C’era una volta la scuola: un posto dove accrescere le proprie conoscenze e confrontarsi con chi la pensa diversamente.
Oggi sembrerebbe tutto finito! Eppure i Prof sono, quasi tutti, capaci e preparati. A cambiare e in peggio è stata la nostra società , così come il modo in cui stiamo educando i nostri ragazzi.
Il 30 marzo di quest’anno entrerà in vigore la legge contro la violenza sui docenti e sul personale scolastico. Dal prossimo anno scolastico, invece, se il Ddl Valditara (Ministro dell’istruzione e del merito nel governo Meloni) sarà approvato dai due rami del parlamento, si avrà una stretta sul voto in condotta. Provvedimenti ritenuti necessari: quest’anno sono aumentati di oltre il 110% gli atti di aggressione nei confronti del personale scolastico. E pensare che un tempo, neanche troppo lontano, quando a casa riferivi di aver ricevuto uno scappellotto dalla Prof o dal Prof, i nostri genitori subito ce ne davano un secondo… a prescindere!
Nel Ddl Valditara, alle elementari la valutazione del comportamento sarĂ espressa con un giudizio sintetico, riportato nel documento di valutazione. Il voto numerico continuerĂ ad applicarsi sia alle secondarie di primo grado che di secondo grado. I voti per la condotta saranno, quindi, espressi in decimi e faranno media. Con il cinque in condotta scatterĂ la bocciatura. In sede di valutazione periodica (quadrimestre), in caso di voto inferiore al sei, lo studente dovrĂ essere coinvolto in attivitĂ di cittadinanza attiva e solidale. Alle superiori, con il sei in condotta, verrĂ generato un debito scolastico in educazione civica che bisognerĂ recuperare a settembre. Solo un voto in condotta non inferiore al nove, permetterĂ di diplomarsi con il massimo.
A cambiare sarà anche la sospensione dalle attività didattiche: fino a due giorni, l’alunno sarà coinvolto in attività scolastiche di riflessione e approfondimento che termineranno con un elaborato finale; oltre i due giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale.
Con un altro emendamento, sempre dell’attuale governo, in caso di condanna penale per reati commessi dagli studenti contro il personale scolastico, oltre al risarcimento dei danni sarà comminata una super multa da 500 a 10.000 euro.
Il problema per i comportamenti scorretti degli studenti, verso i propri colleghi o addirittura nei confronti del personale scolastico, è soprattutto culturale! Non dobbiamo negare che la nostra società , attraverso i mass media e gli influencer, ha le sue responsabilità … e non poche!
Oggi, diversamente da quanto avveniva ieri, non si dà la giusta importanza all’istruzione, quale strumento di ascesa sociale.
L’ufficio studi della Cgia di Mestre ha pubblicato il seguente report: quasi mezzo milione di giovani (465.000 per l’esattezza) tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato la scuola prima del diploma, avendo in mano al massimo la licenza di terza media. La povertà educativa va di pari passo con quella economica! Non è un caso, infatti, se nel Sud Italia si concentrano gli abbandoni scolastici. In Italia questo problema, assieme al calo delle culle, fa emergere anche un scenario ancora più inquietante: in un prossimo futuro verranno sempre più a mancare diplomati qualificati per le aziende, le quali già oggi fanno fatica a reperire le necessarie risorse umane nei vari processi produttivi.
Per far fronte a questa “tempesta perfetta” (denatalità + abbandono scolastico), il governo Meloni vuol metterci una toppa: sta lavorando per potenziare gli istituti tecnici professionali con la riforma del 4+2.
SarĂ possibile diplomarsi un anno prima per poi accedere agli ITS (istituti tecnici superiori altamente qualificati) collegati con il mondo del lavoro e che garantiranno, secondo gli addetti ai lavori, alti tassi di occupabilitĂ .
Io ho i miei dubbi, visto che in Italia la spesa pubblica per istruzione e formazione è inferiore alla media UE e ancor più bassa di quella OCSE.
Prendiamo, per esempio, il dato circa le risorse impiegate nell’educazione terziaria (formazione universitaria): l’investimento pro capite per studente nel nostro Paese è di 12.663 dollari, contro i 18.880 dollari della Francia e i 20.760 dollari della Germania.
Questo solo per avere un’idea di come la pensano i nostri vicini più prossimi, riguardo all’importanza della formazione dei giovani per il futuro di una nazione.
Bisogna invertire la rotta! Dobbiamo credere e investire seriamente nelle politiche per la formazione dei nostri ragazzi, altrimenti tutti i provvedimenti prima analizzati saranno solo un ulteriore spreco di denaro pubblico e di tempo… che forse non abbiamo più!