Il tema della fiscalità è sempre un argomento scottante in Italia, spesso teatro di tensioni tra obblighi costituzionali e pratiche diffuse. In questo contesto, il Concordato Preventivo Biennale (CPB) rappresenta una novità con implicazioni potenzialmente rilevanti per la gestione fiscale dei contribuenti. Ma di cosa si tratta esattamente e quali sono i suoi risvolti?
Un quadro di riferimento
La Costituzione italiana stabilisce che ogni cittadino debba concorrere alle spese pubbliche in base alla propria capacità contributiva, un principio che sottolinea la solidarietà economica come pilastro della convivenza civile. Tuttavia, la realtà fiscale italiana si scontra spesso con questa visione ideale, come dimostrato dai dati emersi di recente: oltre un milione di partite IVA dichiarano al Fisco guadagni annui pari a soli 15.000 euro, spesso inferiori ai salari che essi stessi pagano ai propri dipendenti.
Per affrontare questo scenario, il Governo ha introdotto il CPB, una misura che consente ai soggetti dotati di Indici Sintetici di Affidabilità (Isa) e ai forfettari di definire in anticipo il proprio reddito imponibile per un biennio, ottenendo benefici come aliquote ridotte e l’accesso a sanatorie su redditi precedenti.
Come funziona il CPB?
Il meccanismo del CPB prevede due passaggi principali:
- Calcolo del reddito d’impresa concordato: si considera la quota eccedente il reddito dichiarato nell’anno precedente, applicandovi un’imposta sostitutiva.
- Rettifiche e imposta ordinaria: il reddito concordato, al netto delle eccedenze e delle perdite pregresse, viene assoggettato alle aliquote standard.
Questa procedura punta a ridurre l’incertezza fiscale, incentivando i contribuenti a una maggiore trasparenza con il Fisco. Nonostante le potenzialità , però, l’adesione alla misura si attesta al 12% della platea potenziale, un dato che solleva interrogativi sulla sua effettiva efficacia.
Le ultime novità : una proroga strategica
Per incoraggiare una maggiore adesione, l’Agenzia delle Entrate ha prorogato i termini per optare per il CPB al 12 dicembre 2024. La proroga riguarda solo i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione entro il 31 ottobre e permette di accedere ai benefici premiali Isa, come la possibilità di evitare controlli mirati.
Questa strategia, sostenuta da una nuova campagna di comunicazione, mira ad ampliare il bacino di partecipanti, proponendo il CPB non solo come strumento di semplificazione fiscale, ma anche come soluzione per sanare pendenze passate, relative al periodo 2018-2022.
Opportunità e criticitÃ
Mentre il Governo cerca di favorire un approccio collaborativo, resta da vedere se il CPB sarà percepito come un’opportunità o come un’ulteriore complicazione. Il basso livello di adesione potrebbe derivare da una scarsa comprensione della misura o dalla diffidenza dei contribuenti verso nuovi strumenti fiscali. D’altro canto, i benefici offerti, tra cui la riduzione delle aliquote e l’accesso a sanatorie, rappresentano incentivi non trascurabili.
La chiusura della finestra per le adesioni, prevista per il 12 dicembre, rappresenterà un test cruciale per il CPB. Sarà interessante osservare se questa misura riuscirà a conquistare la fiducia dei contribuenti italiani, tracciando un percorso verso una fiscalità più trasparente e sostenibile, o se invece si rivelerà un’occasione mancata.
Il tempo, e la risposta dei cittadini, saranno gli arbitri finali di questo esperimento fiscale.