La recente sospensione di tre autisti nel centro logistico Amazon di Calderara di Reno, Bologna, ha aperto un acceso dibattito sulle condizioni di lavoro e sull’influenza dell’intelligenza artificiale nel mondo della logistica. Secondo le denunce del sindacato Filt-Cgil, i tre lavoratori, dipendenti della società appaltatrice Team Work, sarebbero stati puniti per non aver caricato tutti i pacchi assegnati dall’algoritmo durante la settimana del Black Friday.
Un contesto che mette pressione sui lavoratori
Amazon autisti sospesi per l’algoritmo // Il Black Friday rappresenta un momento critico per il settore della logistica. In Italia, come in molti altri Paesi, l’aumento del volume delle consegne mette sotto pressione autisti e operatori di magazzino. Amazon, tra i leader mondiali dell’e-commerce, si avvale di algoritmi avanzati per ottimizzare i processi di distribuzione, affidando la gestione operativa a fornitori esterni come Team Work.
In questo sistema, gli algoritmi determinano il numero e il tipo di pacchi assegnati a ciascun autista, valutando parametri come il peso, la distanza da percorrere e i tempi di consegna. Tuttavia, ciò che appare come un sistema iper-efficiente rischia di ignorare le variabili umane e le condizioni di sicurezza sul lavoro.
Durante la settimana del Black Friday, i tre autisti coinvolti hanno rifiutato di caricare sul furgone alcuni pacchi considerati “over”, ovvero di dimensioni o peso superiori alla norma. Questa scelta, motivata dalla volontà di rispettare le normative sulla stabilità del carico e prevenire rischi durante la guida, ha portato all’avvio di un procedimento disciplinare che potrebbe tenerli lontani dal lavoro per un mese.
Le motivazioni della sospensione
Gli autisti sospesi, secondo il sindacato, hanno agito in modo responsabile. Carlo Parente, funzionario della Filt-Cgil, ha spiegato che i pacchi lasciati a terra avrebbero compromesso la sicurezza del carico, esponendo i lavoratori e gli altri utenti della strada a potenziali pericoli. Nonostante ciò, Amazon ha deciso di procedere con il provvedimento disciplinare senza attendere le giustificazioni formali degli interessati.
“Questi lavoratori, con anni di esperienza alle spalle, si sono limitati a rispettare il proprio dovere: garantire che i carichi siano stabili e sicuri. La decisione di sospenderli appare come un tentativo di intimidire gli altri dipendenti, spingendoli a eseguire ordini anche quando ciò può comportare rischi evidenti”, ha dichiarato Parente.
Amazon autisti sospesi per l’algoritmo: produttivitĂ o sicurezza?
Da parte sua, Amazon ha respinto le accuse, dichiarando che i pacchi assegnati rispettavano le normative italiane sulla movimentazione dei carichi. L’azienda ha sottolineato che tutti i suoi fornitori, inclusa Team Work, devono aderire a un Codice di Condotta volto a garantire la sicurezza dei lavoratori.
“Il peso dei colli assegnati era abbondantemente sotto i limiti di legge, e gli autisti ricevono una formazione specifica sul corretto stivaggio della merce”, ha affermato un portavoce di Amazon. L’azienda ha inoltre ribadito che i propri algoritmi mirano a ottimizzare la logistica senza esercitare pressioni indebite sui lavoratori.
Tuttavia, gli episodi di Bologna sollevano dubbi sull’effettiva compatibilità tra l’efficienza richiesta dagli algoritmi e le condizioni di lavoro nel settore. Secondo il sindacato, la logica algoritmica spesso non considera fattori umani fondamentali, come la stanchezza, il traffico o le difficoltà legate a carichi particolari.
Una sfida globale per il mondo del lavoro
Il caso di Calderara di Reno non è isolato. A livello internazionale, Amazon è già stata criticata per le condizioni di lavoro imposte ai propri dipendenti. In Francia, negli Stati Uniti e in Germania, sono emerse testimonianze di ritmi insostenibili e pressioni psicologiche legate al mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’intelligenza artificiale.
In Italia, il dibattito sulla sicurezza sul lavoro è particolarmente acceso, anche alla luce dei frequenti incidenti registrati nel settore della logistica. Secondo l’INAIL, il numero di infortuni sul lavoro rimane preoccupante, con un incremento di episodi gravi proprio nei settori a più alta intensità di automazione.
Le richieste dei sindacati
La Filt-Cgil ha convocato un’assemblea davanti al magazzino Amazon di Calderara, chiedendo il ritiro immediato delle sospensioni e l’apertura di un dialogo con l’azienda. Tra le richieste principali vi è l’introduzione di criteri più umani nella gestione del lavoro, che considerino non solo i parametri di produttività , ma anche la tutela della salute fisica e mentale dei dipendenti.
“Siamo pronti a scioperare se non otterremo risposte adeguate. Questo non è solo un problema di tre lavoratori, ma di un sistema che deve cambiare”, ha dichiarato Parente.
Amazon autisti sospesi per l’algoritmo
La vicenda dei tre autisti sospesi rappresenta un campanello d’allarme per tutto il settore della logistica. Se da un lato l’intelligenza artificiale può contribuire a migliorare l’efficienza operativa, dall’altro è necessario garantire che i diritti e la sicurezza dei lavoratori non vengano sacrificati in nome della produttività .
In un’epoca in cui l’automazione sta ridefinendo le dinamiche del lavoro, episodi come questo ci ricordano l’importanza di mantenere al centro del dibattito il valore umano. Il bilancio tra innovazione e tutela dei diritti non è solo una questione etica, ma una sfida imprescindibile per il futuro delle aziende e della società .
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