Annamaria Guagliardi, nata a Napoli da genitori arberesh (gli albanesi d’Italia), è ricercatrice di Biochimica presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli.
Questa è la sua prima opera letteraria. L’autrice ha scritto questo libro raccontando se stessa, le sue origini e descrivendo i più importanti avvenimenti storici di quel tempo, rievoca tutti i fatti storici più importanti degli anni ‘70, a partire dagli anni ’60, soffermandosi sulla sua permanenza in terra partenopea e sulla sua esperienza ai Quartieri Spagnoli.
“Ricordo Canzoni nel Sole Estivo“, pubblicato dalla casa editrice Albatros, ha una lettura scorrevole, piacevole, interessante ed intima, una lettura autentica.
Venerdì 10 maggio 2024 ci sarà la presentazione del suo romanzo presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno in via San Benedetto nel Centro storico.
In questa intervista, ci immergeremo nel mondo affascinante di Anna Guagliardi, esplorando la sua vita, le sue passioni e la sua visione unica che unisce due mondi altrimenti distanti: la scienza e la letteratura.
D- Qual è stata la tua motivazione alla base della scrittura di “Ricordo canzoni nel sole estivo”?
Ho vissuto per tanti anni cercando di nascondere e, forse, anche dimenticare il mio passato. Poi ho capito che non si dimentica e che dovevo il racconto della mia storia alla bambina che sono stata. Diciamo che la motivazione personale è stata molto forte.
D- Come hai vissuto il processo di trasferimento da un piccolo paese arberesh a Napoli da bambina?
In realtà io sono nata a Napoli e ho vissuto lì per 62 anni. Il punto era che a casa dei miei genitori si viveva come se fossimo ancora nel piccolo paese arberesh, nel rispetto delle tradizioni/usanze di quel paese ma, soprattutto, con una mentalità che era ormai anacronistica.
D- Qual è stato il tuo approccio nell’analisi di eventi storici e sociali nel tuo romanzo?
Un approccio “giornalistico” direi, con un’analisi dei fatti quanto più possibile rispettosa della realtà.
D- Come hai affrontato la narrazione di temi delicati come la violenza sulle donne e il terrorismo nel tuo romanzo?
Ho affrontato il tema della violenza sulle donne con la volontà precisa di ricordare io stessa e far ricordare ai lettori fatti orribili come gli assassinii di Milena Sutter e Simonetta Cesaroni o il massacro del Circeo. Per non dimenticare. Anche se spesso penso che troppo poco è cambiato e che c’è ancora molta strada da fare nel cammino verso il rispetto delle donne e la parità di genere.
Gli anni della mia adolescenza e giovinezza sono stati, in Italia, gli anni di piombo. Chi è nato negli anni sessanta sa a cosa mi riferisco. Non avrei mai potuto raccontare la mia storia senza raccontare del caso Moro, ad esempio.
D- Qual è il messaggio principale che vorresti trasmettere ai lettori attraverso “Ricordo canzoni nel sole estivo”?
La certezza che l’impegno nella vita paga. Per me è stato così.
D- Qual è stata la parte più difficile da affrontare durante la stesura del romanzo?
Certamente mettere in ordine i ricordi degli eventi che riguardano la mia vita e quella della mia famiglia e i relativi sentimenti. In alcuni casi è stato molto difficile ma necessario.
D- In che modo la tua esperienza di ricercatrice di Biochimica ha influenzato la tua scrittura?
Come ricercatrice e docente in Biochimica sono portata alla sintesi; preparando una lezione o una conferenza so che devo dire le cose importanti con chiarezza, senza girarci intorno. Credo che questo approccio sia presente nella scrittura dell’intero romanzo, non solo quando parlo di radioattività (Chernobyl) o di AIDS.
D- Cosa ti ha spinto a condividere la tua storia personale con il pubblico attraverso questo libro ?
Ho pensato che potesse essere utile leggere una storia come la mia, per certi aspetti una storia universale.
D- Come hai vissuto il processo di ricerca e documentazione per integrare gli eventi storici nel tuo romanzo ?
Molto bene direi, ho fatto quello che so fare, ricerca e analisi dei dati.
D- Qual è stato il tuo obiettivo principale nel raccontare la tua esperienza di crescita in un contesto storico così complesso?
Ripeto, l’obiettivo principale è stato quello di dimostrare che si può riuscire ad ottenere buoni risultati pur vivendo in una famiglia disfunzionale e in contesto storico difficile.
D- Venerdi 10 maggio presenti il tuo libro in un luogo di storia a Salerno. Come ti senti per essere parte di questa meravigliosa avventura letteraria?
Io vivo a Salerno da circa un anno e ne sono molto contenta. Non avrei potuto presentare il mio romanzo in un posto meraviglioso come il Museo Archeologico Provinciale senza l’approvazione della Provincia di Salerno e l’aiuto dell’associazione musicale Rachmaninov nelle persone della Presidente avv. Mirella D’Ascoli e del maestro Tiziano Citro. Ringrazio anche il maestro Lucio Grimaldi che si occupa degli intermezzi musicali. Il mio ringraziamento va, infine, alle prof.sse Nicoletta Gagliardi (Dip. di Studi Umanistici) e Maria Rosaria Pelizzari (Osservatorio interdipartimentale per gli studi di Genere e le Pari Opportunità) dell’Università degli Studi di Salerno per sostenermi in questa avventura per me del tutto nuova.