Giampaolo Simi e il suo Sarà assente l’autore, Sellerio editore Palermo, maggio 2023.
Un pomeriggio in libreria.
Annoiata mi aggiro tra gli scaffali, guardo distrattamente alcune novità, sosto con piacere di fronte al ripiano che raccoglie i volumi della Sellerio, casa editrice palermitana che amo molto per la ricercatezza dello stile e per gli autori che propone.
Quel giorno, in mezzo al blu che identifica la collana La memoria, spicca l’unico volumetto di colore azzurro, che caratterizza quella denominata Il divano. Sfoglio il testo, incuriosita e divertita dal titolo. L’incipit mi cattura e… et voilà, il consiglio di lettura è servito.
«Cos’è in fondo la prosa? Acqua. Acqua che scorre, che non deve mai stagnare».
Cos’è in fondo questo romanzo di Giampaolo Simi? Una lettura godibilissima per staccare la spina e ritrovare il buonumore.
Un’analisi ironica e pungente sull’andamento del mercato dell’editoria nazionale ed internazionale, sulle abitudini di acquisto dei lettori-consumatori, una eloquente disputa su cosa debba intendersi per letteratura ‘alta’ e ‘bassa’, su come ‘nasce’ un best seller.
Tra presentazioni, festival letterari e classifiche da scalare, vi assicuro vi sorprenderete a ridere da soli – e di gusto – nel leggere le circostanze surreali e fantozziane in cui vengono a trovarsi i protagonisti Sperticato (autore cólto in cerca di fama), Crudeli (bestsellerista senza alcun genio), Vinciguerra (editore senza scrupoli, accorto e perspicace nell’agire e nel parlare).
Una novella satirica ben costruita, che non è semplice parodia di una certa cultura pop e del suo contrario. Con questo racconto Simi compie – per me – quella meraviglia che Baricco definisce arte del narrare, ossia la capacità di lasciare andare una storia, una trama e uno stile nel flusso di un unico gesto, il cui scopo è tenere insieme cielo e terra.
«Perché poi, in fondo, dei libri che abbiamo amato cosa ci resta? La trama, la poetica, la struttura sottesa, i temi? Ma andiamo, certo che no… come per le persone che abbiamo amato, ci portiamo dentro per sempre dei particolari. Scelti a caso, chissà perché, eppure bellissimi. Il profumo di una donna che ricorda una mattina di aprile dopo una notte di pioggia, le pantofole di pezza dello scrivano che dalla strada ascolta Emma Bovary suonare il piano, il condannato a morte che andando verso il patibolo evita la pozzanghera per non sporcarsi le scarpe. Anche uno solo di questi momenti di grazia basterebbe a giustificare un’intera esistenza passata a scrivere…».
È così. E son preziosi i momenti di insospettabile serendipità!