Nell’Ottocento, gli italiani che sceglievano di espatriare erano figure di grande valore, dotate di competenze specifiche e determinazione. Questi uomini, mossi da uno spirito di sacrificio e dedizione, si sono distinti per la loro capacitĂ di realizzare imprese memorabili, contribuendo significativamente allo sviluppo dei paesi in cui si stabilirono. Le loro storie di successo sono testimonianze di coraggio e ingegno, riflettendo la ricchezza del patrimonio umano e culturale italiano dell’epoca.
La forza e la generositĂ degli emigranti
L’amore di patria e la dedizione degli emigranti italiani superano di gran lunga l’operato di qualsiasi governante che spreca denaro pubblico. I lavoratori che hanno lasciato l’Italia in cerca di opportunitĂ e fortuna all’estero hanno dimostrato che la vera rappresentativitĂ di una nazione appartiene al popolo stesso. Con onestĂ e voglia di lavorare, hanno mantenuto vive le loro radici e portato con sĂ© l’idea di un’Italia migliore.
L’impresa del Leone di Caprera
L’amor di patria degli emigranti italiani in Argentina e Uruguay permise la costruzione di una baleniera armata a goletta, il Leone di Caprera. Questo progetto, nato nel 1879 a Montevideo, fu finanziato con 20.000 lire raccolte tra i compatrioti emigrati. Luigi Briasco, maestro d’ascia, e Pietro Troccoli, stacanovista tecnico, furono i principali artefici della costruzione. Vincenzo Fondacaro, con un passato da capitano della marina inglese, insieme a Orlando Grassoni e Pietro Troccoli, si unirono in un sodalizio per realizzare l’eroica impresa di attraversare l’Atlantico.
I protagonisti dell’impresa
- Vincenzo Fondacaro: nato a Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria nel 1844, emigrò in Inghilterra e divenne capitano della marina inglese. Decise di partecipare alla guerra tra Cile e Perù, ma poi si dedicò a un progetto più nobile.
- Orlando Grassoni: originario di Ancona, prese a navigare sulle navi di lungo corso. Conobbe Fondacaro a New York nel 1874 e insieme decisero di attraversare l’Atlantico.
- Pietro Troccoli: nato a Marina di Camerota in provincia di Salerno nel 1852, si trasferì in Uruguay dove divenne maestro d’ascia. Conobbe Fondacaro e si dedicò alla costruzione della goletta.
La costruzione e il viaggio del Leone di Caprera
Il Leone di Caprera, una goletta di 9 metri di lunghezza, fu realizzato con materiali robusti e tecniche innovative. La traversata, iniziata il 3 ottobre 1880, fu una vera odissea. Dopo 96 giorni di navigazione ardua, il Leone di Caprera approdò a Las Palmas. Successivamente, raggiunse Gibilterra il 23 gennaio 1881. L’impresa, descritta nel libro di Fondacaro “Dall’America all’Europa”, suscitò ammirazione internazionale.
L’epilogo dell’impresa
Il Leone di Caprera e il suo equipaggio ricevettero un’accoglienza calorosa dal popolo italiano, ma non gli onori meritati. La goletta fu esposta a Milano e poi trasferita al museo della scienza e della tecnologia, dove si trova tuttora. Gli eroi della traversata, sebbene famosi, affrontarono difficoltĂ economiche e ripresero la vita da emigranti.
Un esempio di coraggio e dedizione
Il Leone di Caprera rappresenta un simbolo di coraggio e amor di patria, costruito dalla comunità italiana emigrata con sudore e speranza. Questa impresa rimane un capitolo glorioso nella storia della marineria italiana, un esempio di come l’amor di patria e la determinazione possano superare ogni avversità .