Viviamo in un’epoca in cui l’innovazione tecnologica avanza più rapidamente della nostra capacità di comprenderne le implicazioni sociali e psicologiche. Eppure il desiderio, il corpo e le emozioni umane rimangono gli stessi da millenni. Il professor Maurizio Bossi, sessuologo esperto, ci invita a riflettere: «Dalla ruota all’IA, l’essere umano ha rivoluzionato il mondo esterno, ma il suo corpo è rimasto invariato. Il problema oggi è che la tecnologia corre molto più rapidamente delle nostre emozioni e dei nostri bisogni.»
Sessualità e IA: come cambia l’intimità?
La sessualità contemporanea si è ormai sganciata dalla semplice funzione riproduttiva. Oggi è possibile vivere esperienze sessuali senza procreazione e, viceversa, procreare senza rapporti sessuali diretti. Con l’avvento delle tecnologie di riproduzione medicalmente assistita, il legame tradizionale tra eros e generazione è stato ridefinito. Ciò pone interrogativi nuovi e complessi: come cambia la nostra percezione dell’intimità in un’epoca in cui possiamo selezionare, modificare e creare artificialmente esseri umani che in natura non sarebbero mai nati?
Realtà virtuale e tradimento: i limiti della tecnologia
Con l’intelligenza artificiale oggi è possibile modellare il desiderio, realizzando partner virtuali creati esattamente secondo le nostre preferenze. «L’IA amplifica certe caratteristiche idealizzate, dandoci l’illusione di poter realizzare ogni fantasia,» spiega Bossi. «Tuttavia, il rischio concreto è di perdere la libertà autentica di desiderare, sostituita da un copione preconfezionato.»
La questione del sesso virtuale si fa sempre più complessa: può essere considerato un tradimento? «Non parlerei di tradimento, ma di una forma di parafilia», chiarisce Bossi. «Chi ricerca rapporti esclusivamente con avatar virtuali rischia di confondere il mezzo con il fine, scambiando l’oggetto tecnologico con una vera relazione umana. L’amore autentico implica l’imprevisto, l’incertezza, l’incontro con qualcosa che non si può controllare. Al contrario, la sessualità virtuale elimina ogni rischio, ma anche ogni reale coinvolgimento emotivo.»
Giovani e sessualità: l’impatto della pornografia digitale
Negli ultimi anni si osserva una diminuzione della frequenza di rapporti sessuali tra i giovani. Una possibile spiegazione è offerta dalla crescente esposizione a contenuti digitali, come pornografia basata su algoritmi e intrattenimento virtuale. «L’iperstimolazione digitale sta ridefinendo la sessualità delle nuove generazioni», sostiene Bossi. «La vera perdita non è solo nella quantità, ma nella qualità: il corpo reale, con il suo calore, il profumo e le sensazioni autentiche, è qualcosa che la tecnologia non potrà mai replicare completamente.»
È importante però non generalizzare. Diversi studi mostrano che la tecnologia può avere anche effetti positivi, ad esempio facilitando l’educazione sessuale e la consapevolezza emotiva. La sfida, dunque, è imparare a gestirla responsabilmente.
Educazione sessuale: riscoprire l’umano nell’era digitale
«Molti adolescenti si sentono più sicuri dietro a uno schermo perché la relazione digitale elimina l’incertezza e l’imprevisto del contatto reale», osserva Bossi. «Per questo è necessario promuovere una nuova educazione all’intimità, che insegni ai giovani la bellezza e l’importanza del contatto reale e della relazione autentica.»
L’educazione sessuale del futuro, dunque, dovrà affrontare non solo questioni di consenso e salute, ma anche la capacità critica di distinguere tra ciò che è reale e ciò che è simulato, valorizzando l’esperienza umana nella sua interezza.
Conclusioni: tra rischi e opportunità
Forse il problema non è nella tecnologia stessa, ma nella nostra capacità di comprenderla e gestirla. «La vera domanda da porsi», conclude Bossi, «è cosa vogliamo davvero. Se non impariamo a guardarci negli occhi, a sfiorarci, a desiderarci nel mondo reale, rischiamo di perdere ciò che ci rende autenticamente umani.»
L’IA può aprire nuove possibilità, ma dobbiamo imparare a usarla per arricchire, e non impoverire, la nostra umanità.