Nel panorama della narrativa contemporanea, dove le relazioni umane si intrecciano con la memoria e il tempo, emergono voci capaci di raccontare con autenticità le dinamiche dell’amicizia e della crescita personale. Tra queste, Laura Girini si distingue con il suo primo romanzo, Luna, un’opera che esplora il legame tra due giovani donne lungo un arco temporale di dieci anni.
Autrice e Giornalista pubblicista, Laura vive tra Roma e le Marche e ha maturato un’esperienza nel mondo della comunicazione e dell’editoria, collaborando come editor freelance con diverse case editrici. Con il suo esordio letterario, ci invita a riflettere su quanto il passato influenzi il nostro presente e su come le relazioni possano evolvere, talvolta in modo imprevedibile.
In questa intervista, ci addentreremo nel processo creativo di Luna, scoprendo le ispirazioni dell’autrice, le sfide affrontate nella scrittura e il messaggio che spera di trasmettere ai lettori. Un dialogo intenso e appassionato, che ci permetterà di conoscere da vicino l’universo narrativo di Laura Girini.
D- Qual è stata l’ispirazione principale per la creazione di “Luna”? Ci sono esperienze personali o eventi che hanno influenzato la trama e i personaggi?
Era da parecchio tempo che pensavo di scrivere una storia d’amicizia, ma la vera ispirazione è arrivata circa due anni fa, durante un inverno in cui mi sentivo particolarmente sola. Il pensiero mi tornava spesso al periodo della vita in cui i miei rapporti d’amicizia erano stati così forti e totalizzanti da quasi farmi credere che la solitudine non mi avrebbe mai raggiunta: l’adolescenza. In quella fase non sei né bambino né adulto e, di solito, gli amici e le amiche diventano il centro delle tue giornate. Quegli anni hanno di certo ispirato la parte iniziale del romanzo.
D- Nel romanzo si esplorano temi come l’amicizia, la crescita e la nostalgia. Come hai sviluppato questi temi e quale messaggio speri di trasmettere ai lettori?
Luna racconta l’amicizia tra due giovani donne in un arco temporale molto lungo, dieci anni. Il loro rapporto attraversa diverse fasi, allo stesso modo il loro giudizio l’una nei confronti dell’altra, soprattutto in base al periodo della vita che stanno attraversando. A volte, il loro incontro genera nostalgia, altre volte rabbia, altre ancora gioia. Ciò che spero arrivi ai lettori è l’idea che la nostra visione del passato è fortemente influenzata dal presente. In modo naturale, oggi ci mettiamo a confronto con le nostre versioni di qualche anno fa. Per le protagoniste crescere significa accettare il passato e fare i conti con il presente e la forma che hanno assunto non solo loro stesse da adulte, ma anche la loro amicizia.
D- Emma e Luna prendono strade diverse durante la loro crescita. Come hai lavorato per rendere credibile l’evoluzione dei loro personaggi nel corso del tempo?
Forse sarà banale, ma ho cercato di ispirarmi quanto più possibile alle esperienze vissute da me e dalle persone che conosco. Guardandomi intorno, ho capito che a scuotere un rapporto solido possono essere i più svariati motivi, come un trasferimento, un nuovo lavoro, gli interessi, una relazione, delle amicizie. Tuttavia, trovo che non ci sia sempre e solo una causa scatenante dietro alla rottura di un legame, ma che influisca anche la consapevolezza con cui si vivono certi cambiamenti. Nell’amicizia del romanzo, l’evoluzione delle protagoniste coincide con la crescita vera e propria (da adolescenti passano all’età adulta) e si confrontano proprio mentre scelgono “cosa vogliono fare da grandi”. Scopriranno così per la prima volta di avere aspirazioni opposte e che, nonostante abbiano un’amicizia tanto forte, la loro natura le porterà a vivere in modo profondamente diverso. Come accade spesso, però, nessuna delle due riesce a esprimere a parole ciò che succede e, pur accorgendosi di entrare in una nuova fase della loro amicizia, si limitano a vivere e sperare che non arrivi mai uno scontro, finendo per allontanarsi. Credo che sia questo a rendere realistica la storia: quanti di noi si sono ritrovati a dire, anni dopo aver chiuso un’amicizia, “non so nemmeno perché abbiamo smesso di vederci”?
D- In che modo la relazione tra Emma e Luna riflette le dinamiche di amicizia che si possono osservare nella vita reale? Hai tratto spunti da relazioni che hai vissuto o osservato?
Certo, come già detto, ho tratto spunto dal modo in cui io e le persone che ho attorno abbiamo vissuto l’amicizia fin dall’infanzia. Nel romanzo ci sono episodi presi qua e là dalla vita vera, ovviamente romanzati, come per esempio la scena in cui le protagoniste si incontrano per la prima volta. Succede per caso, alle elementari, e proprio come è accaduto a tante persone che si sono piaciute quando erano solo delle bambine o dei bambini, poi hanno portato avanti quel legame crescendo, senza un motivo preciso, solo per istinto. Negli anni, può accadere che la solidità di queste amicizie venga però messa in discussione.
D- Il romanzo si svolge su un arco temporale di dieci anni. Quali sfide hai affrontato nel gestire il passaggio del tempo e come hai cercato di mantenere l’interesse del lettore attraverso queste transizioni?
Prima di iniziare la stesura, ho cercato di costruire una scaletta temporale e di elencare i vari modi in cui volevo far emergere l’epoca della storia. Essendo un romanzo incentrato sulle relazioni, alla fine ho deciso che sarebbero stati soprattutto i mezzi di comunicazione del periodo a scandire il tempo. All’inizio i protagonisti si mandano degli sms, si fanno gli squilli sui vecchi Nokia o chattano su MSN, e sono tutti elementi che riportanoagli anni tra il 2000 e il 2010. Poi passa del tempo e arrivano i primi Social Network, gli smartphone e le chat sul telefono. In più, ho voluto utilizzare anche la musica, inserendo qua e là delle canzoni popolari del periodo di riferimento. Piuttosto che dire esplicitamente in quale anno è ambientata la scena, ho preferito lasciare dettagli sparsi e abituare il lettore a cercare da sé gli indizi.
D- Come ha influenzato il contesto delle Marche e di Roma la narrazione e l’atmosfera del romanzo? Puoi descrivere come i luoghi abbiano contribuito alla storia?
Una delle protagoniste, a un certo punto, decide di lasciare la cittadina di mare in cui è cresciuta per andare a studiare in una grande città. Questa è forse la parte più autobiografica del libro, perché anche io me ne sono andata molto presto dal mio piccolo paese di origine per provare “la città”. Detto ciò, credo sia un’esperienza universale, che vivono tutte le persone che scelgono di andare altrove. Ci sono delle sensazioni, dei paradossi e delle nostalgie comuni nella vita di chi sceglie di andare via, e questo nella vicenda del personaggio che si trasferisce ritorna. All’opposto, l’altra protagonista rimane nel luogo in cui è cresciuta, ma ha un percorso che in qualche modo la porterà comunque altrove, pur rimanendo fisicamente dov’è sempre stata. Non mi interessava parlare di differenze tra provincia e città, ma più che altro di “luoghi mentali”, di fasi della vita che possono essere o non essere associate a luoghi fisici e renderti lontano o vicino dalle persone più importanti a prescindere da dove effettivamente ci si trovi.
D- La relazione segreta tra Luna e Alessandro introduce elementi di tensione. Come hai bilanciato la suspense con lo sviluppo emotivo delle protagoniste?
Definisco sempre il personaggio di Alessandro con una sola parola: disturbante. Il suo ruolo nel romanzo è proprio quello di disturbare qualsiasi altro rapporto. La tensione che ne consegue non è solo legata alla relazione amorosa, anzi, va a scuotere soprattutto il rapporto fra le protagoniste, ma anche quello che loro, da singole, hanno con le proprie famiglie e i personaggi collaterali. Attraverso Alessandro, Luna restituisce al mondo una nuova versione di sé che è inedita persino ai suoi stessi occhi, figuriamoci a tutti gli altri. Ed è per questo che anche la sua amica più stretta, Emma, a mano a mano che la nuova veste di Luna prende forma, si ritrova a fare i conti con i limiti della loro amicizia. Immagino che lo sviluppo emotivo di entrambe abbia inizio dopo l’entrata in scena di Alessandro.
D- Il recupero dei ricordi gioca un ruolo chiave nel romanzo. Qual è la tua opinione sul potere dei ricordi nel plasmare le relazioni e le identità?
È vero, sin dall’incipit i ricordi sono parte integrante della storia. In generale, credo che il loro potere possa essere enorme, se li utilizziamo per analizzare il presente. Richiamare alcuni ricordi può spingere a riflettere sulle proprie versioni di sé negli anni. Le protagoniste del romanzo fanno proprio questo, capiscono che pensieri e giudizi di quando avevano vent’anni non sono gli stessi di quando ne hanno venticinque, trenta, e così via. Solo così arrivano ad accettare le persone che sono diventate e, se qualcosa della loro vita non le convince, provano a cambiarla. Funziona più o meno allo stesso modo quando si confrontano con gli altri.
D- Che tipo di messaggi o riflessioni speri di trasmettere ai giovani lettori che si trovano ad affrontare situazioni simili a quelle delle protagoniste?
Spero che emerga un messaggio di speranza. Nei loro momenti più bui, Emma e Luna si sentono sole, abbandonate, incomprese perché associano la loro felicità solo a pochi elementi, come a una persona che le delude, a una questione economica oppure a una mancanza. Così facendo perdono di vista il quadro generale, ciò che hanno davvero e di cui dovrebbero essere grate. Nel romanzo sono soprattutto le persone care, la rete di relazioni positive che esiste intorno alle ragazze a prescindere dalle difficoltà, e che giunge sempre in aiuto. La loro crescita sta anche nel riconoscere queste parti positive. Ecco, mi auguro che chiunque legga il romanzo finisca con l’aver voglia di focalizzarsi di più su ciò ha e sul vivere in pace con sé, piuttosto che sugli aspetti più negativi della vita.
D- Dopo “Luna”, quali sono i tuoi progetti futuri come scrittrice? Ti stai già dedicando a un nuovo romanzo o a un altro progetto letterario?
Al momento non ho un progetto vero e proprio, né sto lavorando attivamente a un altro romanzo. Ammetto però di avere parecchi plot in testa e mi piacerebbe provare a scrivere un’altra storia che abbia al centro le relazioni fra le persone e i meccanismi non evidenti che portano avanti (o interrompono) certi legami. Ma devo ancora mettere in ordine le idee, meditarci su, è presto.
D- Puoi parlarci del tuo processo di scrittura? Come hai affrontato le sfide creative durante la stesura di “Luna”?
Il romanzo è nato dall’episodio che poi è diventato l’ultimo capitolo. In sostanza, avevo scritto una sorta di racconto breve sull’incontro tra due donne che erano amiche sin dall’infanzia. Da quella scena, sono andata a ritroso e ho costruito il loro passato insieme, le loro storie singolarmente, gli altri personaggi e così via. Il libro è nato con l’idea di avere una sola protagonista, Luna, poi però nella stesura mi sono accorta che la sua storia non poteva essere raccontata senza dare spessore a tutte le persone che la circondavano. Quindi, in realtà, ciò che gravita intorno a Luna ha ricevuto tanta attenzione quanto lei stessa, ed è stata una sfida riuscire a dare il giusto spazio a ogni personaggio o fase di cui volevo scrivere. Durante la stesura il rischio di strafare o non fare abbastanza era sempre dietro l’angolo.
D- Come vedi il mondo dell’editoria e della scrittura oggi? Ci sono cambiamenti che ti entusiasmano o che ti preoccupano?
Credo che la letteratura, come tutte le arti, rispecchi il tempo in cui viviamo. Per questa ragione oggi possono esserci pubblicazioni più o meno interessanti, soprattutto se a influire sono le logiche del marketing. È normale che sia così. Nel mondo indipendente, però, noto spesso un fermento e una voglia di esprimersi di autrici e autori, di ogni età o provenienza, che mi ispira e spinge a volerli scoprire, leggere, sostenere.Quindi, sì, finché ci saranno voci che avranno voglia di raccontare storie autentiche e case editrici che permetteranno loro di farlo, il mio entusiasmo prevarrà.
TRAMA DEL ROMANZO LUNA
A giugno Emma deve affrontare l’esame di maturità, mentre la sua amica Luna, che è stata bocciata, inizia a lavorare in un bar. Qui conosce Alessandro Oresti, un borghese sulla quarantina con cui intraprende una relazione segreta. Più la loro storia si fa seria, più l’amicizia ne risente, così con la fine dell’estate le vite delle due ragazze prendono strade diverse. Sarà il tempo a richiamare in entrambe il ricordo del loro legame. Una voce di paese, un oggetto dimenticato o un incrocio fortuito fanno riemergere i ricordi di un’amicizia sfumata che ha segnato la vita delle protagoniste. Solo dieci anni più tardi Luna ed Emma avranno la possibilità di confrontarsi sul loro passato e, forse, di tornare quelle di un tempo.