La malanotte di 70 anni fa rivive nel ricordo dei salernitani e in particolare nel quartiere Mariconda. Qui “i figli dell’alluvione ” si trasferirono dopo la tragedia che portò via case, affetti, vite.
Ma fu anche una prova di amore e solidarietĂ quel dramma che ancora oggi tocca il cuore di chi ricorda. Come Enzo Marra, salernitanito che non dimentica e vuole che gli altri ricordino. Così ieri ha riunito davanti al monumento dedicato alle vittime dell’alluvione personaggi storici, uomini di cultura e gente del popolo. E i valorosi vigili del fuoco, in prima linea per salvare vite umane allora e sempre.
La corona di alloro è stata posta dai caschi rossi tra ricordi e commozione. Nell’ascoltare dalla dottoressa Maria Antonietta Petruzzi Mazzella il ricordo del suocero, il compianto farmacista Rosario Mazzella che trasformò la sua farmacia in piazza Matteo Luciani in un pronto soccorso per I cittadini alluvionati.
“Era buono e donava con il cuore – ha commentato – il suo esempio resta indelebile nel tempo”. Come quello della dolce Annaelia Mazzella, nipote scomparsa prematuramente, che gli dedicò come nonno esemplare una toccante poesia. Il fiore che non muore è stata letta ieri, in pubblico, dalla giornalista e scrittrice Luciana Mauro.
Significative le riflessioni fatte poi dal presidente di Legambiente Michele Buonomo, che ha ribadito la necessitĂ di salvaguardare la natura evitando colate di cemento selvaggio. Un inno alla vita, nel ricordo di quanti, in quella malanotte, la persero tragicamente.