Venerdì 26 aprile presso la sede CGIL di via Manzo 64 in centro a Salerno, ho organizzato per il format «Incontro con l’esperto» l’appuntamento con Lucia Napoli argomento: L’Archivio storico un viaggio tra documenti e curiosità
La dottoressa Lucia Napoli oggi anche creatrice di bigiotteria e non solo, con stoffe africane, ha lavorato per il Comune di Salerno prima per le Politiche Sociali, è poi stata Responsabile dell’Archivio del Comune di Salerno, un lavoro che l’ha affascinata e incuriosita avendo avuto un padre archeologo Mario Napoli che è stato un intellettuale a tutto tondo, amico di poeti e artisti.
Lucia Napoli in una intervista ha sottolineato l’importanza degli archivi: “Sono indispensabili per ricucire le nostre radici, fondamentali per la ricerca a tutti i livelli. Gli archivi dialogano tra loro: è possibile integrare tra loro gli archivi pubblici e privati”
La città evolve, perché cambiano gli uomini e la società, mutano le abitudini, il modo di relazionarsi con gli altri e con se stessi, il modo di lavorare, di riposare, di divertirsi, di curarsi, di spostarsi, di intendere e di programmare la propria vita, di progettare il futuro, l’uomo ne è il centro, il fulcro, il focus di questa nuova dimensione sociale, di cui la città è crocevia e intersezione. Le città sono libri viventi in cui le civiltà hanno scritto la loro storia.
Durante l’incontro Lucia Napoli ha risposto alla mie domande che riporto nella seguente intervista.
D- Qual è il ruolo degli Archivi Comunali e quali sono le principali attività svolte all’interno dell’istituzione? Come avviene il processo di acquisizione e indicizzazione dei documenti all’interno dell’archivio e quali sono i criteri adottati per la conservazione?
Mi presento, sono Lucia Napoli per molti anni sono stata la funzionaria responsabile dell’Ufficio Archivio e protocollo del Comune di Salerno.
In merito alla domanda vorrei dire che nella maggioranza dei comuni, con le dovute sfumature e differenze, le attività in Archivio sono sempre le stesse, in quanto normate.
Gli Archivi sono per legge un Bene Culturale e vi sono leggi Nazionali che disciplinano la materia.
Un archivio per sua natura è caratterizzato da più fasi e questo, naturalmente, si riflette sulle attività da svolgere. In una prima fase l’Archivio è detto “corrente”, pertanto la documentazione in arrivo viene protocollata e smistata ai vari uffici.
Questi a loro volta aprono le pratiche/fascicoli connessi.
Una volta trascorsi cinque anni dalla chiusura di una pratica, previo scarto di alcuni documenti, l’incartamento viene trasferito in un archivio “di deposito” (seconda fase). Trascorsi altri quarant’anni e dopo un ulteriore scarto, la documentazione viene definitivamente riversata nell’Archivio “storico” (terza fase). Tutte le fasi di scarto sono sotto la vigilanza delle Soprintendenze Archivistiche.
Sin dall’ingresso per ogni documento viene attribuito un codice, espressione del Titolario che ogni Amministrazione comunale approva e modifica col cambiare delle competenze che le norme gli attribuisce. Questo codice è una delle chiavi di ricerca e dovrebbe essere sempre lo stesso in tutte le fasi di vita della pratica.
La conservazione della documentazione presenta varie problematiche che dipendono dal supporto utilizzato. Infatti se i vecchi archivisti dei comuni hanno avuto esclusivamente il problema della corretta conservazione di documenti cartacei, o di qualche fotografia, col passare degli anni si sono aggiunti altri supporti, quali registrazioni audio o video, e adesso documenti digitali. Questi nuovi supporti determinano nuove criticità connesse alla conservazione e alla consultazione, cui si aggiunge anche quella della autentificazione. L’argomento è molto complesso e articolato, in quanto per assicurare una corretta conservazione bisogna individuare siti idonei e sicuri, ma anche protocolli di conservazione che garantiscano nel tempo la “leggibilità” dei documenti digitali nonostante la continua evoluzione dei sistemi informatici.
D- Quali sono le principali sfide che gli Archivi si trovano ad affrontare nella gestione e preservazione dei documenti storici?
Gli Archivi storici hanno come compito quello di Conservare, Riordinare e Valorizzare la documentazione, pertanto si richiedono particolari condizioni affinché documenti, spesso delicati e per la quasi totalità pezzi unici, possano essere consultati senza rovinarli. Alcuni documenti particolari possono essere dati in consultazione in formato digitale, con microfilm o altre modalità. Al Comune di Salerno si è provveduto alla digitalizzazione di alcuni documenti particolari e delicati, lo stesso Comune ha anche aderito a un bando regionale finalizzato all’apertura di un portale regionale per la consultazione di documenti digitalizzati. In questa direzione mi sembra qui utile ricordare il grande lavoro di acquisizione condotto sulle immagini dei registri anagrafici, voluto dalla Direzione Generale degli Archivi e che ha visto il coinvolgimento degli Archivi di Stato di tutt’Italia. Dopo un lavoro di indicizzazione svolto in collaborazione con Family Search e i cittadini che hanno voluto partecipare, i registri sono stati riversati nel portale Antenati.
D- Quali sono i principali documenti conservati presso l’Archivio del Comune di Salerno e quali sono le loro caratteristiche più rilevanti?
Nell’Archivio Storico del Comune sono conservati i documenti prodotti fin dalla nascita dell’ente comunale.
Per i Comuni del sud Italia significa dal 1806, quando, grazie alla riforma delle Amministrazioni locali voluta da Gioacchino Murat, nacquero i comuni con una organizzazione che si può definire come la prima versione dell’attuale organizzazione amministrativa. Per questo vi si conservano i registri anagrafici, le delibere dell’organo “politico” (il decurionato) a partire dal 1806 oltre i fascicoli delle pratiche della vita amministrativa. Nell’Archivio Storico del Comune di Salerno si conservano alcuni documenti molto particolari e importanti: un “Liber Decretorum” del 1536/1537 dove vengono riportate le riunioni della “municipalità” dell’epoca; una copia del Catasto Onciario (attuazione pratica delle norme dettate da re Carlo di Borbone nella prima metà del XVIII secolo per un riordino fiscale del regno di Napoli, ossia un catasto descrittivo basato su un sistema di duplice tassazione, che prevedeva sia una imposizione di tipo reale, cioè sui beni e sulle persone, sia sulle attività dei contribuenti e dei loro nuclei familiari); una copia del Catasto Murattiano, molto vicino al concetto del nostro attuale catasto. Vorrei anche ricordare una nuova “acquisizione” dell’Archivio Storico Comunale, di un fondo che per motivi di sicurezza fu depositato presso l’Archivio di Stato durante la Seconda guerra mondiale. L’acquisizione ha garantito il rispetto del rapporto tra la documentazione e l’”ente produttore”, termine che definisce l’amministrazione e\o la persona che ha generato il documento.
Alla documentazione propria dell’Archivio si aggiungono gli archivi degli Enti che col tempo sono stati sciolti e le cui competenze sono confluite nel Comune, gli orfanatrofi ne sono un esempio. Ancora possiamo trovare Archivi di privati donati o depositati al Comune; questi spesso sono un completamento alle ricerche d’archivio perché rappresentano una visione differente nella lettura degli stessi fatti.
D- Qual è l’importanza degli archivi storici per la tutela della memoria collettiva e la ricerca storica?
Alla luce di quanto si è detto risulta evidente che gli archivi storici hanno una grande importanza per la tutela della memoria e per le ricerche storiche. A suo tempo quando fu organizzata presso il Convento di San Lorenzo la sezione storica dell’Archivio si valutò di consentire la consultazione della documentazione anche se il lavoro di indicizzazione e sistemazione di quest’ultima non era stata completata. Questo tipo di lavoro che ancora quotidianamente si svolge presso l’archivio ha garantito e garantisce a molti studiosi di poter svolgere le loro ricerche. Contemporaneamente si aprirono e sono sempre aperte le porte dell’Archivio anche a scolaresche che così possono letteralmente “toccare con mano” come si fa ricerca storica, favorendo la formazione di giovani ragazzi alla consapevolezza dell’importanza della conoscenza della storia in genere e della storia della propria città in particolare. Mi sono sempre rimasti particolarmente cari due episodi, quando i ragazzi di una scuola media anche nel mese di giugno venivano a studiare le carte che riguardavano l’alluvione del 1954 o gli studenti di un istituto tecnico che per Salerno Porte Aperte avevano adottato il Teatro Verdi, dove fu organizzata una piccola esposizione di documenti durante la quale mi dissero: “L’anno prossimo se non ci saranno i documenti non sarà la stessa cosa”.
D- Quali sono le iniziative culturali promosse dall’Archivio del Comune di Salerno per valorizzare il patrimonio storico-archivistico?
Quali sono i possibili vantaggi derivanti dalla collaborazione con altre istituzioni culturali e non ,per la promozione e la valorizzazione dell’archivio storico?
Negli anni molte sono state le iniziative culturali, mostre ed incontri con studenti di ogni ordine e grado, che l’Archivio ha organizzato al fine di valorizzare il suo patrimonio, farlo conoscere o per ricordare periodi particolari della vita cittadina. Le iniziative sono spesso state organizzate proprio nella sede dell’Archivio, tra le quali le più seguite furono: l’evento ai 50 anni dell’alluvione del ’54; una mostra sulla storia del Mercato che ha consentito di sottolineare come lo sviluppo urbano andava di pari passo con lo spostamento dell’area del Mercato Generale; la storia della mobilità Urbana con il passaggio dalle carrozze ai Tram; uno spaccato della vita cittadina, e non solo, con l’esposizione di Manifesti di tutti i generi, pubblicitari, politici ecc…
Talvolta l’evento si spostava nel centro città come la mostra di fotografie del centro storico degli anni ’70, che fu organizzata nel Palazzo Genovesi insieme ai ragazzi del centro storico dell’Associazione l’Annunziatella, o la mostra sugli anni del ventennio che si è organizzata nel salone dei Marmi del Comune. Ma molte mostre si sono organizzate proprio presso l’Archivio di Stato: la mostra su Garibaldi, quella sulla nascita della Repubblica, mentre quelle sulla 1° guerra mondiale coinvolgeva anche altre istituzioni e privati, a testimonianza che la collaborazione tra enti garantisce una lettura degli eventi a 360°, o quasi, e permette di valorizzare la specificità di ogni archivio.
Adesso anche altri mezzi consentono di valorizzare e far conoscere la documentazione presente in archivio e per questo con molto piacere ho notato che si sono aperte le pagine Facebook e Instagram dell’Archivio Storico del Comune.
D- Quali sono le potenzialità e le prospettive future dell’Archivio del Comune di Salerno nel contesto della diffusione e valorizzazione della cultura storica e della memoria collettiva?
L’Archivio del Comune di Salerno ha ancora tanto da dire e da offrirci. L’indicizzazione è ancora in corso, molta è la documentazione da scoprire, e comunque spesso la documentazione anche se già nota può offrire uno spunto diverso se letto e studiato per un’altra ricerca.
D- Quali sono le modalità di accesso ai documenti conservati presso l’Archivio del Comune di Salerno e quali sono i servizi offerti ai ricercatori e agli studiosi interessati alla consultazione degli archivi?
L’archivio storico del Comune di Salerno è aperto a tutti, con precisi orari di apertura, si suggerisce di scrivere e prendere appuntamento per avere così già la documentazione a disposizione.
È garantita la possibilità di fotografare o avere un formato digitale dei documenti, purtroppo con eventuali attese dovute alla cronica mancanza di personale che tutti i servizi pubblici stanno subendo in questo periodo. Ma una cosa è garantita a tutti: la cortesia e la competenza degli addetti e lo splendido panorama che si gode da quei magici locali.
D- Infine, quale messaggio vorrebbe trasmettere al pubblico riguardo all’importanza della conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-culturale custodito presso l’Archivio del Comune di Salerno?
Mantenere viva la memoria è compito di tutti. L’archivio è uno strumento indispensabile, e, garantisco, non è un luogo buio e triste come nell’immaginario collettivo. L’Archivio del Comune di Salerno è sempre stato disponibile, e lo è ancora, sono sempre ben accolte proposte di incontri e iniziative. Ancora vorrei fare un appello particolare, la memoria si trasmette anche attraverso le piccole storie personali, per cui mi rivolgo a tutte quelle persone che hanno archivi privati che molto farebbero per la conoscenza della storia della città e dei cittadini di Salerno: non disperdete il patrimonio, conservatelo gelosamente nella loro interezza e rendetelo disponibile a tutti gli studiosi.