La Procura della Repubblica di Perugia sta indagando su accessi abusivi ai database, pare in numero di 800 circa, effettuati dal sottotenente della Guardia di Finanza Striano su richiesta del magistrato della DIA Antonio Laudati.
L’indagine verte sulla legittimità di tali accessi – comunque acclarati – riguardo ai quali l’avvocato del magistrato, Andrea Castaldo, ha dichiarato avvenuti su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno.
Quest’ultima – al contrario di quanto affermato da qualche organo di stampa salernitano secondo il quale la Procura di Salerno avrebbe confermato tale assunto – non ha nĂ© confermato nĂ© smentito, attesa la delicatezza della questione. Il Procuratore Capo Giuseppe Borrelli si è limitato a dire di aver giĂ trasmesso – in passato e prima che gli organi di stampa si interessassero con questo clamore della questione – gli atti alla Procura della Repubblica di Perugia. Per chi mastica poco di diritto e Procure, va precisato che comunicare di aver trasmesso gli atti alla Procura di Perugia non significa confermare che Laudati avrebbe operato perchĂ© richiestogli dalla Procura di Salerno.
Che presso la Procura di Salerno nelle settimane immediatamente successive all’acquisizione della Salernitana da parte di Danilo Iervolino siano state sporte denunce da parte di altri soggetti è cosa nota, ma tali denunce sono assolutamente infondate. L’offerta di 26 milioni di euro presentata ai trustee dalla società Private Value Asset Management aveva in realtà garanzie in obbligazioni bancarie, non consentite nell’accordo di trust. Inoltre vi erano anche altri aspetti poco chiari, o addirittura oscuri, di firme e incoerenza sugli indirizzi della sede societaria. Insomma, l’unica proposta seria, concreta e cash era quella presentata da Danilo Iervolino.
Le indagini si stanno dunque concentrando anche su un personaggio vicino a Claudio Lotito che potrebbe aver convinto Laudati a far effettuare quegli accessi finalizzati a verificare in maniera incrociata i conti correnti del presidente della Salernitana, di quello della FIGC Gabriele Gravina e di quelli dei trustee. Che tra Danilo Iervolino e Gabriele Gravina vi sia un rapporto di profonda stima reciproca e che al presidente della FIGC faccia piacere che un imprenditore facoltoso, serio, giovane e capace sia nel mondo del calcio italiano è indubbio, ma che da questi presupposti si sia poi sospettato che Gravina o i trustee abbiano potuto avere un tornaconto personale è biasimevole e indegno ed è giusto che i responsabili di questi indebiti accessi e i loro mandanti, se provati, soggiacciano ad un giusto processo.
Danilo Iervolino fu l’unico a formulare una proposta seria, sia per il quantum che per le garanzie di pagamento, dopo 6 mesi nel corso dei quali nessuno al di fuori dell’imprenditore di Palma Campania ha formulato un’offerta che potesse essere definita tale; 6 mesi nel corso dei quali l’intera e passionale tifoseria granata è stata sulle spine e – lo ricordiamo – con il terrore che la Salernitana potesse essere estromessa dal panorama calcistico nazionale.
Il tifoso, pertanto, dovrebbe riflettere sul rischio di un futuro senza Danilo Iervolino, perché se nessun imprenditore serio oltre l’imprenditore palmese ha formulato la benchè minima proposta (al di fuori di quella simbolica ed onorevole presentata da professionisti/tifosi salernitani) nonostante non ci fosse nemmeno una base d’asta, qualche domanda bisogna porsela.
E’ auspicabile dunque che in futuro non si scada nuovamente in contestazioni incivili e volgarmente offensive nei confronti di un imprenditore facoltoso ed intraprendente che sicuramente farà tesoro degli errori commessi per ripartire da qualsiasi categoria con una nuova organizzazione societaria e più consapevoli motivazioni.