La Legge di Bilancio 2025 si trova al centro di un acceso dibattito politico ed economico, mentre il Parlamento si appresta a dare il voto finale al testo proposto dal Governo Meloni. Il nodo principale? Le nuove detrazioni IRPEF, una riforma che cerca di coniugare esigenze di equità fiscale con la necessità di mantenere i conti pubblici sotto controllo, dopo gli effetti finanziari del controverso Superbonus 110%.
Il peso del Superbonus sulle casse dello Stato
Secondo la relazione tecnica del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Superbonus 110% rappresenta la detrazione fiscale più costosa della storia italiana. Nei prossimi tre anni, graverà sul bilancio pubblico per ben 35 miliardi di euro, una cifra persino superiore ai 28 miliardi previsti dalla manovra stessa. Con una somma simile, sarebbe stato possibile destinare risorse significative a politiche sociali più ampie, come assegni familiari più generosi, aumenti salariali per dipendenti pubblici e pensionati, nonché un massiccio investimento nel sistema sanitario nazionale.
Le nuove detrazioni IRPEF: cosa cambia per i contribuenti
La coperta è corta, e il Governo ha deciso di intervenire rimodulando le detrazioni fiscali. Tra le misure chiave troviamo:
- Incremento della detrazione per lavoratori dipendenti: sale da 1.880 a 1.955 euro per redditi fino a 15.000 euro.
- Bonus per redditi fino a 20.000 euro: introdotta una detrazione fissa per chi non supera questa soglia.
- Detrazione fissa di 1.000 euro per redditi tra i 20.001 e i 32.000 euro.
- Detrazione decrescente per redditi compresi tra i 32.001 e i 40.000 euro.
Un’importante novità è rappresentata dall’introduzione del quoziente familiare, che mira a premiare le famiglie numerose con redditi inferiori ai 50.000 euro lordi. Un sistema che, tuttavia, penalizza inevitabilmente i single e le famiglie senza figli a carico, nonché coloro con redditi medi o alti.
Il nuovo tetto alle detrazioni per redditi elevati
Per i contribuenti con redditi superiori ai 75.000 euro, viene introdotto un massimale alle detrazioni IRPEF:
- 14.000 euro per redditi tra 75.001 e 100.000 euro.
- 8.000 euro per redditi superiori a 100.000 euro.
A questi massimali si applicano specifici coefficienti legati al numero di figli a carico:
- 0,50 senza figli.
- 0,70 con un figlio.
- 0,85 con due figli.
- 1 con più di due figli o con almeno un figlio con disabilità.
Tuttavia, queste limitazioni non si applicano alle spese sanitarie, agli interessi passivi sui mutui, ai premi assicurativi e alle rate delle spese edilizie sostenute fino al 31 dicembre 2024.
Flat tax e sistema forfettario: una strada ancora incerta
Parallelamente, il Governo ha ampliato l’accesso al regime forfettario delle partite IVA, consentendo ai lavoratori dipendenti e pensionati di svolgere attività autonome o professionali con un’aliquota agevolata del 15%, ridotta al 5% per le nuove attività, purché il reddito prodotto non superi i 35.000 euro annui.
Questa misura, seppur vantaggiosa per alcuni contribuenti, solleva interrogativi sul rispetto del principio di progressività fiscale, sancito dalla Costituzione. La crescente diffusione di regimi sostitutivi rischia infatti di erodere ulteriormente la base imponibile, trasferendo il peso fiscale principalmente su dipendenti e pensionati.
L’erosione della base imponibile: il vero problema dell’IRPEF
Molti esperti concordano sul fatto che il problema principale dell’IRPEF non sia la progressività, bensì l’erosione della base imponibile. Milioni di euro di redditi vengono infatti sottratti alla tassazione ordinaria per essere assoggettati a imposte sostitutive, generando non solo perdite di gettito erariale, ma anche squilibri nell’equità orizzontale.
In altre parole, redditi simili vengono tassati in modo diverso a seconda della loro origine e delle agevolazioni applicate. Un sistema che premia alcuni contribuenti e penalizza altri, senza un criterio chiaro e uniforme.
Verso una riforma fiscale strutturale
Il futuro del sistema fiscale italiano richiede un ripensamento profondo. L’IRPEF, un tempo cardine della redistribuzione fiscale, appare oggi come un sistema frammentato e fortemente dipendente da misure eccezionali e temporanee.
Se il Governo non affronterà il problema dell’equità fiscale alla radice, il rischio è quello di un sistema sempre più squilibrato e inefficace, dove il peso delle imposte continuerà a gravare sui soliti noti: lavoratori dipendenti e pensionati.