Emergono particolari sui contenuti della domanda di arbitrato presentata dalla Salernitana nei confronti del calciatore Dia. Tale domanda sarĂ valutata dal Collegio Arbitrale entro fine maggio.
Sembrerebbe che la Salernitana, a mezzo dei suoi avvocati Francesco Fimmanò, Salvatore Sica ed Eduardo Chiacchio, abbia descritto dettagliatamente al Collegio Arbitrale frasi intimidatorie più volte proferite dal calciatore e dal suo agente e rivolte al presidente Iervolino e all’ex direttore sportivo De Sanctis. In pratica parrebbe che la Salernitana abbia rappresentato a detto Collegio che negli ultimi giorni del calcio-mercato invernale il calciatore abbia fatto intendere al Presidente che la sua mancata cessione avrebbe costituito un disastro per lo stesso Iervolino e che successivamente sarebbe stato costretto a cederlo gratuitamente in considerazione del fatto che in B non è possibile pagare un ingaggio come quello che percepisce, altrimenti la società sarebbe fallita.
Parrebbe inoltre che poche ore dopo la risibile proposta economica del Wolwerhampton – che, come noto, giunse a sole poco meno di 24 ore dalla chiusura del calcio-mercato estivo – il calciatore ed il suo agente, incontratisi de visu con De Sanctis, abbiano “minacciato” che, nell’ipotesi di mancata cessione, Dia non si sarebbe reso disponibile a giocare fino alla successiva finestra di mercato.
La Salernitana, a mezzo dei suoi legali, avrebbe indicato nel predetto atto anche un cospicuo numero di testimoni che confermerebbero le parole proferite dal calciatore e dal suo agente in occasione dei due episodi menzionati ma anche in merito ad altri dai contenuti ugualmente intimidatori.
La domanda di arbitrato, come noto, termina con la richiesta di esclusione del calciatore dagli allenamenti, della decurtazione del 50% dell’ingaggio e di un risarcimento dei danni pari a 20 milioni di euro.
Se le menzionate minacce del calciatore sono vere – e non vi è ragione di ritenere il contrario – non si può non attribuire ai comportamenti di Dia la causa principale di quest’annata fallimentare. Purtroppo il calcio è malato: è assolutamente iniquo ed ingiusto che un calciatore sotto contratto e pagato profumatamente possa mettere sotto scacco una società di calcio professionistica e decidere inaudita altera parte se rimanere o no nella società con la quale si “sarebbe” vincolato contrattualmente a giocare, mentre la società è tenuta a rispettare i contratti fino alla data di scadenza – spesso lontana negli anni – anche se il calciatore nel frattempo non fa più il suo dovere né sotto il profilo della qualità delle prestazioni né sotto quello disciplinare.
Un quarto delle spese complessive sostenute da Iervolino da quando è presidente della Salernitana sono state sborsate per Dia: spese di acquisto, riscatto, ingaggio pluriennale, commissioni dei procuratori ed extra. Un flop del genere ammazzerebbe economicamente qualsiasi colosso. E’ logico che la tipologia del prossimo mercato dipenda da quanto la Salernitana riesce a recuperare o attraverso l’esito del procedimento davanti al collegio arbitrale o attraverso un accordo che preveda una clausola rescissoria pari ad almeno 12 milioni di euro.