Venezia, all’inizio del Seicento, vive un periodo affascinante e complesso. La città stava attraversando un lento declino dopo un secolo di splendore. Questo contrasto tra grandezza e miseria offre uno sfondo ideale per un giallo, dove la decadenza dei nobili si intreccia con le vite di mercanti, usurai e figure ai margini della società.
La passione per la storia e la scrittura si sono fuse in questo progetto, permettendo all’autore Gustavo Vitali di esplorare le sfide e le contraddizioni di quel tempo. Francesco Barbarigo il protagonista è un uomo contorto, con molteplici sfaccettature. Non è il classico detective infallibile; al contrario, affronta le indagini con una certa superficialità e una dose di spocchia. Ha ansie e dolori interiori che lo tormentano, e la sua incapacità di prendere decisioni lo rende un personaggio umano e realistico. Inoltre, il suo rapporto con una dama misteriosa aggiunge un ulteriore strato di confusione emotiva. Un investigatore che, come molti di noi, non ha tutte le risposte e deve affrontare le proprie fragilità.
La scrittura di Gustavo Vitali riflette un linguaggio crudo e beffardo.
L’autore per rendere la narrazione viva e coinvolgente utilizza un linguaggio spiccio e a volte dissacratorio, mettendo in ridicolo non solo i difetti del protagonista, ma anche quelli della società veneziana del tempo. È un modo per riflettere le contraddizioni umane e sociali, rendendo la storia più autentica e intrigante.
Nel libro compaiono anche personaggi sgradevoli, come i “bravi” che rappresentano la violenza e la sopraffazione che caratterizzano il periodo di declino. Sono figure che si muovono in ombra, accomunati agli sgherri da un senso di potere e intimidazione. Il loro ruolo è fondamentale per mostrare come la società fosse influenzata da questa violenza sottostante, creando tensione e pericolo attorno alle indagini di Barbarigo.
Tuttavia, nonostante la complessità dei temi affrontati, il romanzo mantiene un ritmo serrato e coinvolgente, conducendo il lettore attraverso calli oscure, palazzi decadenti e segreti celati tra le pieghe della storia.
Oggi, abbiamo il piacere di parlare direttamente con Gustavo Vitali, che ci racconterà di più sulla genesi di questo romanzo, sulle sfide affrontate nella scrittura e sul fascino oscuro di una Venezia sospesa tra splendore e rovina.
D- Gustavo, cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo giallo ambientato nella Venezia del 1605? Qual è stata l’ispirazione principale per la trama?
Mi ha spinto la sintesi tra passione per la storia e per la scrittura. Più che ispirata la trama è scaturita improvvisa dalla consultazione di alcuni documenti presso l’Archivio di Stato di Venezia e la lettura di libri su Venezia
D- Puoi raccontarci di più sul protagonista Francesco Barbarigo? Quali caratteristiche lo rendono unico e come si differenzia dagli stereotipi degli eroi classici nei gialli?
Circa il protagonista, Francesco Barbarigo uno dei sei magistrati e insieme capi della polizia che sovraintendevano all’ordine pubblico, è l’antitesi dell’eroe positivo. Ho scartato fin da subito personaggi ai quali libri e TV ci hanno abituato, quelli che sanno tutto, capiscono tutto e risolvono tutto. Senza pretese di psico analisi, ho tratteggiato il carattere di un uomo contorto, controverso. Cambia umore e decisioni da un momento all’altro. Vorrebbe spargere sicurezza, ma è sempre indeciso, terrorizzato dal fallimento e dal perderci la faccia, tormentato dai dolori di un passato che non riesce a buttare alle spalle.
D- Hai scelto di basare alcuni personaggi su figure storiche reali. Qual è stato il processo di ricerca per assicurarti che la tua rappresentazione di Venezia e dei suoi abitanti fosse accurata?
I personaggi principali sono realmente vissuti nel 1605, anno nel quale è ambientato il racconto, ma li ho incastonati in una trama di pura fantasia, cucita apposta secondo quello che facevano e dove vivano al momento.
Questo ha comportato un grosso lavoro di documentazione, a partire dalle ricerche presso l’Archivio di Stato di Venezia e varie biblioteche dove ho reperito un documento dell’epoca firmato da quello che sarà poi il protagonista, ma anche su testi nuovi e vecchi. Basta leggere la bibliografia per rendersene conto.
Poi lunghe scarpinate per la città al fine di rintracciare i luoghi dove erano vissuti.
D- Nel tuo romanzo, i personaggi provenienti da diversi strati sociali giocano un ruolo importante. Come hai sviluppato queste figure e quali messaggi volevi trasmettere riguardo alla società veneziana dell’epoca?
Ho sviluppato le figure storiche del romanzo in base, come già detto, a ricerche presso l’Archivio di Stato di Venezia e varie biblioteche, oltre che una copiosa bibliografia (vedi sezione in coda al libro). Ne dovrebbe scaturire l’immagine di una società che, dopo secoli di spendore, di trova sull’orlo del declino, senza che i protagonisti se ne rendano conto.
D- Hai menzionato che il linguaggio del tuo libro è “spiccio, crudo e spesso beffardo”. Qual è stata la tua intenzione nel scegliere questo stile narrativo?
Ho voluto adottare un linguaggio che fosse comprensibile a chiunque, rifuggendo da quello che avrebbe ridotto il libro a un esercizio puramente intellettuale, accademico, vale a dire riservato a pochi
D- La storia è costellata di eventi e colpi di scena. Come hai pianificato la struttura del giallo per mantenere alta la tensione e l’interesse dei lettori?
La trama è di per se stessa fonte di continua tensione. Ci sono poi i riferimenti storici che dovrebbero aumentare l’interesse del lettore
D- In che modo l’ambientazione storica di Venezia influisce sulla trama e sull’atmosfera del romanzo? Puoi darci qualche esempio di come hai integrato curiosità e usi dell’epoca nella narrazione?
Tutto il mondo veneziano del periodo contribuisce all’atmosfera, oltre la trama, ovviamente, in più riferimenti storici più o meno passati, come il racconto della storia d’amore tra il sultano Solimano e la schiava Roxelana, o la storia del profumo, ma non sono i soli.
D- Il tuo protagonista affronta varie disfatte sia nelle indagini che nella vita personale. Qual è il ruolo della vulnerabilità e dell’imperfezione nel tuo racconto?
Come detto, il protagonista è un uomo contorto, controverso, con tutto quello che ne segue, causa delle disfatte come investigatore e amorose, passate e presenti, quindi vulnerabile sotto ogni aspetto. risorgerà solo alla fine come uomo nuovo che accetta diversamente la vita
D- Hai parlato di una “relazione disinvolta” tra Barbarigo e una dama misteriosa. Come hai esplorato il tema dell’amore e delle relazioni nel contesto di un giallo?
Si tratta di come vorrebbe lui una relazione senza complicazioni d’amore, matrimonio, ecc. perchè ai tempi avere una amante o frequentare cortigiane era la norma per chi se lo poteva permettere e senza segreti. Tutto questa è ben spiegato nel racconto
D- Quali aspetti della storia veneziana ti hanno maggiormente affascinato e come li hai integrati nel tuo romanzo?
Non c’è un aspetto della storia di Venezia che mi abbia particolarmente intrigato. Quindi ho cercato di incastrarli in generale nella trama
D- Infine, quali speranze hai per i lettori che si avvicineranno al tuo libro? Cosa vorresti che portassero con sé dopo averlo letto?
Mi piacerebbero che portassero dentro sè il ricordo di un libro scritto bene e una trama originale, compresi i riferimenti storici.