Tra le tematiche drammaticamente attuali che allarmano gli attivisti nel mondo – e non solo gli attivisti – vi è senza dubbio l’inquinamento e, in maniera trasversale, quella afferente al consumo spropositato della plastica. I numeri riportati dall’OCSE, nel rapporto “Global Plastic Outlook” del 2019, sono decisamente poco incoraggianti e meritano la giusta attenzione. Sono infatti 353 milioni le tonnellate di plastica generate ogni anno, 11 delle quali riversate annualmente negli oceani, nei fiumi e nei laghi di tutto il Pianeta. In termini più precisi, soltanto il 9% viene riciclato correttamente e reimmesso nei cicli produttivi. Emerge inoltre, con particolare e drammatica evidenza, il quantitativo di plastica disperso nell’ecosistema (pari al 22%) e la relativa giacenza nelle discariche (il 50% del totale), con il rimanente residuo che finisce in modo irreversibile negli inceneritori. Statistiche decisamente preoccupanti e in pericoloso aumento, se proiettate in un futuro non troppo lontano dal nostro presente.
Ma, in una realtà globale sempre più segnata dall’inquinamento di materie plastiche, non mancano soluzioni concrete pensate per contrastare attivamente il problema. Una di queste, decisamente lodevole e pragmatica sul piano sociale, vede il pieno coinvolgimento della cittadinanza in operazioni di clean up svolte saltuariamente su tutto il territorio campano. A promuoverle è un’organizzazione no-profit di tutela ambientale sorta dalla volontà e dall’impegno civile di Elena Curcio, curatrice e promotrice di Demetra – Insieme per l’Ambiente, con sede a Napoli. «Ripulire e sensibilizzare, ma anche emulare», ci racconta lei stessa in prima persona. E sì, perché non di rado succede che cittadini a passeggio sul lungomare, spinti dalla curiosità e dal desiderio di collaborare, decidano di unirsi ai volontari già presenti e di impegnarsi, insieme a loro, nella raccolta di rifiuti abbandonati per le strade e sui litorali campani.
VOGLIA DI RISCATTO E DI RIGENERAZIONE AMBIENTALE
Ma come è nata questa avventura? Potremmo dire quasi per caso. «Cinque anni fa cominciai a raccogliere, in maniera del tutto autonoma e spinta da un personale desiderio di sfida, rifiuti in plastica sulla spiaggia di Lucrino (NA). Da lì, pian piano, si unirono a me altre persone, motivate dal medesimo senso di sfida e di riscatto», continua a raccontarci Elena. Col passare degli anni ne è sorta una piccola comunità di attivisti che, via via, si è sempre più allargata, anche grazie all’ausilio dei social media. «L’aspetto più bello e gratificante è vedere tantissime persone intente a pulire e a ridare vita alle spiagge, sempre con il sorriso stampato sulle labbra. Passando ore e ore in compagnia per un grande, nobilissimo fine».
Di recente sono state due le iniziative organizzate nel mese di settembre che hanno visto una buona partecipazione di pubblico e di addetti ai lavori. La prima delle quali si è svolta ad Arco Felice, una piccola frazione dell’area flegrea non distante dal comune di Pozzuoli; la seconda, a distanza di una settimana dall’altro, sulla spiaggia di Bagnoli. Due aree tristemente note per l’abbandono di rifiuti di qualunque natura o provenienza.
Eppure, nell’aria si respira un’aria diversa. Un’aria di riscatto, di cambiamento, di rottura contro lo stato di inerzia che affligge parte del nostro territorio. Armati di pinze telescopiche, guanti e sacchi biodegradabili (il materiale viene fornito gratuitamente dall’associazione) persone di ogni età si sono dunque date appuntamento ai lidi Le Monachelle e Fortuna raccogliendo davvero di tutto: bottiglie di plastica e di vetro, tappi e mozziconi di sigarette, lettini a sdraio abbandonati al loro destino e, addirittura, contenitori di oggetti risalenti a chissà quale epoca del passato. Chiaramente, ed è importante sottolinearlo, la raccolta viene effettuata purché avvenga nella più totale sicurezza dei volontari.
CREDERE NEL CAMBIAMENTO
Nella nostra chiacchierata con Elena sono affiorate parole che rappresentano, se vogliamo, lo spirito autentico dell’associazione Demetra, e sono motivazione, emulazione e cambiamento. Quest’ultima, in particolare, si è ripetuta a più riprese. «Bisogna credere nel cambiamento senza mai arrendersi. Si può cambiare ed è già successo. Abbiamo raccolto dieci, venti, trenta volte di più di quanto fatto in passato. Tutto grazie allo spirito di emulazione e al buon esempio dato». Perché cambiare è possibile, e spesso basta solo volerlo.
In parallelo, il ruolo delle istituzioni è in egual modo fondamentale. La premessa necessaria affinché la raccolta venga portata a compimento è data infatti dal ritiro, da parte degli enti preposti, dei rifiuti raccolti dai cittadini volontari. «Tuttavia, è importante precisare che il cambiamento non parte mai dalle istituzioni, ma dalle azioni di ogni singolo individuo. Il nostro motto è sensibilizzare a non sporcare e invogliare le persone a limitare il consumo sfrenato delle plastiche», ribadisce con forza Elena.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Sebbene manchi ancora una data ufficiale, sarà presto calendarizzato un evento molto interessante in materia sempre di sostenibilità ambientale. Parliamo dello swap party. Di cosa si tratta? Ce lo spiega direttamente Elena: «È un ritrovo di ragazzi e di adulti finalizzato allo scambio di abiti usati. Viviamo in un’epoca in cui l’acquisto di indumenti si fa sempre più sconsiderato, soprattutto fra i più giovani, con relativo danno all’ambiente. Verrà pertanto adibita una sala, all’interno della quale saranno sistemati dai due ai tre capi a persona, proiettando anche filmati di fabbriche che producono indumenti a bassissimo costo e di dubbia qualità. Il riciclo degli abiti è fondamentale tanto quanto il riciclo della plastica ed è importante, anche in questo senso, sensibilizzare e incoraggiare al cambiamento».
Per rimanere aggiornati su questo evento e su quelli immediatamente successivi, è possibile seguire la pagina Facebook dell’associazione al seguente link: https://www.facebook.com/profile.php?id=61558999122727