Nelle scorse settimane è stata diffusa dai media la notizia che il governo Meloni ha deciso di dire addio al Redditometro e concentrare i controlli sui grandi evasori. Con il decreto correttivo al concordato cambiano i controlli sulle spese.
Da un lato viene confermato che lo scostamento tra reddito ricostruito attraverso le spese sostenute e reddito effettivamente dichiarato deve essere almeno del 20%; dallâaltro câè un ulteriore limitazione: lo scarto deve essere superiore almeno a dieci volte lâassegno sociale annuo (attualmente pari a 6.947,33 euro), ossia circa 70mila euro.
Facciamo un esempio per chiarire: con le vecchie regole in presenza di un reddito dichiarato di 10mila euro sarebbe bastato al Fisco ricostruire un reddito di 12.500, attraverso le spese del contribuente, per muovere il primo passo verso la contestazione di unâevasione.
Ora invece lâallarme scatterĂ solo in presenza di un reddito ricostruito di circa 80mila euro (?)
Lâintento del Governo è quello di ridurre al massimo il numero dei cosiddetti âfalsi positiviâ e di indirizzare i controlli sui casi in cui câè effettivamente unâevasione elevata.
In ogni caso anche il nuovo evasometro prevede un ampio margine al contribuente (e ai suoi difensori) per giustificare gli scostamenti tra redditi dichiarati e spese sostenute.
Il contribuente infatti potrĂ sempre dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo dâimposta, oppure con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte (redditi questâultimi legalmente esclusi dalla base imponibile).
In altre parole, sarĂ sempre possibile spiegare che le spese attribuite hanno in realtĂ un diverso ammontare e che la quota di risparmio utilizzata per consumi ed investimenti si sia formata nel corso degli anni precedenti.
LâItalia è un paese caratterizzato dalla presenza di tantissime ditte individuali e da micro e piccole imprese.
Secondo i dati forniti dal MEF â Dipartimento delle finanze e relativi allâanno dâimposta 2022, i contribuenti Irpef sono stati circa 42 milioni e hanno assolto lâobbligo dichiarativo direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione âRedditi Persone Fisicheâ e â730â o, indirettamente, attraverso la dichiarazione dei sostituti dâimposta (Certificazione Unica – CU).
Sono 23,8 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730; 8,8 milioni di soggetti hanno presentato invece il modello âRedditi Persone Fisicheâ; i dati dei restanti 9,4 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello CU compilato dal sostituto dâimposta. L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo piĂš elevato è la Lombardia (27.890 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (27.230 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio piĂš basso (17.160 euro). I redditi da lavoro dipendente e da pensione sono circa lâ83% del reddito complessivo dichiarato; nello specifico, il reddito da lavoro dipendente rappresenta il 53,5% del totale del reddito complessivo. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 22.280 euro, quello dei pensionati a 19.750 euro. Il reddito medio piĂš elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 64.670 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è di appena 27.420 euro.
Come si fa, considerando questi dati, a concentrare i controlli solo ed esclusivamente sui grandi evasori?
Ă vero che bisogna rendere piĂš efficiente lâazione del Fisco, in termini di maggior recupero dâimposta, però neanche si può esagerare ed allargare troppo le maglie dello scostamento tra reddito dichiarato e quello ricostruito.
Altrimenti, avanti di questo passo, i migliori controlli⌠saranno quelli che non si fanno!
Chiunque in maniera fraudolenta non contribuisca con il proprio reddito (reale) alle spese dello Stato, necessarie per soddisfare i bisogni dellâintera collettivitĂ (scuola, sanitĂ , giustizia, welfare, etc), è a mio avviso da ricercare e in qualche modo punire.
Non commettiamo lâerrore di sottovalutare i piccoli e piccolissimi evasori. Mi riferisco a tutti quei contribuenti che sottraggono (attraverso false attestazioni reddituali) risorse preziose anche agli Enti locali, usufruendo di servizi assistenziali per sĂŠ e i propri familiari a discapito di chi ne avrebbe piĂš diritto e bisogno.
Non deve passare lâidea che in fondo il peso che questi furbetti scaricano sulle spalle dello Stato (e del proprio Comune di residenza), ricordiando sempre che: Ciento niente accerèttero âo ciuccio!