Kai Dausel, il compagno 62enne di Silvia Nowak – la 53enne tedesca residente a Ogliastro Marina ritrovata morta lo scorso 28 ottobre nel piccolo centro appartenente al Comune di Castellabate – è stato iscritto dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania nel registro degli indagati.
Come raccontato nel ns precedente articolo del 25 ottobre – nonostante fossero trapelate diverse voci che parlavano di un video che avrebbe ripreso il compagno della vittima mentre dormiva nel giardino di casa negli istanti della scomparsa della povera Silvia – l’uomo non era completamente fuori dal mirino degli investigatori. In realtĂ pare che la presunta esistenza del predetto video sia sorta da una cattiva interpretazione delle parole dell’avvocato dell’attuale indagato. Il dato oramai certo è che tale video non esiste e, dunque, quello che appariva come un alibi di ferro del Dausel si è sciolto come neve al sole.
Due saranno gli aspetti più significativi al fine di incastrare il colpevole, ovvero l’esame del DNA del materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima e l’esame delle tracce trovate nella casa della vittima durante il sopralluogo dei RIS. Pare che queste ultime siano veramente esigue; gli inquirenti sospettano che le tracce siano state accuratamente pulite, ma il luminol difficilmente lascia scampo anche in questi casi.
E’ anche possibile ritenere che l’iscrizione nel registro degli indagati del 62enne si sia resa necessaria al fine di provvedere agli atti irripetibili, che sono quegli atti procedurali il cui contenuto, assunto prima del dibattimento, non può essere ripetuto in dibattimento. Tali atti, in relazione alle tracce ritrovate in casa, si dovrebbero in pratica sostanziare in un esame del DNA. Qualora questo esame del DNA sulle tracce ritrovate in casa si svolgesse senza che ci fosse la presenza dell’avvocato della persona che poi solo successivamente verrebbe indagata, tale esame sarebbe facilmente impugnato ed inficiato da quest’ultimo. Questo dunque comporta che le Procure a volte iscrivano nel registro degli indagati soggetti anche quando gli indizi nei loro confronti sono solo flebili, appunto per evitare che poi costoro – solo successivamente indagati – possano avere gioco facile nel far rendere inutilizzabili le prove assunte in loro assenza.
Occorre però dire che, nel caso in specie, è verosimile che gli inquirenti abbiano qualcosa in mano che li abbia determinati concretamente a iscrivere nel predetto registro Kai Dausel, perché la necessità di tale iscrizione al fine di provvedere agli atti irripetibili generalmente sorge dopo molti mesi o addirittura anni di indagine, quando gli inquirenti non possono più procrastinare la chiusura delle indagini e devono necessariamente compiere atti concreti nella loro attività di pubblica accusa. Nel caso specifico, invece, l’iscrizione quale indagato del Dausel è arrivata a meno di un mese dall’omicidio; è dunque lecito ritenere che gli inquirenti sospettino fortemente del compagno della vittima.
Altro riscontro investigativo importante arriverà dall’esame dei tabulati del cellulare della vittima. Pare che Silvia abbia avuto una conversazione telefonica qualche istante prima di allontanarsi da casa, l’ultima volta in cui è stata vista in vita. Silvia si allontanò da casa con in mano una scodella ed un guinzaglio, in quanto verosimilmente le era stato detto che vi era nei dintorni di casa un cane o un gatto randagio che aveva bisogno di cure. Tali oggetti non sono stati mai ritrovati.
Gli inquirenti non hanno nemmeno trascurato una piccola rottura presente nella recinzione della casa, nella sua parte posteriore, ovvero la parte di casa adiacente al bosco, soltanto ad una cinquantina di metri dal punto in cui poi è stata ritrovata Silvia semicarbonizzata, a distanza di pochi giorni dalla sua scomparsa. Quindi non viene nemmeno esclusa la possibilità che l’omicidio si sia consumato in casa e che il corpo sia stato portato nel punto in cui è stato ritrovato attraverso lo scavalcamento della rete di recinzione, avvalendosi di quel punto in cui la rottura della rete rendeva più agevole il superamento. Ricordiamo che utilizzare l’ingresso normale del giardino per compiere la predetta operazione avrebbe comportato la visualizzazione della stessa grazie alle telecamere presenti in loco.
Sebbene l’iscrizione di Kai nel registro degli indagati costituisce una novità importante negli sviluppi del caso, sono ancora molti i punti da chiarire che, grazie alle sofisticate tecniche forensi degli ultimi anni, porteranno probabilmente alla scoperta del colpevole di un caso di omicidio che, qualora fosse accaduto quaranta anni fa, verosimilmente sarebbe rimasto irrisolto.