Il vino è una bevanda complessa che, pur nella sua articolazione e multidisciplinarietà, richiede di essere narrato in maniera semplice e appassionata. Certo, per poter tradurre la mole di conoscenza necessaria fatta dei vari terroir delle aree vitivinicole, il ciclo vegetativo della vite ed i criteri di allevamento, le tecniche di produzione e le proprietà organolettiche del vino, occorre preparazione e aggiornamento costante. Nel calice del vino c’è un mondo fatto sì di tecnicismi, ma occorre saperlo comunicare, rendere l’argomento quanto più fruibile possibile a coloro che vogliono conoscerne la bellezza, senza mai scadere nella banalizzazione, mantenendo possibilmente un profilo di grande umiltà al fine di avvicinare quante più persone a questo universo di bellezza e convivialità.
Spesso le cattedre creano un muro, un distacco talvolta insormontabile per colore che aspirano a diventare dei wine lovers, ci vorrebbe un umanesimo del vino, la capacità di stare insieme, instaurare un dialogo piacevole, senza troppe ingessature, e le migliori condizioni per condividere ciò che sappiamo.
Andrea Moscariello, ebolitano doc, è un sommelier competente e affermato che avvicina le persone con la sua semplicità, il suo approccio diretto e il suo grande entusiasmo, che ha saputo farsi strada con la forza dell’autoaffermazione, dell’impegno costante e di una genuina passione per il nettare di Dioniso. Oltre ad essere un fervente tifoso del Napoli, tra i suoi hobbies si annoverano l’esplorazione di cantine e vigneti, la lettura di stampa specializzata e la visione di documentari a tema enogastronomico. Andrea possiede un’innata inclinazione per la divulgazione e la didattica e, per coglierne il senso, ecco un aneddoto su tutti: in un corso invitò un partecipante, che diceva di non sentire ‘nulla’ nel bicchiere, a chiudere gli occhi e immaginare un prato fiorito in primavera, dandogli così l’input per iniziare a riconoscere i profumi. Tra i suoi principali riferimenti Luigi Veronelli, per la sua grande cultura in materia e per la sua genialità nel narrare il legame tra territorio, cultura e vino. Tra i suoi vini preferiti si annoverano Amarone, Taurasi e Franciacorta, che ama abbinare alla pizza e ai formaggi stagionati, tra cui il parmigiano reggiano di lungo affinamento, il formaggio di fossa, possibilmente di latte di pecora, e il blu di capra.
Il suo claim è #stappa #degusta #immagina…
Come ti sei appassionato alla sommellerie?
Mi sono appassionato alla sommellerie grazie a mio padre, che mi ha trasmesso l’amore per il vino e per tutto ciò che rappresenta iscrivendomi con Lui al corso AIS. Fin da piccolo, ho osservato la sua passione nel raccontare storie legate a una bottiglia e nel condividere quei momenti conviviali che solo il vino sa creare. È stato lui a farmi capire quanto un calice possa essere il risultato di tradizione, territorio e dedizione. Ed oggi in suo onore sto portando avanti questo percorso iniziato insieme!
Hai incontrato ostacoli per la tua affermazione?
Come in ogni percorso professionale, ci sono stati ostacoli, ma li considero parte della crescita. Il mondo della sommellerie richiede dedizione, studio costante e tanta umiltà. Uno dei maggiori ostacoli è stato affermarmi in un settore competitivo, dove l’esperienza e la credibilità si costruiscono nel tempo. Inoltre, far comprendere il valore del lavoro del sommelier non è sempre immediato, ma ogni difficoltà mi ha dato l’opportunità di migliorarmi e di consolidare la mia passione per questo mestiere.
Quali sono le principali differenze tra il sommelier moderno e la figura professionale formata quando hai iniziato questo percorso?
Le principali differenze tra il sommelier moderno e la figura professionale di quando ho iniziato il mio percorso risiedono nell’evoluzione del ruolo e nelle aspettative del pubblico. In passato, il sommelier era visto principalmente come un esperto di vini, incaricato di consigliare le etichette e curare la cantina. Oggi, il sommelier è una figura più poliedrica: oltre alla competenza tecnica sul vino, è richiesto un approccio più comunicativo, capace di raccontare storie, valorizzare il territorio e creare esperienze coinvolgenti per i clienti.
Inoltre, il sommelier moderno deve avere competenze trasversali, che includono una conoscenza più approfondita di altri ambiti, come i distillati, le birre artigianali e il pairing innovativo con cucine etniche o creative. Anche il rapporto con la tecnologia è cambiato: strumenti digitali e social media sono diventati indispensabili per promuovere il proprio lavoro e raggiungere un pubblico più ampio. Questo cambiamento richiede una continua formazione e un’apertura mentale verso le nuove tendenze, che rendono il nostro mestiere sempre più stimolante.
Cosa ti perplime e cosa ti ha entusiasmato di più del mondo del vino?
Ciò che mi perplime nel mondo del vino è, talvolta, l’eccesso di tecnicismi e l’approccio elitario che può allontanare chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il vino dovrebbe essere accessibile a tutti, uno strumento di convivialità e scoperta, non un motivo di divisione o intimidazione. Inoltre, mi lascia perplesso il crescente impatto delle logiche di mercato, che rischiano di mettere in secondo piano la qualità e l’autenticità in favore di tendenze commerciali.
Ciò che invece mi entusiasma è la straordinaria capacità del vino di raccontare storie: il legame con il territorio, le tradizioni, il lavoro dei viticoltori. Ogni bottiglia è un viaggio che può trasmettere emozioni uniche, e la possibilità di condividere queste emozioni con le persone è ciò che rende speciale questo lavoro. Mi affascina anche l’evoluzione del settore, con l’attenzione crescente alla sostenibilità e alla valorizzazione di vitigni autoctoni, che rappresentano una vera ricchezza culturale.
Qual è il quadro generale dell’odierna comunicazione del vino e cosa caratterizza il tuo stile?
Il quadro generale dell’odierna comunicazione del vino è in costante evoluzione. Oggi si punta sempre di più su un approccio narrativo e coinvolgente, capace di attrarre non solo gli appassionati, ma anche chi si avvicina per la prima volta al vino. I social media e i contenuti digitali hanno rivoluzionato il modo di raccontare il vino, rendendolo più accessibile e meno formale. Tuttavia, noto che spesso si rischia di scivolare verso una comunicazione troppo superficiale, in cui il focus si sposta sull’estetica o sul marketing, sacrificando la profondità e il valore culturale che il vino rappresenta.
Il mio stile, invece, si caratterizza per un equilibrio tra professionalità e passione. Mi piace adottare un linguaggio chiaro, ma mai banale, capace di coinvolgere senza perdere il rigore tecnico. Cerco sempre di trasmettere il valore territoriale del vino, puntando sull’autenticità e sulla capacità di creare connessioni emozionali. Inoltre, credo molto nell’importanza dell’abbinamento cibo-vino, che utilizzo come strumento per raccontare non solo il calice, ma un’esperienza completa che coinvolga tutti i sensi.
Cosa suggerire ai giovani che intendono fare il tuo percorso?
Ai giovani che desiderano intraprendere il percorso da sommelier suggerisco, prima di tutto, di coltivare una forte passione e curiosità per il vino e per tutto ciò che lo circonda: dalla viticoltura alla cultura enogastronomica. È fondamentale avere umiltà e una voglia costante di imparare, perché il mondo del vino è vasto e in continua evoluzione.
Consiglio anche di investire nella formazione frequentando corsi seri e riconosciuti, come quelli FISAR, AIS o di altre associazioni di settore, per acquisire una solida base tecnica. Ma il percorso non si ferma qui: è importante viaggiare, visitare cantine, partecipare a degustazioni e dialogare con produttori e altri professionisti, perché il vino si comprende davvero solo vivendolo sul campo.
Infine, suggerisco di sviluppare competenze trasversali, come la comunicazione e l’utilizzo dei social media, che oggi sono indispensabili per farsi conoscere e raggiungere il pubblico. Ricordate che essere sommelier non significa solo conoscere i vini, ma anche saper raccontare emozioni e creare esperienze indimenticabili.
Un tuo sogno nel cassetto?
Uno dei miei sogni nel cassetto è poter, in qualche modo, rivivere un momento con mio padre, magari stappando insieme una bottiglia di vino come facevamo un tempo. Ogni volta che apro una bottiglia che mi riporta a lui, sento la sua presenza, il suo insegnamento, e tutto ciò che mi ha trasmesso. Sarebbe un dono immenso poter condividere ancora una volta quel legame speciale che solo il vino riusciva a creare tra di noi. È un sogno che custodisco nel cuore e che mi spinge ogni giorno a onorare la sua memoria attraverso la mia passione.