Ultimo appuntamento del 2024 per “I Diversi Volti del Teatro”. Anno che si chiude con una nuova produzione della Compagnia teatrale La Ribalta di Salerno: “Don Chisciotte”. Lo spettacolo debutterà sabato 14 dicembre alle ore 21:00 e replicherà domenica 15 dicembre alle ore 19:00, proponendo una rilettura originale dell’immortale opera di Miguel de Cervantes.
Don Chisciotte: la trama
Don Chisciotte della Mancia, scritto da Miguel de Cervantes, è un romanzo epico e satirico pubblicato in due parti (1605 e 1615). La storia segue le avventure di Alonso Quijano, un hidalgo spagnolo che, ossessionato dai romanzi cavallereschi, decide di reinventarsi come cavaliere errante con il nome di Don Chisciotte. Accompagnato dal fedele ma pragmatico scudiero Sancho Panza, parte in cerca di avventure per difendere i deboli e ripristinare la giustizia.
La trama è ricca di episodi comici e simbolici: Don Chisciotte scambia mulini a vento per giganti, greggi di pecore per eserciti e locande per castelli, mentre il mondo reale continua a smentire le sue illusioni. Il romanzo esplora temi come il contrasto tra realtà e fantasia, il potere dell’immaginazione e la critica alla società dell’epoca.
Valentina Mustaro riscrive, riadatta e dirige la nuova produzione
“È la seconda volta che riprendo questo testo. La produzione precedente era stata fermata dalla pandemia del 2020. – ricorda Valentina Mustaro, autrice e regista della produzione – Per quattro anni ho lasciato il testo nel cassetto per poi riprenderlo e stravolgerlo ancora una volta. Quattro anni sono artisticamente un’eternità, quindi il lavoro andava reimpostato per mettersi al passo con la crescita personale ed artistica mia e dell’intera compagnia”.
Poi la regista parla della scelta fatta sui personaggi: “Rispettando l’essenza dell’opera originale di Cervantes, ho scelto però di riattualizzare il testo. Renderlo ancora più vivo e più moderno. – puntualizza Valentina Mustaro – Ho tagliato fuori dalla storia dei personaggi poco funzionali alla mia narrazione, inserendone altri che riassumono più figure dello stesso autore spagnolo. Un esempio è la governante che apparirà sin da subito sul palcoscenico. Che rappresenta una novità assoluta”.
Altra notizia rilevante e da non sottovalutare riguarda sicuramente gli attori, che indosseranno delle maschere portando in scena i canoni della Commedia dell’Arte. Tradizione che il Teatro La Ribalta ha riportato in auge sul territorio campano ormai da quasi dieci anni. Un ripristino di valori che si alimenta periodicamente con training, workshop e laboratori.
Don Chisciotte: la centralità della scala
La grande novità della rilettura di Valentina Mustaro è sicuramente l’utilizzo della scala. Un elemento centrale nella scena, nella storia e nella metafora della tensione verso l’alto, verso ideali e valori universali che potrebbero migliorare noi e di conseguenza il mondo. Cervantes attraverso il personaggio di Don Chisciotte vuole, quindi, innalzarsi al di sopra della realtà che lo circonda.
La scala è un elemento fondamentale anche ai fini dell’economia della scena. La scala si sposta, smonta e ricompone. Essa diventa di volta in volta un fattore che rielabora e trasforma la scena: prima un cavallo, poi una porta fino a diventare l’emblematico mulino a vento, divenuto iconico negli anni ed arrivato fino ai giorni nostri.
Cervantes diventa lui stesso personaggio
Lo scrittore appare per primo sulla scena e proprio su questa scala ricerca l’ispirazione per avviare un racconto. L’ispirazione arriva trovando delle stoffe e soprattutto una maschera che darà la vita al personaggio di Don Chisciotte. Quindi in parallelo Cervantes scrive e la scena prende forma, portando sul palcoscenico anche il personaggio di Sancho Panza, l’ingenuo amico del protagonista che è un personaggio pieno di speranza e di riscatto. Un uomo che non ha avuto la possibilità di incontrare la cultura ma che grazie alla guida della persona giusta, riesce ad emergere dalla mediocrità e dall’ignoranza.
Don Chisciotte: la grande carica
Il circostante deride Don Chisciotte, nessuno riesce a vedere quello che vede lui, nessuno riesce ad andare oltre quella scala. Ma nonostante questo l’eroe non si arrende: “Da quando siamo nati combattiamo contro il vento… sembra una pazzia ma è una viva, grande, meravigliosa protesta“. Nel finale sarà, infatti, lo stesso Cervantes con i suo personaggi erranti a gridare “carica”. Un guanto di sfida agli spettatori, alla quotidianità e a quel mondo che può essere migliorato e andare ben oltre una scala.