Sono molti i Paesi che adottano il tax free; se ne contano una quarantina nel mondo.
Gli italiani che si recano in Paesi fuori dall’Unione Europea possono acquistare beni ad uso personale risparmiando le tasse che incidono su questi beni. Solitamente si risparmia l’IVA o tassa equivalente di quel Paese.
In tutti i Paesi del mondo l’acquisto esentasse trova la sua ragione d’essere come stimolo ad attirare consumatori oltre che a favorire il turismo.
In Giappone nei negozi che espongono l’apposito simbolo del tax free, si risparmia il 10%; negli Emirati Arabi Uniti il risparmio è del 5%.
Il rimborso delle tasse sugli acquisti lo si può ottenere in molti Paesi come l’Australia, Argentina, Croazia, Corea, Islanda, Libano, Liechtenstein, Norvegia, Singapore, Sudafrica, Svizzera, Thailandia, Turchia, Giordania e altri ancora. In media si riesce a recuperare il 15% con punte massime del 25% come in Norvegia e Islanda.
Le aliquote variano a seconda degli Stati in cui si viaggia, ma il risparmio più grande l’hanno gli stranieri residenti in Paesi fuori UE che acquistano in questi ultimi Paesi, dove l’aliquota Iva media è del 21,3% (in Ungheria 27%, in Italia aliquota normale del 22%, Lussemburgo 17%, Germania 9%).
Le procedure per il rimborso variano a seconda del Paese in cui ci si trova.
Può essere disposto direttamente in aeroporto agli sportelli tax refund o anche spedendo ai negozianti appositi moduli compilati e timbrati dalla dogana e aspettare il rimborso che arriverà in Italia.
In Italia il Ministero del Turismo si accinge ad ampliare l’offerta dei servizi al fine di snellire il processo di rimborso dell’IVA pagata sugli acquisti e ridurre il limite di spesa.
Attualmente per accedere al tax free in Italia bisogna tenere presente il limite minimo di spesa che è di 154,90 euro, ma con la nuova Legge di Bilancio prenderà il via il “tax free shopping”.
Il limite della spesa minima, se tutto sarà confermato, scenderà a 70 euro per adeguare la normativa italiana al resto d’Europa, ma anche per incentivare altri Paesi a semplificare e ridurre, a loro volta, il limite minimo di spesa e le procedure per il recupero dell’imposta pagata.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ricorda che il rimborso dell’IVA per gli acquisti effettuati in Italia, da soggetti non residenti o domiciliati nell’Unione Europea, spetta a condizione che:
- Il valore dei beni acquistati, per ogni fattura, sia superiore ai 154,94 euro;
- la merce sia destinata all’uso personale o familiare e sia trasportata nei bagagli personali;
- sulla fattura siano riportati la descrizione della merce, i dati anagrafici del viaggiatore stesso, gli estremi del passaporto o altro documento equipollente per comprovare che il viaggiatore è residente o domiciliato fuori dall’UE;
- l’uscita dei beni dal territorio UE avvenga entro il terzo mese successivo alla data di emissione della fattura ed è comprovata dal “visto doganale”;
- la fattura così convalidata venga restituita al venditore italiano entro i quattro mesi successivi al mese di acquisto.
In Italia, però, il rimborso dell’IVA lo si può ottenere anche senza il tax free chiedendo al rivenditore l’emissione della fattura e il riaccredito dell’IVA pagata.
L’Agenzia delle Entrate, con la risposta a all’interpello di un viaggiatore (n. 93 del 2 aprile 2019), ha fornito istruzioni su come procedere per avere il rimborso anche nei negozi che non espongono il tax free.
Per la lettura completa della risposta dell’Agenzia di rinvia all’interpello scaricabile → QUI.