Artista plurale che riesce a spaziare con grande agilità dalla pittura, all’interior design, alla ceramica fino alla musica Marco Vecchio apre ad un pubblico esterno il suo laboratorio di Paestum in via Ponte Marmoreo n. 1 nella mattinata del 10 dicembre per mostrare i suoi manufatti, i suoi dipinti ed i suoi oggetti di interior-design da arredamento.
Un open-space, un incontro attraverso cui l’artista si mostra e sintetizza un po’ il suo lavoro di un anno come dice lui stesso:
“Sicuramente è un punto di arrivo. L’open-space è un appuntamento annuale al quale non ho mai voluto rinunciare, era giĂ un rito con mio padre, rappresentava il primo brindisi natalizio ed insieme un modo per celebrare con amici e altri fruitori i colori da sempre testimoni del mio tempo. In fondo le arti che pratico sono tutte figlie della stessa matrice, la creativitĂ . Gli espressionisti tedeschi credevano nella “sinestesia” dei linguaggi, molti di loro erano musicisti oltre che pittori. Per me il suono ed il colore sono sinonimi. Non esiste scissione tra queste due espressioni che in realtĂ hanno molto in comune tra loro, nella facoltĂ di suggerire altri cieli, altre stanze come direbbe Truman.”
La sua ricerca, il suo sperimentalismo sono costanti ed ininterrotti L’artista si definisce “esploratore al di fuori del tempo con un segno dalle origini arcane, ma contemporaneamente proiettato nel futuro in un’era molto lontana da questa.“
Da un po’ di anni la musica ha uno spazio sempre piĂą predominante nella sua dimensione artistica  e nella sua pittura prossimamente ci sarĂ una fusione fra queste due espressioni. L’artista sta giĂ pensando difatti ad una installazione di strumenti musicali come se fossero dei quadri.
L’ultima sua esposizione si è focalizzata sullo specchio come mondo parallelo come simbolo di un passaggio, una porta da attraversare come per Alice per vivere un mondo solo apparentemente lontano da quello reale come quello onirico. Tutta la sua opera mostra orizzonti differenti dai quali osservare il mondo. Il senso stesso dell’arte crede sia quello di porsi delle domande. Questa è l’unica costante che come una stella polare guiderà il suo viaggio nell’arte.