Materiali poveri e abilità artistico-artigianali vengono usati per omaggiare la donna con tecniche di re-interpretazione dell’estetica ellenistica. Questo vuol essere Domina nuova personale del maestro leccese Spano promossa dalla galleria di Giovanni Cavaliere Il Paese del vento a Mercato San Severino e curata da Michele Citro. Le opere saranno visibili dall’8 marzo al 6 aprile.
Le domande che da quasi 50 anni, animano il pensiero e la poiesi di Spano, e che sono state ben interpretate, valorizzate e materializzate dal suo curatore, Michele Citro, in una serie di importanti eventi nazionali ed internazionali in cui lo ha coinvolto negli ultimi anni: Cos’è un’icona? Come diviene tale? Come si afferma, nello stesso tempo e nella stessa maniera, tanto nella Grande Storia dell’Umanità quanto nella più democratica cultura Pop? Ma, soprattutto, come si “aggiorna” un’icona?
Cenni biografici
Spano nasce a Veglie, in provincia di Lecce, nel marzo del ’65. Dal 1983 al 1986 collabora prima come apprendista e, successivamente, come aiuto presso uno Studio d’Arte di Lecce. Dal 1987 al 1991 avvia la sua carriera artistica aderendo a numerose mostre collettive, oltre ad organizzare personali presso numerose gallerie e spazi espositivi (Lecce, Milano, Padova, Parma). Dal 1998 al 1999 realizza, su commissione del Conte Leone De Castris, un affresco per la cappella di famiglia. Nel 2004 è presente al MIART di Milano e, nello stesso anno, gli viene commissionato il ritratto di Ali Mohamad, Capo Missione Lega degli Stati Arabi in Italia. Attualmente alcune sue opere sono gestite da casa d’asta statunitensi.
La sua ricerca “iconico-grafica” attraversa passato, presente e futuro, partendo dai simulacri greco-romani — di cui la mostra in oggetto ne fornisce un esempio —, passando attraverso i fantasmi del Romanticismo e gli idoli dell’Arte del Secolo Breve — Picasso, Beuys, Kiefer, solo per citarne alcuni —, per approdare agli avatar dell’età d’oro dei videogiochi: Pong, Space Invaders, Pac-Man ecc.