La vittoria conseguita contro la Lazio, accompagnata da una prestazione valida e convincente, va ascritta sì anche ad un lavoro mentale svolto da Inzaghi sui propri giocatori, ma principalmente al recupero fisico-atletico degli stessi.
Pare che i test fisico-atletici ai quali sono stati sottoposti i calciatori della Salernitana fino a quindici giorni fa dessero dei risultati negativi, mentre i piĂą recenti denotino un evidente miglioramento.
Spesso quando si parla di calcio si fanno elucubrazioni complesse, ricercando arcane ragioni per le quali una squadra o un reparto gioca bene o male. Ma a volte ci si dimentica che la verità è molto piĂą semplice. Il rendimento di una squadra di calcio è frutto – oltre che del valore dei singoli giocatori – del loro allenamento, quindi delle metodologie che vengano adottate dallo staff tecnico.
E’ indubbio che l’impegno nello svolgimento degli esercizi deriva anche dall’approccio mentale che l’atleta ha verso gli stessi, ma anche questo costituisce, nel caso della Salernitana, un indiscusso merito che va ascritto all’attuale tecnico. Quando si parla di preparazione fisico-atletica non bisogna pensare solo alla capacità del calciatore di reggere al meglio per tutto l’arco dei 90 minuti ma anche alla rapidità di esecuzione di un dribbling, una sterzata o uno scatto che possono non riuscire anche ad inizio partita se non si è ricevuta un’idonea preparazione.
Molti avranno il ricordo di alcune fasi di gioco nelle precedenti partite durante le quali avranno notato chiaramente uno dei propri beniamini farsi recuperare in corsa da un avversario, o perdere banalmente palla durante una sterzata o ancora non riuscire nel tentativo di raggiungere la linea di fondo prima dell’avversario per effettuare un cross. Ebbene, tutto questo contro la Lazio non si è visto. I giocatori sono apparsi reattivi e pronti, solerti nell’aiutare un compagno in difficoltà . Anche quest’ultimo aspetto è figlio non solo di una predisposizione mentale, ma anche fisica, perché se l’atleta non si sente in forma tende a centellinare le forze.
E allora, come non attribuire delle importanti responsabilitĂ a Paulo Sousa? Difficile dire se Paulo Sousa non abbia fatto allenare bene i propri calciatori giĂ dal ritiro o a partire dalle settimane che hanno preceduto la trasferta di Empoli (prima partita nella quale la Salernitana ha palesato evidenti lacune fisico-atletiche), ma sicuramente Inzaghi ha trovato una squadra con delle carenze atletiche significative.
A questo punto sorge spontanea la domanda su come mai un allenatore che nel finale della scorsa stagione ha ottenuto risultati ragguardevoli – che non possono prescindere da una valida condizione fisica – non sia riuscito a fare altrettanto nel corso dell’attuale campionato?
Probabilmente la risposta sta nella mancanza di “voglia” del tecnico lusitano, che quest’anno è venuta meno. Difficile asserire con certezza quale sia stata la causa della sopravvenuta mancanza di determinazione dell’ex tecnico granata e probabilmente ciò non interessa nemmeno più di tanto al tifoso, proiettato a questo punto al futuro ed alla speranza che a Firenze la truppa di Inzaghi confermi quanto di buono fatto vedere nella partita contro i capitolini.
Probabilmente adesso a chi tiene alle sorti della Bersagliera interessa di più la constatazione che giocatori come Ikwemesi o Tchaouna non facciano affatto rimpiangere Piatek o Villhena o che Cabral ha indiscutibilmente una grande capacità di saltare l’uomo e con un po’ di fortuna avrebbe avuto quattro gol all’attivo invece che quattro pali, che Legowsky è un ottimo duttile centrocampista.
Non a caso si menzionano questi calciatori (per quanto riguarda gli altri abbiamo verificato nella passata stagione le loro buone capacità ), per evidenziare che probabilmente la campagna acquisti svolta durante il mercato estivo non è così negativa come qualcuno vuol far credere e per rimarcare  che piuttosto Paulo Sousa non è riuscito a preparare atleticamente in maniera adeguata i calciatori che aveva a disposizione.