La parola svastica viene dal sanscrito swastika e significa “buona fortuna” o “benessere”. Il simbolo (una croce uncinata) sembra essere stato utilizzato per la prima volta nell’Eurasia del Neolitico, forse per rappresentare il movimento del sole nel cielo.
Ancora oggi è un simbolo sacro nell’Induismo, nel Buddismo e nel Giainismo. La si può vedere nei templi e in molte case in India o in Indonesia. La svastica ha anche una storia antica in Europa dove appare su manufatti delle culture europee di epoca precristiana.
All’inizio del ventesimo secolo la svastica era ampiamente usata in Europa. Aveva numerosi significati, il più comune quello di buona fortuna e buon auspicio.
Quando i nazisti assunsero il controllo della Germania, le connotazioni della svastica erano cambiate per sempre.
Nel suo libro Mein Kampf (La mia battaglia), Adolf Hitler scrisse: “Dopo innumerevoli esperimenti, ho trovato la forma finale: una bandiera a sfondo rosso, un disco bianco e una svastica nera al centro. Dopo molte ricerche, ho deciso le corrette proporzioni tra la grandezza della bandiera e quella del disco bianco e la forma e lo spessore della svastica.”
La svastica divenne l’icona più riconoscibile della propaganda nazista comparendo sia nella bandiera a cui fa riferimento Hitler nel libro Mein Kampf sia su poster di propaganda elettorale, bracciali, medaglioni e distintivi di organizzazioni militari. Un simbolo potente, destinato a suscitare orgoglio tra gli ariani e terrore negli ebrei e in altri soggetti ritenuti nemici della Germania nazista.
L’equivoco nasce a seguito del più grande furto culturale della storia, furto che ha cambiato per sempre la percezione che noi abbiamo di uno dei più antichi simboli dell’uomo, risalente addirittura al Neolitico.
Il disegno della croce greca con i bracci piegati ad angoli retti è stato ritrovato in diverse parti del mondo, dall’Iran alla Russia, dalla Cina all’India. Anche alcuni elmi greci sono decorati con questo simbolo, e persino il duomo di Reggio Calabria ha delle svastiche incise su tutti gli infissi del tetto interno.
A Bali, per esempio, si potrà trovare la svastica in prossimità di porte, ingressi e luoghi sacri proprio perché rappresenta la massima espressione di benvenuto e buon augurio.
Anche nello yoga ci sono posizioni chiamate svastikasana, in quanto la svastica è un simbolo energetico. Quella distesa a terra fa bene a tutta la schiena ed è ottima per la sciatica. La posizione seduta, la posa di buon auspicio, è una posa meditativa per le persone che hanno difficoltà a sedersi in pose classiche come Padmasana, la posizione del loto, o vogliono praticare meditazione per un periodo più lungo.
I benefici sono tanti: rafforza la colonna vertebrale, le ginocchia e le caviglie; aumenta il livello di concentrazione; favorisce l’equilibrio e un senso di armonia e consapevolezza spirituale.
La verità è che Swastika è una parola e un simbolo rituale indù che è stato in uso sin dal primo periodo vedico. Dal momento che è una parola così popolare e comunemente usata nel subcontinente indiano da millenni almeno dal 2500 a.C., e ha significati sia secolari che religiosi.
L’India è stato l’unico Paese in cui la parola e il simbolo sono stati usati ininterrottamente da almeno 4000-5000 anni.
Origini della parola Swasti
Nella tradizione vedica, la parola svastica deriva dalla radice di parola Swasti, che ha diversi significati secolari e religiosi. I seguenti sono alcuni dei significati comuni attribuiti alla parola Swasti nei dizionari di sanscrito.
- Una parola di saluto, di congedo usata nel senso che tu possa star bene, addio a te, o arrivederci.
- Una parola usata come aggettivo all’inizio di un’altra parola o nella frase per indicare il benessere. Per esempio: Swasti bhavate, Swasti nama, Swasti vacanam, Svasyastu, Swasti bhava(Shivam, o stato di buon auspicio), o Swastimukha (una persona, un bardo o un cantante che pronuncia mantra o preghiere di buon auspicio). In hindi, la parola swasth significa salute o buona salute.
- Una parola usata in congiunzione con certe pratiche rituali intese a portare pace e prosperità. Esempio: Swasti-ayanam(facendo offerte di buon auspicio durante o dopo il rituale), o Swasti vacanam (pronunciando mantra di buon auspicio prima dell’inizio di un rituale).
- Una parola come sostantivo o verbo ad indicare di parlare bene, pronunciare parole di buon auspicio, pronunciare una benedizione o una benedizione da un Brahmana dopo aver ricevuto le sue offerte in denaro (dakshina) dall’ospite per aver compiuto il sacrificio, o pronunciare mantra per la pace e la prosperità.
- Dire congratulazioni o fare un regalo di buon auspicio o congratulazioni di fiori, ecc. Con le buone intenzioni, i migliori auguri e le benedizioni. Ad esempio: Swastivacyam.
- La parola è anche usata per indicare la fine o la conclusione di un rituale, un incontro o un’attività, durante la quale i partecipanti direbbero “Swasti“. La fine appropriata di ogni rituale con l’espressione di mantra conclusivi viene anche chiamata dicendo Swasti. Quindi, strutturalmente un rituale vedico inizia con Swasti e finisce con Swasti.
- Svasti era usato anche nei nomi. Ad esempio, Aupasvasti era un insegnante di Upanishad menzionato nel Brihadaranyaka Upanishad.
Sfortunatamente, a causa della sua associazione con il partito nazista in Germania, dalla Seconda guerra mondiale la Swastika ha acquisito una reputazione molto negativa in Occidente. Dal punto di vista dell’induismo, considerare la Swastika un simbolo negativo è come chiamare il giorno con il termine notte.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la visualizzazione pubblica della svastica fu vietata in Germania, dove rimane ancora illegale; eppure, anche se proibito e ripudiato nel mondo occidentale, continua ad essere un potente simbolo per i gruppi di estrema destra.
Ma la svastica rimane anche una caratteristica del culto per indù, buddisti e gianisti.
Atteggiamenti così disparati nei confronti della svastica sollevano quindi la questione se il simbolo – che per così tanto tempo è stato una forza positiva – possa essere dissociato da Hitler e i movimenti neonazisti che ancora lo mostrano.
La risposta potrebbe essere che ci saranno sempre due interpretazioni completamente contrastanti della svastica, entrambe parte della nostra storia, presente e futura: una che rappresenta il peggio dell’umanità e l’altra che ne simboleggia il meglio.