Cambiamenti climatici, violenti alluvioni, esondazioni, slavine e poi guerre, terremoti, eruzioni vulcaniche, ed ancora pandemie e virus. Il mondo sembra pronto per esplodere e noi siamo vulnerabili ed impauriti perche, oltre alle ricadute materiali di queste catastrofi, ci sono quelle umane che riguardano l’assistenza e la cura delle vittime. Siamo pronti? Solo in parte e si puo far meglio.
Argomento quanto mai attuale dibattuto ieri, 19 novembre, nel convegno Emergenza di un Disastro: una Visione Comune promosso dall’IDMA Associazione Internazionale Medicina di Disastri, nei saloni del Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli. La scelta del luogo ha rispecchiato l’asse portante dell’evento che ha messo a confronto medici militari e civili ed esperti dell’organizzazione dei soccorsi.
Cosa succede quando c’e una calamita naturale? L’organizzazione ed il tempismo dei soccorsi sono indispensabili e, l’esperienza ci ha insegnato, arrivano tanti aiuti di organizzazioni pubbliche e private, volontari, vigili del fuoco, Croce Rossa e del servizio civile. Le risorse umane non mancano pero , come sottolinea nel suo intervento il dott. Giuseppe Noschese presidente dell’Idma, i problemi nascono dal coordinamento e dall’efficienza perche non c’e un’unica regia e perche non tutti sono preparati all’emergenza. Dovrebbero essere addestrati non solo sul piano professionale ma anche su quello organizzativo, la logistica, il feedback e la comunicazione. Medici, infermieri, soccorritori, volontari devono tutti sapere cosa fare e, soprattutto, a chi far riferimento per evitare scollamenti e sovrapposizioni, essere tempestivi e collaborativi.
Ecco quindi il punto fondamentale del convegno: a chi dovrebbe spettare il comando e il coordinamento delle azioni di soccorso? Ovviamente a chi ha preparazione, addestramento, disciplina e strategia e se ragioniamo su queste caratteristiche la risposta logica e all’organizzazione militare che puo contare su mezzi, risorse, logistica, personale addestrato, disciplinato e costantemente aggiornato. Non da solo ma operando in accordo con il CCS (Centro Coordinamento dei Soccorsi del Ministero dell’interno) per creare un’unica, efficiente ed efficace Cabina di regia. Restando in ambito medico c’e dunque bisogno di una stretta collaborazione tra la sanita civile e quella militare per affrontare al meglio la scena di un disastro, sia esso naturale o bellico, collaborazione che andrebbe potenziata nelle fasi di relativa quiete per imparare a fare squadra, ad essere team, allineati su procedure e obiettivi, un po’ come accade nei box di Formula 1 al cambio di gomme!
La parola magica e dunque collaborazione, un valore che si basa sulla comunicazione, capacita che sovente manca anche tra colleghi di una stessa struttura, e sulla consapevolezza delle proprie risorse e dei minus ed il convegno si e chiuso sulla dichiarata necessita di testare le capacita organizzative e strutturali di ogni categoria presente, medici civili e militari, psicologi, infermieri, volontari.
Tutto e perfettibile, anche il coordinamento, e incontri come questo sono importantissimi viste le continue sfide emergenziali che ormai stiamo vivendo.