Stroncatura – Significato ed etimologia – Vocabolario on line Treccani
s. f. [der. di stroncare]. – 1. Lo stesso che stroncamento; in arboricoltura, recisione del tronco di un albero a un’altezza variabile dal suolo. 2. fig. Critica molto dura e severa, talvolta ingiusta, intesa a sminuire la validità di un’opera, di uno scritto o d’altro prodotto dell’ingegno, coinvolgendo spesso nel giudizio negativo lo stesso autore.
Riporto la definizione del lemma per cercare di comprendere perché la stroncatura, un tempo definita una nobile arte, oggi è un genere poco praticato, oserei dire quasi scomparso.
La riflessione nasce dalla crescita esponenziale di booktoker che popolano il web e dai commenti che circolano in rete. Nella maggior parte dei casi, queste opinioni non corrispondono a veri e propri giudizi critici (se di tali vogliamo parlare), rappresentano lodi e/o note di biasimo che nulla hanno a che vedere con le competenze e l’autorevolezza del recensore/stroncatore.
Già nel 1999, in una bustina di Minerva intitolata Trionfo e tramonto della stroncatura, Umberto Eco scriveva: “Le recensioni, oggi, sono quasi tutte positive, vanno di moda i blurb, ovvero i testi elogiativi”. Fascette promozionali che, in realtà, dovrebbero contenere sincere descrizioni e non tessere reboanti promesse.
Da lettrice appassionata, mi (im)pongo questa osservazione: attualmente la stroncatura è utile? Sì, lo è.
Non dobbiamo dimenticare che i libri «sono dei pezzi di mondo sul tavolo dei lettori. È con quel pezzo di mondo che ci si deve confrontare», per cui le critiche letterarie aspre, se fatte bene e ben motivate, denotano comunque una attenzione. Pareri influenti che possono condurre l’autore a una maggiore consapevolezza della propria scrittura, stimolare il lettore ad un dibattito più approfondito e meno superficiale.
Sull’argomento, due letture “rivelatrici”:
– Enzo Golino e il suo Sottotiro (Manni Editore), nato nell’agosto 1988 come rubrica del mensile Millelibri, divenuto nel 2002 un libro con lo stesso titolo che raccoglie le 48 stroncature insieme alle repliche – spontanee o sollecitate per l’occasione editoriale – di quasi tutti gli scrittori presi di mira, protagonisti dell’insolito botta e risposta.
– Davide Brullo e le sue feroci Stroncature (Gog 2020), con sottotitolo Il peggio della letteratura italiana (o quasi), una sorta di best of delle bordate firmate Brullo, pubblicate nel corso degli anni su Il Domenicale, Libero e Linkiesta. Ironico, tagliente, cólto, mosso da uno sfrenato amore per la Conoscenza, il giornalista-poeta ci regala un divertissement irriverente sul sacro Olimpo della nostra cultura contemporanea. Paga dazio con l’allontanamento dai giornali, ma non demorde:
«Chi legge una stroncatura non si attenda la posa del critico, il posizionamento nell’ambito della storia letteraria, l’esegesi sulle sorti progressive dell’arte: avrà una dote di schiaffi, uno scintillio».