L’artista Maria Fontanella è una interessante pittrice di Napoli che sta rapidamente facendosi conoscere anche a livello internazionale per la originalità e la freschezza delle sue opere.
Il suo percorso artistico è forgiato dai suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e delle sue esperienze professionali. Ma perchè è così coinvolgente artisticamente questa artista?
Sin dal primo sguardo alle sue opere si può tranquillamente affermare che Maria trasmette allegria e voglia di vivere nonostante tratti temi sociali attuali. L’uso dei colori è estremamente acceso, la voglia di esplorare il mondo nelle sue manifestazioni più inaspettate, tutto questo si riflette nella sua arte pittorica. Dietro ciascuna opera c’è un attento studio e una storia, avvincente, ricca di suggestioni: lo storytelling diventa parte integrante del processo artistico.
Osservare le sue opere è come sfogliare un bel romanzo: le immagini catturano l’attenzione del visitatore come ipnotizzandolo e trattenendolo a lungo di fronte a ciascuna opera, e le espressioni facciali di volta in volta cangianti, meravigliate, estasiate, corrucciate, denotano la immedesimazione nelle storie tratteggiate mirabilmente.
La sua continua incessante ricerca di temi suggestivi, la sua capacità di creare storie e immagini che rimangono impresse nella mente e nel cuore di chi le può ammirare, e di chi sceglie di possedere le sue opere, fa si che l’artista sia destinata a un importante percorso ancora in gran parte da decifrare, perché come lei stessa afferma gli stereotipi non le appartengono, la voglia di esplorare tecniche, stili e tematiche la contraddistinguono, e noi tutti ci auguriamo possa continuare a portare gioia, spensieratezza, capacità di stupire, voglia di approfondire e scoprire il suo mondo.
Maria Fontanella Collabora occasionalmente con “Radiodrama” radio web TV diretta da Mario Pellegrino e Rosaria Raspanti, per la realizzazione di elementi scenografici e scenici. Sull’onda della spontaneità e libertà espressiva oggi sperimenta con audacia le infinite possibilità di accostamento del colore, sempre vivido nelle sue opere, i colori primari e brillanti che utilizza talvolta puri la fanno da padrone sullo spazio tela. Nel tratto spazia sapientemente da forme pittoriche a forme più propriamente grafiche per segno e struttura. Vive e lavora nella provincia di Napoli e si definisce: instancabile apprendista, innamorata della vita come dell’arte. Fiduciosa delle innumerevoli possibilità scaturibili dall’incontro e nell’incontro.
D- Introduzione al Lavoro: Maria, puoi raccontarci di come è iniziato il tuo percorso artistico e cosa ti ha spinto a scegliere la pittura come tua forma espressiva?
Ero una ragazzina quando ho scelto di frequentare il liceo artistico, in quegli anni che precedono l’adolescenza, il mondo delle immagini, dei colori mi dava più possibilità di esprimere il mio universo interiore, il tutto accadeva naturalmente: l’arte e la pittura mi erano congeniali.
D- Influenze e Ispirazioni: Quali artisti o movimenti artistici hanno influenzato il tuo lavoro? Ci sono delle esperienze particolari che ti hanno ispirata nel tuo percorso?
Nel corso degli studi in Accademia a Napoli, ho avuto la possibilità di frequentare il laboratorio di decorazione di Adriana De Manes dove ho appreso il metodo per tradurre attraverso il linguaggio visivo un contenuto affinché ci sia una comunicazione visiva efficace, ciò tiene conto di tante variabili.
Ho frequentato i laboratori di “quarta pittura” di Ninì Sgambati, mi sono specializzata nel laboratorio di Guglielmo Longobardo, indubbiamente il loro approccio al fare artistico mi ha influenzata e ispirata. In Accademia ho incontrato grandi maestri: Vincenzo Bergamene, Fabio Donato, Dario Giugliano direttore della rivista di Estetica.
D- Tematiche trattate: Le tue opere spesso affrontano temi sociali attuali. Puoi dirci di più su come scegli queste tematiche e quale messaggio speri di comunicare attraverso di esse?
Arte e vita sono indissolubilmente legate e credo attingano l’una dall’altra in un continum temporale dall’alba dei tempi.
Scelgo temi che hanno a che fare con la caducità della vita, con la condizione fisica del corpo: piacere, desiderio, dolore, malattia, morte, maternità, dipendenze, disturbi alimentari.
Indago il corpo femminile inteso talvolta come merce, prodotto,bene di consumo, qualcosa che si può acquistare e consumare, qualcosa del quale si può abusare.
Con il mio lavoro vorrei suscitare una riflessione sul corpo come luogo fisico della vita e di quel sentire caratterizzante il singolo individuo e il tessuto sociale tutto.
D- Uso del Colore: Hai una particolare predilezione per colori accesi e brillanti. Cosa rappresentano per te i colori e come influenzano il tuo processo creativo?
Poter utilizzare i colori puri, accostarli tra loro così come faccio oggi per me significa grande libertà espressiva, avendo studiato il disegno, la pittura,l’olio, le tinte naturali, sono stata lungamente fedele alla regola della raffigurazione realistica.
Solo in un secondo momento ho accostato i colori industriali, accesi,tinte fluorescenti in maniera più libera. I miei lavori sono coloratissimi, prevale oggi questo desiderio di estrema vitalità che uso per trattare anche temi forti, la chiamerei quasi una rivincita del colore!
D- Processo Creativo: Puoi descriverci il tuo processo creativo? Come nasce un’opera e quali sono i passaggi che segui dalla concezione iniziale fino alla realizzazione finale?
Qui faccio una distinzione tra due tipi di lavoro: alcune opere sono necessarie, con impeto partono dal profondo e arrivano direttamente sulla superficie della tela prim’ancora che alla mia coscienza. Queste opere indispensabili fanno parte di un flusso inarrestabile e restano come traccia di un pezzo del mio vissuto più intimo.
Poi c’è un diverso tipo di opere: partecipando a eventi che invitano alla riflessione su un tema particolare, o per delle commissioni private, il processo in questi casi è mediato: parte dapprima da uno studio dei contenuti o del vissuto del committente e del pensiero che egli vuole tradurre in immagine attraverso me, poi un a riflessione razionale, e un’immersione nel mio vissuto esperienziale affinché possa avvenire una digestione emotiva da parte mia dei contenuti e una traduzione poi formale, in immagini, colori e suggestioni su tela.
È un lavoro di grande apertura dal quale però prendo tanto: è per me un esercizio spirituale.
D- Storytelling nell’Arte: Hai accennato all’importanza dello storytelling nelle tue opere. Come integri la narrazione visiva nel tuo lavoro e quali storie desideri raccontare?
Al fine di una comunicazione visiva efficace, bisogna tenere in considerazione l’immaginario collettivo, gli stereotipi, gli archetipi, i simboli della cultura contemporanea.
Solo con un’attenta analisi di significati e significanti può avere luogo una narrazione efficace.
Mi piace raccontare storie sospese. Spesso accosto elementi fortemente in contrasto tra loro che convivono nell’ inerzia di un non agito, lasciando quindi sempre una possibilità di scelta interpretativa, da parte del fruitore.
In estrema sintesi mi limito a rappresentare storie dal finale aperto, dove l’occhio e il vissuto del fruitore possono fare la differenza.
D- Reazione del Pubblico: Come reagisci quando vedi le espressioni delle persone che osservano le tue opere? C’è una particolare reazione che ti ha colpito?
Durante le esposizioni mi piace osservare quel momento nel quale qualcuno si mette in contatto con il mio lavoro.
Amo l’arte e questa connessione con l’oggetto d’arte la vivo in primis come fruitrice.
Si, ci sono state delle reazioni che mi hanno molto emozionata, ne conservo il ricordo sentendomi privilegiata dato che ho avuto committenti coi quali si è instaurata una certa connessione: mi hanno consegnato pensieri, sensazioni, confessioni , dandomi poi carta bianca per la realizzazione di un’opera che potesse simboleggiare ciò.
Alla consegna più volte qualcuno ha pianto vedendo il dipinto venuto fuori da questo viaggio che si è venuto a creare per realizzarlo.
Io credo moltissimo nel valore terapeutico dell’arte.
D- Collaborazioni: Ci parli della tua collaborazione con “Radiodrama”? Come questa esperienza ha influenzato il tuo lavoro e quali elementi scenografici hai realizzato?
Qui, Anna, potrei parlarti per ore; Radio Drama web TV è un progetto artistico sperimentale nato dalla Casa del Cuore, associazione culturale Aversana che pratica lo psicodramma Moreniano.
Radio Drama rappresenta il braccio lungo che agisce questa filosofia che ha come fulcro l’azione, la spontaneità, la possibilità di uscire dal proprio ruolo e di vestire altri panni: un palcoscenico dove ci si allena alla presenza emotiva.
Esperienze come rappresentazioni teatrali, trasmissioni in diretta web e adesso anche una miniserie web.
Ho avuto modo in questi anni a partire dalla nascita di questo progetto, di realizzare ora accessori di scena, ora pannelli decorativi per le dirette web, la scenografia per lo spettacolo “loro di Drama”, per me quindi la collaborazione con Radiodrama rappresenta un arricchimento dal punto di vista culturale ma anche emotivo.
Influenza il mio fare artistico dando uno slancio in avanti alla spontaneità esecutiva, e alla sperimentazione.
D- Sperimentazione Artistica: Sei descritta come un’artista che ama sperimentare e rompere gli stereotipi. Come affronti la tua ricerca di nuove tecniche e stili?
Si, mi piace sperimentare, dalla muffa sotto resina,ai tessuti che posso applicare sulla superficie della tela, diluenti e colori alternativi ai classici, plexiglass specchiante, foglia oro, resina, carte, vino rosso cotto.
Devo dire che la sperimentazione fa parte della mia formazione, la ricerca di differenti medium espressivi.
Tra una tecnica che già conosco e una nuova è per me più stimolante provare la nuova. Rispetto allo stile non mi piace definirmi in uno stile fermo, preciso, anche se è inevitabile pur non ricercandolo, lascio aperta la possibilità al cambiamento e alla sperimentazione.
D- Futuro dell’Arte: Quali sono i tuoi progetti futuri? C’è qualche nuovo tema o tecnica che desideri esplorare nel tuo prossimo lavoro?
Un tema che sento mio è l’immateriale, lo spirituale, l’invisibile che si può percepire in alcuni momenti, scelte, della propria vita.
Pur scegliendo la rappresentazione figurativa tendo da sempre ad accennare a questo invisibile, riprendendo le influenze simboliche occidentali,poi di alcune avanguardie artistiche del 900, amo il blu oltremare, l’IKB e tutto il lavoro di Yves Klein, le antropometrie, la traccia del corpo, lo spirito.
Il suo lavoro ispira concettualmente il mio.
Mi piacerebbe anche un lavoro performativo e collettivo, questo Luglio a Venezia col gruppo si artiste da te selezionate Anna, abbiamo fatto una performance artistica per me molto significativa.
D- Messaggio Personale: Infine, se potessi condividere un messaggio con i tuoi ammiratori e chi è attratto dalla tua arte, quale sarebbe?
L’arte e l’immaginario artistico e poi successivamente il fare artistico, ha rappresentato per me da sempre un’ alternativa possibile a un mondo che talvolta inviava stimoli troppo forti e che andavano necessariamente placati, tradotti, trasformati, processati, attraverso la forma e il colore.
Un mondo del quale si può decidere poiché se ne è gli artefici, o nel quale ci si può immergere, perdere e ritrovare secondo molteplici possibilità.
Il dipinto è un ponte tra anime che non sono immediatamente presenti l’una all’altra, la superficie della tela è viva, sensibile, entrare in contatto con essa significa essere e sentire.
D- Il tuo incontro con Anna De Rosa?
È molto significativo e importante anche perché avviene in piena pandemia e in un momento di lunga inattività artistica a causa di vicissitudini personali prima che mondiali, per cui l’incontro con Anna lo definirei salvifico.
Sei una persona ricca della tua esperienza artistica a 360gradi e di vita, per cui frequentati, avere la possibilità di lavorare al tuo fianco è un arricchimento, poi c’è da dire che hai curato la mia personale e sento con te un legame di conoscenza artistica profonda e ti sono molto grata per la tua umanità in primis.
Detto questo a livello professionale credo tu sia una garanzia per ogni artista, per ogni ente, associazione, privati, che si rivolga a te: hai alle spalle una grande esperienza per l’organizzazione di eventi culturali e l’arte ,la cultura, il cinema, il giornalismo, la scrittura costituiscono il tuo Habitat naturale, sei un vero e proprio ponte tra artisti, curatori, critici d’arte di fama nazionale e internazionale.
Io sono sempre felice e onorata di poter vivere dei momenti con te di crescita culturale e personale.
Grazie mia cara Pusher dell’arte.