Dopo il grande riscontro ottenuto con l’intervista esclusiva al prof. Romano Prodi, primo appuntamento della nostra seconda stagione della nostra rubrica QuasInterviste, abbiamo avuto il privilegio di ospitare il prof. Carlo Cottarelli, economista di fama internazionale.
Nel corso della intervista odierna, il professor Carlo Cottarelli ha delineato con estrema chiarezza le criticità economiche italiane e le possibili soluzioni per rilanciare il Paese. Tra i temi centrali affrontati, emergono la bassa crescita economica, la sostenibilità del debito pubblico e le riforme necessarie per rendere l’Italia più competitiva.
Crescita e debito: il nodo degli investimenti
Secondo Cottarelli, il problema principale dell’Italia negli ultimi 25 anni è stata la stagnazione della produttività. La crescita economica debole compromette la sostenibilità del debito pubblico, che richiederebbe un tasso di crescita stabile intorno al 2% annuo. La soluzione risiede negli investimenti, declinati in tre forme: capitale pubblico, capitale privato e capitale umano (istruzione e ricerca). Tuttavia, il Paese ha investito poco, frenato da tre ostacoli strutturali:
- Pressione fiscale elevata e complessa – L’alto livello di tassazione e la sua farraginosità scoraggiano gli investimenti.
- Eccesso di burocrazia – Lente procedure amministrative rendono difficile l’avvio e la gestione di imprese.
- Giustizia lenta – Ritardi nei processi ostacolano il clima economico e la fiducia degli investitori.
La riforma della Pubblica Amministrazione: una priorità politica
Cottarelli individua nella riforma della Pubblica Amministrazione il cardine per sbloccare la crescita. Questa si articola in due aspetti:
- Semplificazione normativa – Riduzione degli enti coinvolti nei processi autorizzativi e revisione della regolamentazione.
- Miglior gestione del personale – Formazione, misurazione dei risultati e premi per il merito.
Tuttavia, il professore si mostra scettico sull’effettiva volontà politica di attuare queste riforme. Una recente proposta legislativa del governo è passata quasi inosservata, segnale di scarso impegno istituzionale. Senza un forte impulso da parte del Presidente del Consiglio, destinare risorse alla semplificazione burocratica rimarrà una riforma incompiuta.
Dazi USA e difesa europea: la fragilità dell’Unione
Sul fronte internazionale, Cottarelli sottolinea la necessità per l’Europa di adottare un approccio fermo, ma aperto al dialogo, nei confronti dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Rispondere colpo su colpo, ma mantenere la porta della negoziazione aperta, è la strategia più efficace per evitare una guerra commerciale.
Per quanto riguarda il nuovo piano europeo da 800 miliardi per la difesa comune, l’economista esprime perplessità. Più che un passo verso una vera difesa unificata, il piano sembra uno stratagemma per aggirare i vincoli di spesa del Patto di Stabilità. L’Europa, secondo Cottarelli, resta frammentata e priva di un’effettiva capacità di agire come un blocco unico, proprio come l’Italia dei comuni medievali.
Salari e inflazione: la produttività come chiave di crescita
Infine, Cottarelli affronta il tema della protezione del potere d’acquisto dei salari. Se nel breve termine i lavoratori stanno recuperando terreno dopo l’inflazione del 2021-22, nel lungo periodo la vera soluzione è far crescere la produttività. La reintroduzione della scala mobile, proposta da alcuni, sarebbe un palliativo che rischia di generare una spirale inflazionistica senza risolvere le cause strutturali del problema.
L’intervista al Professor Cottarelli mette in luce un quadro economico italiano complesso, segnato da sfide strutturali e politiche. La chiave per uscire dall’impasse è un’azione politica determinata e focalizzata sulle riforme essenziali: semplificazione amministrativa, investimenti in produttività e una maggiore coesione europea. Tuttavia, senza una forte volontà politica, il rischio è che queste restino solo buone intenzioni su carta.