Quando, qualche tempo fa, George Miller annunciò l’arrivo di un prequel di quel clamoroso successo di critica che fu Mad Max: Fury Road, furono in molti a esultare: Furiosa, incentrato sul personaggio precedentemente interpretato da un’iconica Charlize Theron e ora dall’ottima Anya Taylor-Joy, partiva con tutti i presupposti necessari per far bene… O almeno così si credeva! Il nuovo capitolo della celebre saga ambientata in un futuro distopico sta infatti deludendo non poco al box-office, imponendo alcune riflessioni sulle aspettative delle quali era stato comprensibilmente caricato.
Prima di tutto un po’ di numeri: per avere contezza del disastro basta dare uno sguardo agli incassi registrati da Furiosa dal giorno della sua uscita (si parla, ad oggi, di circa 118 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, a fronte di un budget di 168 milioni). Pur essendo stato ben accolto dalla critica, il film con Chris Hemsworth sembra destinato a non pareggiare neanche i conti con le spese di produzione (nel mondo del cinema si parla di successo quando gli incassi di un film riescono almeno a doppiare il budget investito), il che sta facendo comprensibilmente gridare allo scandalo chiunque sia consapevole del valore dell’opera. Ma parliamo davvero di un qualcosa di così imprevedibile?
Nell’analizzare il gap tra le aspettative e gli effettivi risultati di Furiosa va infatti tenuta in considerazione l’ipotesi che la (sacrosanta!) incensazione postuma di Mad Max: Fury Road, giudicato oggi a ragione come una pietra miliare del cinema action e della settima arte in generale, abbia impiantato nella memoria collettiva il falso ricordo di un successo clamoroso che, a conti fatti, il film con Tom Hardy non fu.
Il capolavoro di George Miller uscito nel 2015 portò a casa 380 milioni su scala globale, a fronte di un budget di circa 180 milioni di dollari: un ottimo risultato, ma non tale da far gridare al miracolo (ripetiamo: a livelli simili, doppiare le cifre investite è ritenuto il minimo indispensabile per poter parlare di successo). Si trattava, in quel caso, di un nuovo capitolo della saga principale: era davvero possibile che un prequel, per quanto costellato di star amatissime, potesse suscitare pari se non maggior interesse?
Il nome stesso di George Miller, d’altronde, in tal senso non è certo una garanzia: pur considerato a ragione uno dei massimi esponenti del cinema fantasy ancora in attività , il regista non può vantare sul grande pubblico l’ascendente di nomi più pop quali, tanto per citare due totem, Steven Spielberg o George Lucas. A dimostrazione di ciò si dia uno sguardo al suo lavoro precedente, l’incantevole e onirico Tremila Anni di Attesa, che faticò non poco a trovare una distribuzione adeguata (nei nostri cinema il film con Idris Elba e Tilda Swinton non è mai arrivato!). Supporre che lo spettatore occasionale, che in larga parte decreta il successo o l’insuccesso di un lungometraggio, fosse particolarmente motivato a recarsi in sala, è stato insomma un pensiero piuttosto ingenuo.
Al momento, comunque, la corsa di Furiosa non si è ancora conclusa: vedremo nei prossimi giorni se il film con Anya Taylor-Joy saprà invertire la rotta, ma al momento un’ipotesi del genere non può non risultare fin troppo ottimistica. Il rischio, naturalmente, è che un simile flop pregiudichi il futuro del franchise: recentemente George Miller stesso ha annunciato un nuovo capitolo incentrato proprio sul suo storico protagonista, con l’ipotesi non peregrina di un ritorno dello stesso Tom Hardy già apprezzato in Fury Road, ma non è da escludere che la produzione decida di prendersi un po’ di tempo per riflettere sul da farsi. Chi ama il cinema, comunque, non può non sperare che i motori di Mad Max tornino a ruggire anche dopo questo brutto passo falso.