La bellezza come terapia dell’anima. Suggerisce questo antidoto il libro di Francesca Ragone, presentato di recente nel caffè letterario allestito nel carcere di Fuorni dalla sezione della scuola alberghiera, presieduto da Ornella Pellegrino.
L’autrice è il ritratto del suo lavoro: bellezza, simpatia, fascino e sensibilità sono il mix vincente di Francesca, lookmaker e founder di Beyouty, brand che valorizza la bellezza delle persone attraverso la loro immagine. Specializzata in total look sposa, l’autrice di questo prezioso manuale ci racconta dieci pezzi di vita che rappresentano dieci donne.
«Dieci esperienze che hanno riempito, con rispetto e amore, la mia esistenza in questi anni», confida la scrittrice, che ha trasmesso emozioni e lacrime tra le studentesse detenute. Come rivelano le domande rivolte a Francesca, che riportiamo integralmente ringraziando di cuore l’equipe del Virtuoso, che ha organizzato gli eventi con il supporto dell’associazione culturale Scriptorium, presieduta dalla giornalista Luciana Mauro, presente a tutti i caffè letterari e partecipe dell’encomiabile iniziativa.
Grazie a:
- dott.ssa Gabriella Niccoli – direttrice carcere di Fuorni
- dr.ssa Ornella Pellegrino – dirigente scolastico Ipseoa R. Virtuoso sede carceraria
- prof. Claudio Napoli – responsabile sede carceraria
- dott.ssa Monica Innamorato – responsabile area trattamentale
- prof.ssa Lia Trimarchi – art director dei Caffè Letterari in carcere
- proff.ri Veronica Pellino e Giovanni Gaudiano
Un incontro che ha lasciato il segno, quello con Francesca Ragone. Il suo libro Cuore in ascolto, attraverso parole intrise di empatia e autenticità, ha aperto varchi nelle coscienze e nelle emozioni di chi l’ha letto, risvegliando ricordi, pensieri e desideri di riscatto. Il Caffè Letterario nel carcere di Fuorni si è trasformato così in uno spazio di riflessione profonda, dove la bellezza non è solo estetica, ma forza interiore, possibilità di rinascita. E sono proprio le voci delle detenute, sincere e toccanti, a testimoniare quanto questo incontro sia stato importante per loro.
Lettere delle detenute
Tra le righe del suo bellissimo libro “cuore in ascolto“ mi ha colpito in particolar modo un verso che ci terrei a citare: “non è scontato che qualcuno ti faccia entrare nella sua vita, permettendoti di ascoltare i suoi desideri e, soprattutto le sue debolezze. Anche se molto spesso è più semplice aprirsi con chi conosci da poco ma che senti disponibile all’ascolto piuttosto che con persone che frequenti da una vita paura del giudizio, di essere sminuiti o di perdere la stima e di chiamiamo: sono pensieri che, come mattoni, si impilano uno sull’altro, costruendo un muro che ci chiude, isolandoci dagli altri ma anche da noi stessi”.
Non le nascondo che è capitato anche a me di rinchiudermi nei miei pensieri e costruire un muro a cui ho lavorato tanto per farlo cadere e forse tutt’oggi c’è ancora qualche residuo se mi guardo in profondità nell’anima. Il lavoro è proprio quello di liberare l’anima delle persone che, Chi per un motivo, chi per un altro, hanno avuto esperienze non del tutto serene, ma che col suo intervento si sono liberate dall’angoscia e la paura che le accomunano. Ammiro la sua capacità ma lei come si è mai rapportata con questa esperienza riflessa nello specchio?
Fortuna
Saper ascoltare è un dono. L’ascolto si può definire un dono importantissimo, immisurabile. Se in un qualsiasi momento di bisogno hai chi ti ascolta hai ricevuto un grande aiuto a tal proposito vorrei recitare un pensiero di Victor Hugo che sostiene… Quando una donna ti sta parlando, ascolta quello che dice con i suoi occhi tre… Considerando questa affermazione Dottoressa Ragone, le volevo chiedere quanto ha inciso nel suo universo scomparire di fronte a tante espressività?
Cara Francesca, mi rivolgo ad un’amica di lettura che con il suo libro ha inciso in alcune frasi, mi ha dato la possibilità di riscatto nell’accrescere una parte di me che aveva perso la stima. Questi sono i versi: si deve un po’ morire per poter vivere questa è la rinascita della fenice.
Dicono che una mancata risposta sia già una risposta e con il cuore colmo di gratitudine. La ringrazio per il dono che ci ha fatto.
Alessandra
Prendendo spunto da una frase di Coco Chanel che dice: “la bellezza comincia nel momento in cui dici di essere te stessa.“ Lei cosa pensa di questa riflessione?
Khadija
Quando ho iniziato a leggere questo libro mi ha colpito l’introduzione, ha iniziato a sentire Apelle il dolore e la gioia degli altri, ho intuito che il mio fosse un cuore in ascolto. Proprio per questo è nato B……. Per l’emergenza di aiutarmi ad aiutare. Vorrei leggere la mia esperienza e formulare la mia domanda alla fine.
Questa lettera Adriana, cuore violento mi fa rivivere svariati momenti accaduti sin dalla mia adolescenza. Fin da ragazzina, mi appartenuta la sindrome da infermierina, legandomi e accecandomi di questi amori malati ricchi di violenza, umiliazioni e passione affiancandomi a queste persone da salvare non capendo che dovevo prima salvare me stessa. È una catena di eventi che ha formato la mia vita che ha fatto parte della maggior parte delle mie relazioni a azionando un meccanismo che si è incastrato nella mia mente e nella mia quotidianità. Guardando quegli occhi dell’amore e perdendo la lucidità, non riuscivo a captare l’impatto negativo che queste relazioni avessero sulla mia crescita, influenzandola in modo negativo.
I rapporti con la mia famiglia con amici e persone che mi volevano bene, andando sempre più ad intaccare la mia autostima l’amore verso me stessa e mi porta ancora il dolore che deturpa il mio corpo. Ci sono stati momenti in cui mi sono messa davvero da parte, annullandomi per l’altro che credevo mi amasse ma ad oggi che ho 35 anni so che non è così perché razionalmente ho preso coscienza ma non sempre riesco a staccare pure in mente e continua a ricaderci. Hanno inciso sulle mie scelte di vita che sono state sbagliate ma in quei momenti giusti per me per piacere dell’altra persona. Mi autoconvincevo giorno dopo giorno che le cose sarebbero cambiate accantonando i momenti oscuri e proiettandomi solo su quei piccoli momenti belli che coprivano le lacrime versate macchie ad oggi, vedendo distaccata questo vissuto, mi rendo conto di essere stata debole. Debole per non avermi voluta bene.
Volevo chiederle, cos’è che prova lei, quando ascolterà conti di questi cuori?
Carmen
Nel testo cuore in ascolto mi rivolgo a voi Dottoressa Ragone, con il cuore colmo di riconoscenza per avermi dato l’opportunità di leggermi tra le righe delle varie storie proposte e a tal proposito la ringrazio e mi racconto:
Per tanto tempo mi sono trascurata rinchiudendomi in quel buio che mi dava conforto gli specchi erano quel mondo che non volevo vedere e farmi vedere perché lui mi metteva davanti a ciò che non volevo vedere dentro e fuori. L’unico spiraglio di luce che vedevo erano i miei figli Ascoltare la loro voce e sentirmi utile per loro e per chi non lo meritava con il pensiero che potesse cambiare, che potesse diventare ciò che avevo sempre sognato: un marito premuroso, un padre presente e amorevole; ma in realtà ogni giorno era sempre peggio del denigrarmi e farmi sentire un rifiuto. Quante volte ho pensato di farla finita ma poi una vocina mi faceva ritornare in me la vocina di uno dei miei figli che mi chiedeva di giocare o di preparargli qualcosa di buono. Sembrava strano ma è così io sono rinata nello stesso giorno che mi hanno arrestata mi sono sentita libera ed ho iniziato a rivedermi di nuovo a quando avevo 18 anni, a quando ero felice, allegra, spensierata e orgogliosa di essere donna. L’unica cosa bella di questo amore malato sono i miei quattro gioielli che sono l’unica ragione della mia vita, la mia forza la mia gioia e gli unici che ci saranno per sempre, come io ci sarò per sempre per loro e per loro sarà il mio ultimo respiro. Adesso non mi nascondo più dagli specchi, ma voglio vedere la mia immagine riflettere la mia vera bellezza che da tante sofferenze mancanze o reazioni negazioni e risorta come una fenice, pronta a lottare per conquistare tutto ciò che mi è stato negato.
Domanda: Dottoressa Ragone, a voi rivolgo questa domanda perché ad un certo punto della sua vita ha sentito forte la necessità di uscire dalla sua vita per analizzare riflettere e soprattutto ascoltare gli altri… I cuori degli altri?
Monica