Il caso Blake Lively contro Justin Baldoni sembrava destinato a non valicare i confini del semplice caso di gossip la scorsa estate, quando, all’uscita in sala di It Ends With Us, si cominciò a parlare sempre più insistentemente di differenze di vedute piuttosto importanti tra attrice protagonista/produttrice e attore protagonista/regista del film. Gli ultimi avvenimenti, però, hanno portato i fatti ad un altro livello, e la complessità della situazione impone un recap di quanto accaduto da agosto 2024 ad oggi.
Partiamo dal principio, ovvero da It Ends With Us: il film con Blake Lively è la trasposizione (brutta) dell’omonimo libro (altrettanto brutto) di Colleen Hoover. L’argomento trattato, però, è di quelli importanti: si parla di relazioni tossiche, di violenza domestica e tutto ciò che ne deriva, questioni sulle quali il livello d’attenzione si è, nel corso dell’ultimo decennio, giustamente alzato. La gestione della cosa da parte di Lively, fino a quel momento star amatissima dai più, fu però immediatamente oggetto di critiche: durante la promozione del film, infatti, l’ex-star di Gossip Girl sembrava intenzionata a presentare It Ends With Us come una commedia romantica, glissando più volte sugli aspetti più seri della storia e presentandosi alle conferenze stampa con outfit e atteggiamenti ritenuti da fan e critici completamente inadeguati al contesto. Ma qual era, invece, la posizione di Justin Baldoni?
Il regista e co-protagonista optò, per tutta la durata della promozione, per il mantenimento di un profilo più basso: lo si sentiva parlare molto poco e lo si vedeva ancora meno, e non ci volle molto perché sui social si cominciasse a mormorare di alcune importanti differenze di vedute tra lui e Lively sulla concezione del film e sulla presentazione dello stesso. A quel punto, anche in assenza di dichiarazioni in merito da parte dei diretti interessati, la frittata era fatta: il web e la stampa erano ormai divisi in due schieramenti, tra quello (decisamente più numeroso) di chi sosteneva che Lively fosse inadatta a parlare di argomenti simili e interessata unicamente a promuovere la sua immagine e quella dell’amatissima coppia formata con il marito Ryan Reynolds e quello, meno nutrito e più silenzioso, di chi prendeva comunque le parti dell’attrice e, pur non attaccando direttamente Justin Baldoni, non riscontrava problemi negli atteggiamenti di Lively. La svolta, però, è arrivata nelle scorse settimane.
Lo scorso dicembre, come un fulmine a ciel sereno, Blake Lively ha denunciato Justin Baldoni per molestie sessuali e comportamenti inappropriati tenuti durante le riprese di It Ends With Us. Una decisione, quella dell’attrice e produttrice, che ha ovviamente ribaltato la situazione: le accuse sono pesantissime, e parlano addirittura di un Baldoni che avrebbe ingaggiato degli esperti in crisis management per dare il via a una vera e propria campagna d’odio sui social atta a screditare Lively attaccandola sotto ogni aspetto, dalla sua vita professionale a quella privata (sarebbe stata presa di mira, ad esempio, la storica amicizia dell’attrice con Taylor Swift, attaccate in quanto “donne che passerebbero sul cadavere di chiunque pur di ottenere ciò che vogliono”). Un colpo durissimo per Baldoni, da sempre noto per essersi schierato al fianco delle donne in ogni genere di battaglia per i propri diritti: l’attore, però, non ha lasciato passare molto tempo prima di sferrare, anch’egli per vie legali, il proprio contrattacco.
Qualche giorno dopo la denuncia di Lively, il team di Baldoni ha infatti risposto con una contro-querela che racchiude accuse altrettanto serie: si va dalla prepotenza di Lively in campo professionale (l’attrice è stata accusata di aver letteralmente sottratto a Baldoni il controllo del film, impedendo a lui e al suo team di avere voce in capitolo sul montaggio finale) alle ingerenze del marito Ryan Reynolds, che secondo il resoconto del regista avrebbe cominciato a inveire contro di lui con richieste assurde durante un meeting con i produttori prima dell’inizio delle riprese. Baldoni, inoltre, accusa Lively di aver estromesso lui, i membri del suo team e le loro famiglie dagli eventi relativi alla promozione del film, costringendoli a non apparire sui vari red carpet insieme al resto del cast e a organizzare a proprie spese degli eventi separati.
L’attesa, a questo punto, è per il prossimo round, che si terrà presumibilmente nelle aule di un tribunale: quel che è certo è che, da qualunque parte dovesse stare la ragione, quella che sembrava una semplice e ipotetica bega tra star di Hollywood si è via via rivelata essere una situazione ben più seria e a tratti inquietante (nonché capace di catalizzare il dibattito pubblico molto più di un film, a dirla tutta, decisamente dimenticabile).