Sono tantissime le persone che soffrono di depressione e la percentuale negli ultimi anni, anche come conseguenza della pandemia da Covid-19, sembra essere in costante aumento, come confermano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Purtroppo una percentuale allarmante riguarda i più giovani.
La depressione, nei bambini e nei ragazzi, è sempre più frequente. Il ruolo dei genitori, è dunque fondamentale, per accorgersi del malessere e intraprendere un percorso che possa aiutare i piccoli a ritrovare la propria serenità.
Una problematica complessa, di grande attualità, che Rosa Marì Castaldi, psicologa e psicoterapeuta, affronta nel suo nuovo libro «La depressione infantile. Una malattia degli affetti», edito da Il quaderno.
Il volume è stato presentato, con grande successo di pubblico, nell’accogliente sala del Centro Sodalis, sul corso Vittorio Emanuele a Salerno.
Brillanti e di grande interesse gli interventi di Annam Maria Cefalo, presidente Cif provinciale Salerno, che ha organizzato l’incontro; Anna Teresa Arnone, presidente Cif Comune di Salerno e vice presidente Cif Nazionale; Graziella La Torre, neuropsichiatra infantile; Vincenzo Della Monica, pediatra, e Barbara Frusciante, insegnante.Luciana Mauro, giornalista e scrittrice ha moderato gli interventi, tutti di notevole spessore.
Nel capitolo <La ferita aperta della depressione>, l’autrice osserva: L’incapacità di compiere la necessaria rinuncia all’amore dei genitori può portare alla depressione. La richiesta di amore non soddisfatta del bambino viene spostata, in età adulta, sulla persona più vicina di riferimento, generalmente il partner. Se in questi il <non amato> adulto non trova l’amore indiscusso di cui, da bambini si ha bisogno e che soltanto da piccoli si può sperimentare, può sviluppare una forma depressiva che può essere evitata soltanto se l’amore dei genitori, durante l’infanzia, è stato tale da rendere possibile il superamento della perdita che subiamo in età adulta… Freud (1917) descrive la depressione come uno stato d’animo profondamente doloroso, caratterizzato dalla sospensione dell’interesse per il mondo esterno, dalla perdita della capacità di amare, dall’inibizione di ogni attività, da una riduzione del senso di sé, che si manifesta attraverso una serie di auto-rimproveri e auto-maltrattamenti. Ferite che derivano da traumi riportati durante l’infanzia. E sul ruolo genitoriale si è soffermata la neuropsichiatra La Torre, evidenziando un carattere di emergenza urgenza che sani la “distorsione delle prime cure” rivolte al bambino e sul delicato “passaggio di consegna da una madre a una figlia che diventa madre”. Il pediatra Della Monica ha invece sottolineato la necessità di assistenza in ospedale e fuori alla donna nel periodo della gravidanza. Toccanti i casi che il medico, in servizio al Ruggi, ha citato per simboleggiare quanto sia indispensabile una presenza esperta che guidi la madre in questa fase delicata e complessa.
Offre infine uno spaccato completo e dettagliato la relazione dell’insegnante Barbara Frusciante, che mette in primo piano il ruolo della scuola come agenzia educativa. Interagire con la famiglia per favorire una crescita e un sano sviluppo cognitivo: il bambino deve vedere nel maestro una figura amica, partecipe. In una parola non deve mai sentirsi solo ed entrare in classe, tra i suoi coetanei, con gioia.
La platea ricca di ospiti, tra i quali l’immancabile Anna Petrone, faro di una politica attiva e proficua sul piano umano e affettivo, è stata partecipe di una serata importante. Che ha consentito spunti di necessaria riflessione su una problematica attualissima che va affrontata e non più trascurata. Il libro di Rose Mari Castaldi diventa allora un prezioso manuale di conoscenza che può guidarci a meglio capire. Per un radicale cambiamento volto a un benessere sociale oggi sempre più inesistente.