Ha destato particolare clamore la recente iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario di Andrea Sempio, che in passato già era stato attenzionato dagli investigatori per l’omicidio del 2007 nel quale a Garlasco fu uccisa la giovane Chiara Poggi.
Le ragioni di detto clamore derivano sia dal fatto che per tale delitto è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione Alberto Stasi, fidanzato della vittima, sia perché tale iscrizione è avvenuta a 18 anni dall’evento criminoso, quando lo Stasi ha già espiato buona parte della pena. La ragione per la quale la Procura di Pavia ha deciso di indagare Sempio, amico del fratello di Chiara, risiede nel ritrovamento sulle unghie della vittima del DNA del predetto.
Ma, ci si potrebbe chiedere, come mai salta fuori solo dopo 18 anni che il DNA di Sempio sia stato ritrovato sulle unghie della povera Chiara? In realtà già tra il 2016 e il 2017 vi era stato un tentativo della difesa di Stasi di far indagare Sempio. All’epoca i familiari di Alberto Stasi ingaggiarono dei detective per prelevare a sua insaputa del materiale genetico al fine di confrontarlo con quello ritrovato sulle unghie di Chiara. All’uopo i detective, dopo averlo pedinato, prelevarono il suo DNA da una tazzina di caffè dalla quale aveva bevuto.
Ma nel 2017 i genetisti incaricati dalla Procura e dunque la Procura stessa ritennero che la parziale compatibilità tra il DNA di Sempio e quello ritrovato sulle unghie della vittima fosse al di sotto della soglia minima di compatibilità che all’epoca si considerava affinchè si potesse considerare una prova o comunque un indizio. Ma in questi 8 anni trascorsi da quella valutazione, la genetica applicata alla individuazione di soggetti responsabili di delitti ha fatto passi in avanti ed è giunta alla conclusione acclarata e riconosciuta che oggi quella parziale compatibilità ritrovata nel 2016 possa essere considerata dalla giustizia una compatibilità sufficiente ad affermare senza dubbio che il DNA ritrovato sulle unghie di Chiara fosse quello di Andrea Sempio.
In parole povere, la casistica di casi giudiziari nel mondo verificatisi negli ultimi otto anni ha consentito ai genetisti ed agli operatori del diritto di sancire oggi che quando si trova sulla vittima materiale genetico di altro soggetto compatibile, in quella misura, col DNA di detto soggetto, tale materiale appartiene sicuramente a questa persona.
Però la oramai acclarata presenza di materiale genetico del Sempio sulle unghie di Chiara (la Procura nei giorni scorsi ha prelevato il DNA a Sempio) non significa con certezza che l’amico del fratello di Chiara abbia trasmesso il proprio DNA a Chiara in maniera diretta. Anzi, per la scarsa quantità di DNA ritrovato, molti genetisti sono del parere che tale DNA sia stato più verosimilmente trasferito in maniera indiretta. Andrea Sempio frequentava casa Poggi perché, come detto, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara. Nove giorni prima del delitto era stato a casa Poggi ed aveva giocato ai videogiochi con Marco utilizzando il computer in uso alla stessa Chiara, la quale a sua volta aveva utilizzato il computer nei giorni successivi e anche in quello del delitto. Quindi non si può escludere del tutto che il DNA di Sempio sulle unghie di Chiara possa essere stato trasferito in maniera indiretta tramite la tastiera del computer.
Analoghe ipotesi, in considerazione della frequentazione della casa da parte del Sempio, può essere proposta dalla difesa dell’indagato per il comune uso di un asciugamano o di una maniglia di una porta. Pertanto, in assenza di nuovi e diversi indizi, che dovranno essere precisi e concordanti, difficilmente Andrea Sempio andrà a processo, trovando il proscioglimento al termine della fase istruttoria.
Ricordiamo che Sempio, allo stato, è indagato per concorso in omicidio volontario con Stasi o con altri soggetti. Per quanto concerne l’esatta ubicazione del DNA di Sempio, ovvero se sotto o sopra le unghie di Chiara, non si ha la possibilità di stabilirlo, in quanto la ricerca del DNA è stata compiuta mediante l’immersione delle unghie di Chiara all’interno di una provetta con del liquido speciale. I risultati sulla presenza o meno di DNA derivano dall’analisi di detto liquido, dunque non è possibile sapere se il DNA di Sempio fosse sopra o sotto le unghie della giovane.
In tutto questo bailamme di ipotesi e possibilità giudiziarie, il pensiero invece non può non andare ai familiari della povera Chiara, i quali, per quanto il dolore per la drammatica perdita di una giovane figlia non possa mai attenuarsi, vedono ora riaprirsi laceranti ferite dopo che a seguito della condanna in via definitiva di Alberto Stasi, ritenevano che le circostanze nelle quali fosse morta la loro figliola fossero state definitivamente chiarite e che l’unico colpevole fosse stato giustamente ed indiscutibilmente condannato.