L’Agenzia delle Dogane con nota prot. N. 594995 del 25 settembre u.s. ha ufficializzato il recupero delle accise sul gasolio per autotrazione, acquistato nel III trimestre di quest’anno (01 luglio – 30 settembre 2024) e consumato dalle imprese di autotrasporto merci (conto terzi e conto proprio) sui veicoli di massa complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate e aventi categoria ecologica euro 5 o superiore.
L’importo ammesso al recupero è sempre pari a 214,18 euro per mille litri di gasolio commerciale (21,418 centesimi di € al litro).
La domanda potrà essere presentata dal 1° ottobre all’Ufficio delle Dogane competente per territorio.
Circa la compensazione del credito d’imposta nel modello F24, il codice tributo da utilizzare è sempre il “6740”.
La maggior parte delle aziende appartenenti al settore dell’autotrasporto in Italia usufruiscono di questo beneficio e presentano periodicamente una regolare istanza di rimborso, direttamente o per il tramite dei propri intermediari (commercialisti, consulenti).
Per molte di queste aziende la compensazione in F24, del credito d’imposta sulle accise con i contributi e gli oneri sociali, rappresenta una vera e propria “ancora di salvezza”.
In tante, infatti, solo così riescono ad ottenere un Durc (Documento unico di regolarità contributiva) regolare e di conseguenza la possibilità di ricevere nuove commesse dai propri clienti.
Bisogna tenere bene a mente che le aziende di autotrasporto forniscono un servizio essenziale per il nostro Paese.
Ricordiamoci, infatti, che durante la pandemia da Covid-19 i loro automezzi erano autorizzati a circolare liberamente sul territorio nazionale, per poter garantire le consegne di derrate alimentari nei nostri supermercati e di prodotti farmaceutici nelle farmacie e parafarmacie presenti sotto casa.
Tra i maggiori costi di gestione, che tali aziende sopportano, abbiamo:
- Costi per rifornimenti di gasolio per autotrazione
- Costi per pedaggi autostradali
- Spese per manutenzione e riparazione dei propri automezzi
In particolare, la componente gasolio pesa per il 30% sulle spese del trasporto su gomma.
Ecco, dunque, spiegato il motivo delle agevolazioni statali concesse sulle accise per il gasolio da esse consumato.
Negli ultimi anni, subito dopo la pandemia da Covid-19, con la guerra in Ucraina prima e l’inflazione poi, le voci di costo viste in precedenza sono lievitate a dismisura e soprattutto quelli energetici, come appunto il gasolio.
Oggi i propositi del Governo Meloni sono quelli di aumentare i prelievi fiscali sul gasolio e ciò allarma molto gli autotrasportatori.
Questi consumano quantità industriali di gasolio e temono che un aggravio delle spese, per i motivi visti in precedenza, sia per loro letale.
Inoltre, il rischio concreto che si profila all’orizzonte è che agli aumenti delle accise sul gasolio non corrispondano maggiori compensazioni, in termini di credito d’imposta.
Il Ministro Giorgetti, di recente ha dichiarato (e poi subito smentito per le polemiche sollevate in seno alla propria compagine di governo), che in vista della prossima manovra di bilancio chiederà maggiori sacrifici al Paese e agli italiani.
L’Italia ha precise esigenze di bilancio e i soldi vanno trovati, senza ombra di dubbio.
Io non vorrei, però, che poi a pagare siano sempre gli stessi: i soliti noti … al fisco!
È vero che la manovra sulle accise produrrebbe allo Stato maggiori entrate per un miliardo di euro, ma è altrettanto vero che le imprese di autotrasporto, così come le famiglie italiane, già pagano l’accisa sul gasolio più alta d’Europa!
Il Governo dovrebbe considerare che un ulteriore aumento delle accise sul gasolio provocherebbe addirittura una perdita della competitività di tutte le nostre aziende, non solo quelle del trasporto su gomma, rispetto alle altre europee.
Non è detto, poi, che il Governo riesca nel suo intento, di recuperare un maggior gettito fiscale.
Eh già, perché i nostri camionisti (come anche gli automobilisti italiani) potrebbero andare all’estero a rifornirsi di gasolio, richiamati proprio dai prezzi più bassi alla pompa.
Vedremo come andrà a finire, ma nel frattempo c’è già chi ha bollato tale proposta del Governo Meloni come: una pazza idea!