La mostra
E’ incorso già da giorni presso la Biblioteca Provinciale di Salerno l’esposizione di Paolo Gubinelli che durerà fino al 25 ottobre, “Il segno e l’incontro con la superficie” curata dal critico e storico dell’arte Massimo Bignardi che ha anche coordinato il volume di 120 pagine edite da Gutenberg di Baronissi (SA).
L’artista nel suo percorso ha dapprima attraversato esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali poi il suo interesse per la “carta”, è diventato predominante: in un primo tempo utilizza il cartoncino bianco, morbido al tatto, particolarmente sensibile alla luce, lo incide con una lama, seguendo forme geometriche.
Successivamente la carta trasparente, sempre incisa e piegata si sostituisce al cartoncino bianco; o distribuita in fogli, in successione ritmico-dinamica, o in rotoli che si distendono come antichi papiri: questa volta le incisioni sono lievi e si fanno tracce di una poesia non verbale. In questi ultimi anni, sempre su carta trasparente, il segno geometrico lascia il passo all’uso di pastelli colorati espressi in libertà per una espressione lirico musicale ed anche toni e di gesti acquerellati . Molte sono le sue opere su carta, i suoi libri d’artista, opere su tela, ceramica, vetro con segni incisi.
L’artista
Paolo Gubinelli nato a Matelica (MC) nel 1945 vive a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive. Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.
La mostra è segnalata dall’Archivio Ophen Virtual Art di Sandro Bongiani