Il classico autovelox è in grado di rilevare la velocità istantanea di un veicolo.
Il sistema Tutor, invece, rileva la velocità media da un tratto di entrata ad un tratto di uscita e in un percorso lungo un certo quantitativo di chilometri.
Entrambi questi sistemi hanno, però, un minimo comun denominatore: la tolleranza!
Questa, per i limiti fino a 100 km/h è di 5 km/h. Mentre, è del 5% della velocità rilevata per i limiti superiori ai 100 km/h.
L’istituto della tolleranza, purtroppo, non è previsto dallo Stato italiano per quanto riguarda gli Avvisi di accertamento, pagamento e riscossione emessi dalle sue agenzie fiscali: Agenzia delle Entrate, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Agenzia delle Entrate-Riscossione.
L’altro ieri il mio amico Raffaele, titolare di una ditta di trasporto merce c/ terzi, ha ricevuto una comunicazione dall’Agenzia delle Dogane – DT CAMPANIA. Raffaele nella qualità di titolare periodicamente presenta all’ufficio delle Dogane, dove ha sede la sua azienda, una domanda di rimborso – mediante compensazione – a titolo di riduzione di accisa sul gasolio consumato per l’attività di esercente il trasporto di merce su strada.
Ebbene, nella comunicazione ricevuta a mezzo pec, ad un certo punto e precisamente a pagina 2, si legge: “Quest’Ufficio DETERMINA il diniego parziale della domanda con accoglimento del rimborso per l’importo di euro 12.775 invece di quello richiesto di euro 12.785”
Non contenti: “Per quanto determinato si procederà all’emissione di un Avviso di Pagamento per il recupero di quanto non riconosciuto ed alla contestuale applicazione delle sanzioni previste dalla vigente normativa”
A seguire: “Informazioni a garanzia del contribuente ….. Autorità alle quali è possibile ricorrere …. Il Direttore dell’Ufficio …..”
Ecco, io penso che un normale funzionario avrebbe impiegato per esaminare la domanda e considerato che potrebbe non essere l’unica sulla sua scrivania, tenuto conto che si sarebbe resa necessaria la firma o quanto meno l’approvazione del Dirigente, almeno due giorni lavorativi!”
Due giorni lavorativi, a spese di noi contribuenti, per recuperare solo dieci euro!!
Se, poi, vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, allora non dimentichiamoci di aggiungere anche le sanzioni e gli interessi.
Ma tornando seri, in Italia l’evasione fiscale ha segnato dati drammatici. È l’evasione fiscale che genera disuguaglianza tra i cittadini e difficoltà nell’offrire servizi pubblici essenziali come sanità, trasporti, giustizia, istruzione, etc. Neanche quindici giorni fa il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che la manovra di bilancio 2023 andrebbe riscritta (?!)
I dati in possesso del Governo Meloni mostrano come il magazzino del non riscosso ha raggiunto una cifra monstre di 1.153 miliardi di euro. Le varie rottamazioni che si sono succedute hanno portato nelle casse dell’Erario molto meno, rispetto a quello che si attendeva.
Secondo gli esperti, è anche a causa delle continue promesse di futuri condoni e di pace fiscale che gli italiani rinviano i propri impegni con l’Erario.
Il Governo attuale, tramite le agenzie fiscali, dovrebbe concentrare le proprie risorse sulle grandi evasioni fiscali, risultato della criminalità organizzata e di gruppi aziendali spregiudicati.
Dovrebbe, altresì, attenzionare gli evasori cronici, perlopiù persone fisiche che operano in determinati settori economici. Invece questo Governo, con le sue Agenzie fiscali, che fa? Si accanisce ora su questa e ora su quella categoria economica, incurante del fatto che queste per la crisi energetica e l’inflazione hanno davvero poco da dichiarare. Infatti, alla fine lo Stato cosa recupera? Spiccioli, come nel caso del mio amico.
A proposito, sperando che presto le cose cambino e in meglio, a Raffaele possiamo soltanto dire: “Non te la prendere. Lo sai come funziona il fisco e più in generale la giustizia qui in Italia ….. addò vede e addò ceca!”