4° giornata del campionato di Lega B 2024/25 per la Salernitana.
I granata sono di scena allo stadio Danilo Martelli – (viale Te, 7/9, 46100 Mantova MN-15.000 spettatori) domenica 1 settembre ore 20.30 per una sfida davvero infuocata contro la compagine di casa guidata da mister Possanzini.
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bonta’ enogastronomiche del territorio mantovano:
• Bigoli con le sardelle.
• Turtei sguasarot.
• Tortelli di zucca.
• Tortelli amari, tipici di Castel Goffredo.
• Tagliatelle.
• Gnocchi di zucca.
• Capunsei, tipici dell’alto mantovano.
• Risotto alla pilota, condito con salamella di maiale
PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA
La cucina mantovana è l’insieme dei piatti della tradizione culinaria della provincia italiana di Mantova, alcuni dei quali risalenti ai tempi dei Gonzaga.
È una gastronomia forte di piatti apprezzati fuori dal territorio anche nei secoli scorsi. È una cucina vincolata alla terra dalle tradizioni contadine, ma risulta comunque molto ricca e variegata. Diverse possono essere le varianti locali di uno stesso piatto.
Vista la posizione geografica occupata dalla provincia di Mantova, la tradizione culinaria mantovana si apparenta alla cucina emiliana del salume e della pasta e alla cucina lombarda del riso.
Clima e territorio
La temperatura: previsti circa 24 gradi con una giornata variabile.
Mantova è un comune italiano di 49.414 abitanti capoluogo dell’omonima provincia in Lombardia.
Dal luglio 2008 la città d’arte lombarda, con Sabbioneta, entrambe accomunate dall’eredità lasciata dai Gonzaga che ne hanno fatto due tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Data la sua importanza come capitale del prima marchesato e poi ducato di Mantova, è rappresentata tra le quattordici città nobili del Vittoriano, come simbolo di “madre nobile” e precursore della successiva monarchia sabauda e dell’unità d’Italia.
Nel 2016, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha insignito Mantova del titolo di capitale italiana della cultura. Nel 2017 Mantova e la sua provincia, insieme a quelle di Bergamo, Brescia e Cremona, sono state premiate come Regione Europea della Gastronomia sotto il nome di Lombardia Orientale. Mantova è stata inoltre città europea dello sport nel 2019.
Mantova è l’unica città, intesa come museo urbano diffuso, presente sulla piattaforma Google Arts & Culture con più di 1.000 opere digitalizzate e 40 mostre virtuali allestite in 8 differenti musei virtuali.
Inoltre, secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente “Ecosistema Urbano 2023”, la città si è classificata al secondo posto nella graduatoria delle migliori città italiane per qualità dell’ambiente e della vita.
Flora e fauna del territorio ruotano inevitabilmente attorno alla presenza a Mantova dei laghi e delle acque che la cingono. Nei laghi mantovani sono insolitamente presenti i fiori di loto (Nelumbo nucifera), originari del Sud Est asiatico. Dalle sponde del parco pubblico di Belfiore, sul lago Superiore, è ben visibile l’isola galleggiante dei fiori di loto con la spettacolare fioritura in luglio-agosto-settembre.
La loro bellezza è indubbia ma dal punto di vista ambientale l’introduzione del fior di loto è stata un’operazione discutibile dato che si tratta di una specie aliena dotata di forte capacità infestante che fa sì che siano oggetto di massicci interventi periodici di sfalcio per preservare l’integrità dei laghi. La loro introduzione in Italia è opera nel 1914 dei padri Saveriani di Parma che decisero di utilizzare la fecola ottenuta dai rizomi a scopo alimentare, come da secoli facevano i cinesi. Maria Pellegreffi, giovane laureata in Scienze Naturali si occupò del trapianto dei rizomi nel Lago Superiore di Mantova nel 1921.
La farina non ebbe successo nella cucina mantovana ma il fiore colonizzò i laghi. Il paesaggio emozionante e surreale che la distesa di fiori di loto concorre a creare ha dato vita anche a una leggenda sulla loro nascita in territorio. Si racconta che un giovane viaggiando per l’oriente conobbe una ragazza dagli occhi a mandorla e con la pelle profumata come i petali del fior di loto. Venuta a Mantova, la povera ragazza, nello specchiarsi nel lago, vi cadde, perdendo la vita. Il ragazzo allora gettò dei semi del fiore nel lago in modo che, fiorendo ogni estate, potessero ricordare con il loro profumo e la loro delicata bellezza la sua sposa e sconfitto dal dolore si tolse la vita sparendo anch’egli nelle acque del lago.