Sembra un gioco di parole, ma è proprio così. Tra i due duellanti, il terzo paga.
Era non facile ma non impossibile, dopo le schermaglie dei giorni scorsi con la Germania e la stessa Italia, intuire che l’America, nel processo di pace tra Putin e Zelensky, tra la Russia e l’Ucraina, avesse individuato il terzo pagante, l’Europa, alleata dell’America, quella Europa, che insieme all’America del Nord, costituisce la NATO.
Ma se oggi il Presidente americano è TRUMP, un importante e temerario imprenditore, quel che sta accadendo, apparentemente non comprensibile, diventa più facile da comprendere, considerata la sua storia, il suo percorso elettorale e la scelta di coloro che ha voluto al suo fianco, primo fra tutti il miliardario, imprenditore Elon Musk, personaggio molto discusso, molto intuitivo ma anche capace di strane e pericolose avventure commerciali. Per personaggi come questi, le trattative tra Stati diventano trattative di tipo commerciale.
Non a caso il pensiero di Trump e quello di Mask, non sono andati ai morti in battaglia, ai civili caduti sotto le bombe, ai civili torturati e poi seppelliti, ai bimbi deportati o morti, alla distruzione scientifica di paesi e città, agli oltre 400 mila giovani soldati russi portati a morire in battaglia e ai 180.000 militari ucraini deceduti. Hanno invece iniziato a pensare come utilizzare il tesoro ucraino: le terre rare e al tempo stesso hanno cercato la possibilità di chiudere una pace con Putin, escludendo i paesi europei, che non solamente hanno sostenuto l’Ucraina con una spesa di circa 150 miliari di euro, ma hanno altresì accolto e reinseriti nel mondo del lavoro e nell’attività di studio, i fuggiaschi ucraini.
Per di più, le parole pronunciate venerdì scorso in Baviera alla “Conferenza sulla Sicurezza di Monaco” dal Vicepresidente degli Stati Uniti d’America, JD Vance, politico di destra, legato al mondo della famosa Silicon Valley, lasciano basiti gli stati europei, con l’annuncio del disimpegno USA dalla vecchia Europa, che era andata a reclamare il ruolo, che le spettava.
Ma la colpa di chi è? I Paesi Europei, dopo tanti anni di serenità all’ombra dello zio TOM, con una presenza-assenza nello scacchiere internazionale, improvvisamente si rendono conto che la partita sul proprio territorio la stanno perdendo e in silenzio, quasi che il pericolo dall’EST di una Russia ridotta in estensione ma non in forza militare, non possa a breve riguardare proprio noi e se non lo sarà, questo è perché l’America di Trump deciderà che non è per lei conveniente.
Sicuramente questo rischio ad EST, lo aveva capito la Polonia, con un incremento rapido della sua spesa militare; con grande ritardo e con piccole risorse anche l’Italia, la Germania e la vecchia ma attenta Inghilterra, hanno finalmente compreso che oggi la salvezza dell’Europa non può più venire da altri. Del resto poco tempo fa Trump, da uomo che conosce molto bene le regole di commercio, ci ha urlato: se volete la nostra difesa, dovete pagarcela; quasi a ricordarci da una parte l’impegno ad incrementare la spesa per gli armamenti e dall’altra, che non è sufficiente partecipare alle missioni di pace dell’ONU, quando si sa che vi sono popoli sempre pronti alle guerre di conquista.
Vance è stato ancora più duro, direi offensivo, nel rispondere ai cronisti, che chiedevano se l’Europa sarà chiamata al tavolo delle trattative: “Appartengono alla scuola del realismo; penso che non accadrà”. Qualcuno dell’entourage americano ha suggerito: “potete essere al tavolo, ma proponendo cose realistiche, idee, non lamentandovi di esserci o meno”.
La risposta europea a questa posizione, arriva poco dopo sia dalla Germania per bocca di Scholz con affermazioni altrettanto dure: “ Dove andrà la nostra democrazia spetta a noi deciderlo” e aggiunge: ”il nostro impegno perché non si ripetano gli orrori dell’olocausto non è certamente conciliabile con il sostegno all’Afl” e ancora “ Noi non cacceremo mai un’agenzia di stampa dalla Cancelleria”.
Frattanto è imminente una riunione in Francia di 7 Stati Europei con l’Inghilterra per concordare una linea comune su questa evidente incrinatura del Patto Atlantico e sulla posizione europea sul confronto russo-americano per la pace in Ucraina.
Tutto ciò per quanto attiene ai rapporti diplomatici tra Europa e Stati Uniti d’America; c’è poi tanto da discutere sui dazi, che l’USA sta per imporre:certamente si rileveranno una causa di inflazione e un impedimento alla crescita delle nostre industrie.
Vorrei chiudere questo breve commento sulla situazione dei rapporti Europa-USA con una breve e conosciuta frase del Principe De Curtis: “Dai nemici mi guardi Iddio, dagli amici mi guardo Io”