Un’analisi approfondita sulla rappresentazione del male nell’opera di J.R.R. Tolkien
Luigi Pruneti, saggista fiorentino, ex docente e studioso di esoterismo, nonché attuale Gran Maestro dell’Ordine Massonico Tradizionale Italiano, ci offre con “Le Ragioni di Sauron. Il Regno delle Tenebre secondo Tolkien” (L’arco e la Corte, collana “Le vie dell’Anello”, Bari 2024, €17) un’analisi profonda e inedita del male nell’universo tolkieniano.
L’opera si distingue per la sua capacità di esplorare le radici e le manifestazioni del male incarnato nelle figure degli antagonisti, dalle origini di Arda fino alle incertezze della Quarta Era. Pruneti conduce il lettore attraverso un viaggio intellettuale che non richiede necessariamente una conoscenza pregressa approfondita delle opere di Tolkien, rendendo il testo accessibile e coinvolgente anche per chi si avvicina per la prima volta a questo universo letterario.
L’autore contestualizza sapientemente ogni elemento del male tolkieniano, mettendolo in relazione con le culture e le tradizioni che potrebbero aver influenzato il celebre filologo inglese. Questa prospettiva amplia la comprensione dell’opera di Tolkien, evidenziando come la complessità e le contraddizioni della civiltà occidentale siano il risultato di un intreccio eterogeneo di sincretismi culturali.
Pruneti esplicita il suo intento di porre una lente di ingrandimento sul male, che deve essere analizzato per cercare di comprenderlo. Ignorarlo, infatti, equivale a esserne contaminati, poiché, come afferma:
il peggior male è quello che non si vuol vedere, perché la schiavitù del conformismo, la pigrizia e la codardia, fanno gridare al branco che la notte è il giorno e il giorno è la notte e tutti, anche chi ha dubbi, piegando la testa, si allinea e forse si convince di essere in pace con la propria coscienza
Il saggio si sviluppa partendo da un esauriente preambolo sulla natura del male in varie culture, fino alla sua “canonizzazione” ad opera dei primi dottori della Chiesa ed esegeti cristiani. Da qui, Pruneti intraprende un itinerario nelle tenebre iniziando con Melkor, poi Morgoth (“Nemico nero”), il primo figlio di Eru Ilúvatar, passando per il suo successore Sauron, principale antagonista de “Il Signore degli Anelli”, e arrivando infine a Saruman e alla “classe operaia” del male: gli Orchi e alcuni popoli di uomini “selvaggi”.
Dimostrando una padronanza notevole sia delle opere di Tolkien che della letteratura critica contemporanea e successiva, l’autore offre interpretazioni estremamente interessanti su aspetti spesso trascurati. Pruneti sviluppa ulteriormente un concetto già individuato da Wu Ming 4 in “Difendere la Terra di Mezzo” (Bompiani 2023), secondo cui «il male non si presenta come affermazione, ma come sottrazione all’esercizio del libero arbitrio». Mentre Wu Ming 4 si concentra sulla coscienza dei protagonisti che, in momenti di solitudine catartica, trovano il coraggio di compiere la scelta giusta, Pruneti approfondisce le scelte e le motivazioni degli antagonisti. Indipendentemente dalla loro natura o potenza, questi personaggi rivelano paure, limiti e rischi insidiosi legati alla fragilità della natura umana.
Fra tanti dubbi, una cosa è certa: tutto dipende da noi, dalla nostra capacità di difenderci o di arrenderci al male
sottolinea Pruneti. Questa riflessione rende l’analisi altamente pertinente rispetto ai problemi della realtà odierna, ribaltando la critica spesso mossa a Tolkien di proporre un’evasione dal mondo reale. Al contrario, il saggio ci invita a riconoscere nell’indifferenza e nella mancanza di empatia il male più grande del nostro tempo.
Il testo si conclude, in modo agrodolce come nel Il Signore degli Anelli, con una proiezione che riguarda sia l’universo di Arda sia il nostro mondo:
Una cosa è certa: il male non sparirà , ritornerà , perché sembra che sia una componente ineludibile di tutto ciò che, nel mondo della materia, è sottoposto alla legge del divenire.
Spetta a noi, dunque, trovare la forza per superare i limiti intrinseci della nostra fragilità .
Leggendo Le Ragioni di Sauron, mi sono ritrovato non solo immerso nelle profondità della Terra di Mezzo, ma anche a riflettere sulle sfide morali del nostro tempo. Pruneti offre un viaggio intenso e personale attraverso le sfaccettature del male, collegando magistralmente l’universo tolkieniano alle inquietudini della società contemporanea. Questo saggio invita a guardare oltre la superficie, a comprendere le radici delle nostre paure e debolezze. Consiglio vivamente questo libro non solo agli appassionati di Tolkien, ma a chiunque sia interessato a esplorare le complessità dell’animo umano. È un’opera che stimola la riflessione e ci incoraggia a trovare la forza per affrontare i limiti della nostra fragilità , ricordandoci che la comprensione è il primo passo verso il superamento del male.