Lo sport non è solo una questione di benessere fisico, ma anche di equilibrio psicologico. Numerosi studi hanno dimostrato come l’attività fisica influisca positivamente sulla mente, aiutando a ridurre lo stress, migliorare l’umore e favorire la concentrazione. Un aspetto che, come spiega la dott.ssa Dina Palazzo, psicologa clinica e dello sviluppo, va considerato in un’ottica di prevenzione e cura del benessere mentale.
I benefici neurochimici dell’attività fisica
“Lo sport agisce su diversi livelli e offre innumerevoli benefici per la salute mentale” chiarisce la dott.ssa Palazzo. “A livello neurochimico, aumenta la produzione di serotonina, noradrenalina e adrenalina, oltre a favorire il rilascio di endorfine. Questo mix di sostanze chimiche contribuisce a migliorare l’umore e a ridurre lo stress, offrendo un valido supporto anche per chi soffre di disturbi dell’umore”.
Ma i vantaggi non si fermano qui. “Praticare attività fisica migliora l’attenzione, l’autocontrollo e le capacità di problem solving, ottimizzando anche la percezione del proprio stato fisico e favorendo un miglior funzionamento cognitivo”, aggiunge la specialista. Uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science ha dimostrato che bambini e adolescenti che praticano sport di resistenza o di squadra sviluppano una maggiore capacità di gestione dello stress e di risoluzione dei problemi. Inoltre, una ricerca condotta dalla University of Illinois ha evidenziato che un’attività aerobica costante potenzia le funzioni esecutive del cervello, migliorando la concentrazione e la capacità di pianificazione.
Sport e sonno: un alleato per il riposo
Un altro aspetto fondamentale riguarda il riposo. L’esercizio fisico è un valido alleato per il sonno. Se svolto almeno due ore prima di coricarsi, aiuta a scaricare la tensione e a rilassare la mente, facilitando un riposo più rigenerante. L’ideale sarebbe praticarlo all’aria aperta, dove l’esposizione alla luce solare stimola la produzione di vitamina D, fondamentale per il supporto del sistema immunitario.
Sport individuali e di squadra: le differenze e i benefici
Non tutti gli sport sono uguali e offrono benefici differenti. “Gli sport di squadra favoriscono la socializzazione, migliorano la resilienza e rafforzano le competenze empatiche e relazionali”, spiega la dott.ssa Palazzo. “Partecipare a un’attività sportiva di gruppo, sotto la guida di un coach o di uno psicologo dello sport, può rappresentare un aiuto concreto per chi affronta difficoltà psicologiche, creando un ambiente di supporto e crescita personale”.
Il rischio della dipendenza dallo sport
Se praticato in modo ossessivo, lo sport può trasformarsi in un problema. Esiste il rischio di sviluppare una dipendenza dallo sport. Gli studiosi spiegano che questa si manifesta attraverso ansia quando si salta un allenamento, controllo ossessivo sull’attività fisica, pensieri costanti legati alla performance e un bisogno incessante di superare i propri limiti. Quando lo sport diventa un’ossessione, anziché abbassare i livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – finisce per raddoppiarli, aumentando il rischio di disturbi d’ansia, alterazioni dell’immagine corporea e problemi del sonno.
È importante distinguere tra sovrallenamento e vera dipendenza psicologica. Mentre il primo può derivare da un eccesso di carico fisico, con conseguenti problemi muscolari e affaticamento cronico, la dipendenza da sport si manifesta con un bisogno compulsivo di allenarsi, spesso a discapito delle relazioni sociali e della salute mentale.
Lo sport come supporto per i disturbi psicologici
L’attività fisica rappresenta un valido aiuto per chi soffre di disturbi dell’umore. “Può contribuire a gestire condizioni come la nebbia cognitiva, un problema diffuso in seguito alla pandemia”, spiega la dott.ssa Palazzo. “Tuttavia, è importante sottolineare che lo sport, da solo, non può sostituire un trattamento per disturbi psicologici clinici come il disturbo depressivo maggiore, l’ansia generalizzata o il disturbo da attacchi di panico. In questi casi, è necessario un approccio terapeutico integrato, in cui l’attività fisica si affianca a un percorso psicologico e, se necessario, farmacologico”.
Lo sport agonistico e la gestione della pressione
Nel contesto dello sport agonistico, il rapporto tra benessere psicologico e performance è particolarmente rilevante. “L’autoefficacia, ovvero la capacità di avere consapevolezza dei propri strumenti per raggiungere gli obiettivi e la fiducia nelle proprie capacità, incide notevolmente sui risultati”, chiarisce la dott.ssa Palazzo.
Un esempio emblematico è quello della ginnasta Simone Biles. Durante le Olimpiadi di Tokyo 2020, la pluricampionessa ha scelto di ritirarsi da alcune competizioni per proteggere il proprio equilibrio psicologico, suscitando un dibattito globale sull’importanza della salute mentale nello sport ad alti livelli. La sua decisione ha mostrato come la gestione dello stress e delle emozioni sia un aspetto fondamentale nella preparazione degli atleti, tanto quanto l’allenamento fisico.
Lo sport come alleato del benessere
Lo sport deve essere vissuto in maniera equilibrata. Non deve diventare un’ossessione, né un mero strumento per raggiungere un traguardo o una vittoria.
Per godere appieno dei suoi benefici, è essenziale scegliere un’attività che si adatti alle proprie esigenze e praticarla con costanza, ma senza eccessi. Che si tratti di una corsa al parco, una partita con gli amici o una sessione in palestra, l’importante è ascoltare il proprio corpo e vivere lo sport come un alleato per il benessere, non come un obbligo o una fonte di stress.