La monografica sull’artista leccese Cristiano Pallara dà l’avvio al ciclo espositivo della Galleria “Civico 23 Art Space”, a via Parmenide n. 23 nel quartiere Mercatello di Salerno, dal titolo «Conoscenza Accidentale» che sarà visibile fino al 7 ottobre.
Pallara ha un lungo percorso di esposizioni in gallerie e fiere di respiro internazionale. La curatela della mostra è di Angelo D’Amato che in occasione della personale dell’artista ha scritto:
“A volte ci si chiede cosa si possa provare davanti ad un’immagine, ad un oggetto particolare, davanti ad un paesaggio o, altrimenti, all’interno di un ambiente che si reputi particolarmente suggestivo. Non è la solita domanda, spesso scontata, che prevede una risposta impersonale, direi semplicemente descrittiva, di ciò che ci sta davanti. Evidentemente c’è dell’altro dal momento in cui, al cospetto di determinate “visioni”, ci si sente investiti emotivamente da una condizione del tutto inaspettata.
E’ in un rapporto dialettico con ciò che ci circonda che ci sentiamo rapiti, senza volerlo si capisce, da una sensazione di piacere, di incanto, oppure di angoscia o, peggio, di frustrazione. Non si tratta di uno sguardo innocente, come ci ammonisce Gombrich, ma di uno sguardo profuso di quel piacere di vedere … A Georges Didi-Huberman Pallara sembra essersi rivolto specie se consideriamo il titolo della sua personale “Conoscenza Accidentale”, ripreso, appunto, da uno scritto del filosofo francese.
L’incipit della mostra prende spunto da un viaggio identitario fatto di immagini apparentemente slegate tra loro che esercitano, ciascuno a suo modo, una particolare forza intensiva, come mostrano momenti apparentemente insignificanti ma in sé colmi di un forte fascino evocativo. Immagini gravide di sensazioni diverse in un contesto topologico, dove foto/pitture rimandano ad un caleidoscopio di gesti, sorrisi e oggetti.
Le pitture dell’artista si articolano su un rapporto complesso ma affascinante che richiama ad un “tempo dello sguardo” dove rappresentazioni e simboli perdono quella stabilità, o se vogliamo quell’identità cristallizzata, per offrirsi al continuo cambiamento poiché sono fatte di quella materia che, inevitabilmente, ci induce a riflettere sulla capacità della pittura di creare “montaggi”, la cui caratteristica è quella di mutar pelle ogni volta, grazie ad improbabili accostamenti che in alcuni casi sfuggono al controllo razionale dell’artista.”
Quelle di Pallara sono immagini simbolo che seguono non tanto la temporalità cronologica quanto affettiva. Slabbrate ed abbozzate, alludono tanto al suo retroterra biografico quanto alla lettura di chi guarda che vi può leggere momenti della sua storia. Questo viaggio pittorico è una avventura dove lo sguardo, può mettere in discussione ogni certezza abbandonandosi all’improbabile e all’effimero.