tutte e cinque le province (Napoli, Salerno, Avellino, Benevento, Caserta), con finanziamenti adeguati per promuovere i loro territori.
✅ Rilancio delle Aziende di Soggiorno, fondamentali per valorizzare destinazioni come la Costiera Amalfitana, Capri, Ischia e il Cilento, oggi penalizzate dalla centralizzazione.
✅ Maggiore autonomia decisionale, permettendo a ogni territorio di sviluppare strategie turistiche basate sulle proprie eccellenze (enogastronomia, archeologia, turismo balneare).
✅ Coordinamento regionale leggero, che supporti invece di sostituirsi alle realtà locali, garantendo una regia unitaria ma non soffocante.
3. Un turismo che sia opportunità per tutti
il turismo non sia solo Napoli, ma anche:
– I siti archeologici dell’entroterra (Benevento, Avellino)
– Le coste meno conosciute (Cilento, Baia Domizia)
– I borghi storici (Ravello, Anacapri, Sant’Agata dei Goti)
– Il turismo rurale ed esperienziale (Irpinia, Sannio)
Oggi, invece, molti di questi luoghi sono tagliati fuori dalle politiche turistiche regionali, con danni economici e occupazionali.
4. Cambiamento
– Presentare un disegno di legge per ridare potere agli EPT e alle Aziende di Soggiorno.
– Ridistribuire i fondi turistici in modo equo, garantendo che ogni provincia abbia risorse per promuoversi.
– Creare una rete digitale integrata, dove i dati turistici (come quelli del Rilevatore Turistico Regionale) siano condivisi ma non gestiti solo da Napoli.
È essenziale lavorare per un modello turistico che valorizzi ogni angolo della Campania, assicurando che tutte le aree, dalle più centrali alle periferiche, possano beneficiare in modo equo delle opportunità offerte dal settore. La creazione di un sistema di promozione condiviso contribuirà a rafforzare l’intero tessuto socio-economico regionale.