Quanto è attendibile l’informazione oggi? E non stiamo parlando delle fake news ma dei criteri con cui si selezionano e diffondono le notizie. O le si ignorano. Insomma parliamo di manipolazione dell’informazione.
E’ passata quasi sotto silenzio sui media italiani la notizia dell’arresto, due giorni fa, di Leon Wang il presidente cinese di AstraZeneca, la società farmaceutica anglo-svedese creatrice del vaccino anticovid.
Leon Wang ed alcuni suoi funzionari erano già da tre anni oggetto di una silenziosa inchiesta sull’ipotesi di frode alle assicurazioni mediche per aver forzato la vendita di alcuni farmaci rispondendo solo ad esigenze di marketing e fatturato. Inizialmente erano stati controllati solo alcuni dipendenti, ma l’inchiesta nei mesi è cresciuta arrivando a coinvolgere quasi 100 ex dipendenti, ora tutti arrestati ed incarcerati dal governo cinese.
I farmaci sotto inchiesta sono due ed anche molto importanti, il Tagrisso, utilizzato contro il cancro del polmone, neoplasia molto frequente in Cina a causa degli alti tassi di inquinamento atmosferico, e l’Imjudo, un immunoterapico per il trattamento del carcinoma epatocellulare avanzato.
Cosa è successo? Per favorirne le vendite ed i relativi altissimi incassi (basti sapere che il Tagrisso ha un costo di oltre 10.000 € e l’Imjudo addirittura di 36.000 €), sono stati manomessi i referti medici di pazienti e modificati i risultati dei test in modo da renderli prescrivibili, poiché questi due medicinali sono di fascia H, cioè assumibili soltanto su prescrizione di un medico ospedaliero. Â
Corruzione, falsificazione e frode, un vero tsunami per il mercato Cinese che rappresenta il 13% del fatturato di  AstraZeneca che con gli arresti ha subìto un crollo in Borsa di circa il 10%. Una perdita molto significativa per un’azienda consumed oriented che ha dichiarato di voler raddoppiare il suo fatturato entro il 2030 lanciando sul mercato altri 20 farmaci specialistici per il settore onco-biologico e quello delle malattie rare. In altre parole, l’importante è fatturare. Sempre, comunque.
D’altronde l’azienda, che conta circa 90.000 dipendenti a livello globale, non è nuova a queste crisi e già in passato è stata oggetto di inchieste e repressioni da parte del governo cinese.
Ora torniamo a noi, le vicissitudini legali di AstraZeneca riguardano solo loro? No, le ricadute sono pesanti e non soltanto in Cina, però, come anche qualche deputato del nostro Parlamento ha notato, in Italia non se ne parla, tranne che in qualche ambiente medico, le notizie siamo andati a cercarle, non ci sono trasmissioni e approfondimenti perciò la domanda nasce spontanea: perché?
Il diritto all’informazione, di cui tanto ragioniamo tutti, si infrange spesso sulle scelte editoriali delle nostre redazioni ed alcune notizie vengono addirittura omesse. Non vogliamo fare dietrologia, ma sappiamo di vivere in un paese dove non esiste più l’editoria pura ed ogni media (quasi tutti!) è espressione di una corrente politica e l’informazione ne rispecchia il pensiero fornendo notizie e chiavi di lettura solo funzionali all’editore e ai suoi sostenitori. E allora della scarsa trasparenza delle politiche aziendali di AstraZeneca non se ne parla …magari perché questa informazione minerebbe anche l’attendibilità dei farmaci prodotti vecchi e nuovi, incluso i vaccini? Magari perché potrebbe aprire indagini su scelte vaccinali del nostro recente passato? Magari perché… potremmo fare tante ipotesi.
L’informazione non è libera, ci illude di lasciarci pensare con la nostra testa ma in realtà indirizza e mette in forma i contenuti per proporre verità addomesticate, ma a volte, come in questo caso, sortisce l’effetto opposto a quello desiderato aprendo la strada a dubbi e interrogazioni che ci riportano alla mente Seneca e ci fanno chiedere Cui prodest?Â