L’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando settori cruciali come sanitĂ e logistica, ma questa crescita comporta un impatto ambientale significativo. I data center, necessari per supportare l’AI, richiedono enormi quantitĂ di energia e acqua, generando anche emissioni di COâ‚‚. Negli Stati Uniti, la questione ha suscitato attenzione crescente, e anche in Italia l’espansione delle infrastrutture tecnologiche pone sfide importanti. Colossi come Amazon e Microsoft stanno infatti investendo in nuove strutture, soprattutto a Milano e Roma, che aprono opportunitĂ economiche ma sollevano anche preoccupazioni ambientali.
Impatto ambientale dell’AI // I data center, che ospitano i server utilizzati per addestrare modelli di AI e gestire le operazioni in cloud, sono noti per il loro consumo energetico sproporzionato. Negli Stati Uniti, si stima che i data center consumino energia paragonabile a quella di intere nazioni. L’addestramento di alcuni modelli AI, per esempio, può richiedere oltre 1.200 megawattora di energia. Se il tasso di crescita continua, i data center potrebbero rappresentare il 3% della domanda energetica nazionale entro il 2030​ (Amazon Sustainability).
Anche in Italia, la situazione non è diversa. Amazon ha recentemente inaugurato un nuovo centro dati a Milano, con un investimento superiore a 2 miliardi di euro. Questo progetto fa parte di un ampio piano da parte di Amazon Web Services (AWS) per creare infrastrutture tecnologiche che operino esclusivamente con energia rinnovabile. Nonostante questo impegno, la domanda di energia per alimentare tali impianti resta elevata, mettendo sotto pressione le risorse locali, specialmente nelle aree con una rete elettrica giĂ sotto stress​ (Home of Energy News).Â
Pressione su risorse idriche e reti elettriche
Uno degli aspetti piĂą critici riguarda il raffreddamento dei server, che richiede enormi quantitĂ di acqua. Negli Stati Uniti, uno degli esempi piĂą noti è il data center Microsoft in Arizona, dove l’uso di acqua per mantenere operativi i server ha sollevato preoccupazioni, poichĂ© l’Arizona è una regione giĂ colpita da carenze idriche. Questa competizione tra uso agricolo e raffreddamento industriale ha creato conflitti locali e sollevato interrogativi su come gestire in modo sostenibile queste risorse.
In Italia, il rischio di stress idrico è particolarmente sentito in regioni come la Lombardia, dove Microsoft e Amazon hanno concentrato i loro nuovi data center. La crescente domanda di acqua per il raffreddamento potrebbe avere effetti negativi sulle risorse idriche locali, soprattutto durante periodi di siccitĂ . L’uso di tecnologie piĂą efficienti per il raffreddamento e l’adozione di energie rinnovabili non sono sufficienti a bilanciare completamente l’impatto ambientale di queste strutture.
Allo stesso modo, l’espansione dei data center contribuisce a una crescente pressione sulle reti elettriche locali. Negli Stati Uniti, molte di queste reti sono alimentate da fonti ad alta intensità di carbonio, aumentando così le emissioni di CO₂. In Italia, la rete elettrica è già messa sotto stress dalla transizione energetica e dall’aumento della domanda di elettricità da parte di industrie e abitazioni. Le nuove costruzioni di data center rischiano di aggravare ulteriormente questa situazione, soprattutto in aree industriali come il Lazio e la Lombardia.
Rifiuti elettronici, un’ulteriore challange ambientale
Un altro problema emergente legato ai data center è la gestione dei rifiuti elettronici. I server impiegati nei data center hanno una durata media di 3-5 anni, dopodiché devono essere sostituiti. Negli Stati Uniti, aziende come Amazon e Apple producono tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno. Questi rifiuti spesso contengono minerali rari come cobalto e litio, materiali che, se non trattati correttamente, possono contaminare il suolo e le falde acquifere. Anche in Italia, i data center di Amazon e Microsoft sono confrontati con il problema dello smaltimento sostenibile di componenti elettronici. Sebbene le aziende abbiano avviato iniziative per ridurre l’impatto ambientale di questi rifiuti, la crescente produzione di dispositivi elettronici pone una sfida difficile da risolvere.
Soluzioni sostenibili negli States e in Italia
Nonostante le difficoltà , molte aziende stanno adottando soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale dei loro data center. Google ha sviluppato sistemi di raffreddamento ad aria che riducono notevolmente il consumo di acqua, e Microsoft ha lanciato un progetto pilota in Virginia che utilizza energie rinnovabili combinate a sistemi di raffreddamento ibridi​.
In Italia, Amazon sta sviluppando parchi solari in Sicilia per bilanciare il fabbisogno energetico dei suoi data center, mentre Microsoft sta collaborando con fornitori italiani per utilizzare energia rinnovabile nei suoi centri. Inoltre, Amazon si è impegnata a utilizzare energia rinnovabile al 100% per alimentare il suo data center a Milano, con un obiettivo ambizioso di diventare un’azienda a emissioni zero entro il 2040​ (Home of Energy News).
Impatto ambientale dell’AI, e il futuro?
Gli investimenti nei data center continuano a crescere sia negli Stati Uniti che in Italia, ma è fondamentale che queste espansioni avvengano nel rispetto della sostenibilitĂ . Le aziende tecnologiche devono continuare a cercare soluzioni che riducano il consumo energetico e le emissioni di COâ‚‚, mentre i governi devono incentivare politiche che promuovano l’adozione di pratiche piĂą verdi e regolamentare il settore per garantire che la crescita tecnologica non danneggi l’ambiente.
Il futuro dell’AI, quindi, dipende dalla capacitĂ di innovare senza compromettere la salute del nostro pianeta. L’integrazione di tecnologie pulite, l’uso efficiente delle risorse e l’impegno verso l’energia rinnovabile sono le chiavi per un progresso che sia in armonia con l’ambiente.
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