I granata durante l’attuale stagione agonistica sono stati vittima di una serie di errori compiuti dagli arbitri e/o dai loro assistenti.
Sin dall’esordio in campionato la Salernitana non è stata certamente fortunata nelle scelte operate da quelli che una volta, per via del loro abbigliamento, venivano definiti gli “uomini neri” e che per i granata purtroppo hanno assunto altresì l’altra accezione attribuita a quest’espressione.
A Roma contro i giallorossi il 20 agosto scorso, quando il cronometro segnava l’81esimo minuto e la Salernitana conduceva meritatamente con il risultato di 2-1 grazie ad una splendida doppietta di Candreva, il guardalinee indicò la lunetta del calcio d’angolo quando l’ultimo a toccare la sfera era stato un uomo della formazione allenata da Mourinho. Dal successivo corner scaturì il gol del pareggio.
Solo due giornate dopo, il 3 settembre, a Lecce vi sono stati ben due episodi da rimarcare, ovvero un vistoso e grave fallo commesso dal già ammonito Banda ai danni di Lovato – che avrebbe dovuto comportare la seconda ammonizione per l’attaccante zambiano e quindi l’espulsione – e, inoltre, il dubbio calcio di rigore concesso ai salentini quando il risultato era ancora sull’1-0. Nella circostanza, un tiro di Strefrezza era stato intercettato in maniera del tutto involontaria da Cabral, che al momento dell’impatto si trovava molto vicino al punto in cui aveva battuto a rete l’attaccante italo-brasiliano.
Ma giĂ nel turno successivo si ripresenta un nuovo episodio che penalizza ulteriormente il non facile cammino dei granata nella stagione in corso: in Salernitana – Torino, a seguito di un ubriacante dribbling di Cabral, quest’ultimo viene spinto e calpestato da Bellanova. L’arbitro decreta addirittura una punizione a favore della squadra piemontese, senza che gli assistenti in sala var facciano nulla per far cambiare la decisione di Giuia.
A Empoli il 27 settembre, complice un regolamento poco chiaro, viene annullato un gol di Cabral, ritenuto dall’arbitro e dagli assistenti in fuorigioco. Su un lancio di un compagno di squadra l’attaccante capoverdiano va a rete. Al momento in cui è partito il passaggio, effettivamente Cabral si trovava oltre la linea difensiva empolese, ma nel corso della traiettoria del passaggio la palla viene intercettata da Ebuehi che cerca di stoppare il pallone, toccandolo altresì. Sembrerebbe una giocata o quanto meno un tentativo di giocata fallito goffamente dal giocatore nigero-olandese.
Il regolamento andrebbe precisato, perché la scelta compiuta dalla squadra arbitrale nella circostanza ha finito col premiare un errore tecnico compiuto dal difensore toscano. Probabilmente anche senza modifiche o precisazioni regolamentari il direttore di gara ed i suoi assistenti avevano gli strumenti per giudicare “giocata” quella di Ebuehi ed assegnare il gol.
Un cenno merita anche la disapplicazione del regolamento in occasione del secondo gol del Cagliari. Esso nasce dalla ripresa del gioco a centrocampo dopo la prima rete della Salernitana. Vi erano due giocatori del Cagliari ben oltre la linea di centrocampo.
In Salernitana – Napoli è stato evidente l’errore commesso dal guardialinee che, nello sviluppo dell’azione che poi ha portato al gol di Raspadori, non ha visto un evidente fuorigioco di Di Lorenzo. Il VAR da regolamento non è potuto intervenire in quanto lo stesso prevede che in caso di app (attacking possession phase) – ovvero di fase di recupero palla da parte della squadra difendente – è interdetta la possibilitĂ di interferire da parte degli assistenti in sala.
E’ auspicabile una modifica del regolamento che preveda un tempo entro il quale (ad esempio 60 secondi) dal momento dell’irregolarità al momento del gol entro il quale il VAR possa e debba comunque intervenire, indipendentemente da un eventuale nuovo possesso palla. Nel caso in ispecie resta comunque il palese ed evidente errore del guardialinee Liberti, sospeso poi per un turno dal designatore come punizione per l’errore commesso.
In ultimo, a Sassuolo è stato negato un penalty per evidente fallo di mano di Pinamonti. I commentatori di DAZN hanno asserito che l’attaccante del Sassuolo avrebbe cercato di spostare il braccio per evitare che il pallone ci sbattesse sopra, ma resta il fatto che Pinamonti non vi è riuscito poiché la posizione di partenza dell’arto era innaturale per chi è nella propria area di rigore.
Quanto esposto non deve costituire sicuramente un alibi giustificativo né delle mediocri prestazioni della squadra granata né dell’attuale situazione di classifica, ma è innegabile che qualora non vi fossero state le descritte sviste arbitrali la Salernitana non avrebbe occupato l’ultimo posto della graduatoria.
La societĂ ha giustamente scelto la linea del basso profilo in ordine a questi eventi, ma sarebbe un errore ritenere che il presidente Iervolino ed i suoi collaboratori non si siano fatti sentire nelle sedi e con gli uomini opportuni, pur mantenendo il garbo, la signorilitĂ e la riservatezza che costituiscono caratteri peculiari del presidente e del suo staff e che con il tempo porteranno i risultati auspicati.