Atto primo – scena iniziale di una delle commedie più belle del grande Eduardo De Filippo.
Il bravissimo Carlo Lima nel ruolo di Amedeo, figlio di Gennaro Jovine interpretato da Eduardo, così parla:
“Se uno vedesse che la classe dirigente filasse dritto, allora sarebbe l’uomo più malamente a parlare così.
Ma quando tu vedi che chi deve dare il buon esempio è solo un mariuolo, allora pensi: Ma lo sai che c’è? Fotti tu che fotto pur’io.. si salvi chi può!“
Sono trascorsi quasi 80 anni dalla prima rappresentazione teatrale di Napoli milionaria, avvenuta il 15 marzo del 1945 al Teatro San Carlo di Napoli. Eppure, il contenuto di quei dialoghi è ancor’oggi di grande attualità.
La nostra classe politica, d’altra parte, non ha certo dato di sé una bella immagine negli ultimi decenni.
Pochissime sono le eccezioni. Fra queste mi piace ricordare il Presidente emerito della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, scomparso ieri 22/09 all’età di 98 anni.
È pur vero, purtroppo, che la società di oggi si è parecchio liquefatta e con essa tutti quei valori di onestà, sacrificio e dignità che i nostri nonni e genitori hanno sempre cercato d’infonderci.
Il Governo Meloni ha stabilito un insieme articolato di misure identificato unitariamente con la denominazione di Tregua fiscale.
La legge 197/2022 dà la possibilità di pagare in forma agevolata i debiti affidati in riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, anche se ricompresi in precedenti Rottamazioni che risultano decadute per mancati pagamenti.
Il 30 settembre è una data da ricordare per la Rottamazione quater.
Entro tale data, infatti, la Riscossione provvede ad inviare a chi ha già presentato la domanda di adesione il prospetto informativo con tutti i dettagli per i pagamenti.
Si consente di versare il solo importo del debito residuo senza corrispondere le sanzioni, gli interessi di mora e l’aggio.
Sarà possibile pagare in un’unica soluzione o in un massimo di 18 rate in 5 anni.
In generale, tutte le misure inserite nella Tregua fiscale permetteranno ai contribuenti di definire con modalità agevolate la pretesa tributaria. Potranno far finalmente pace con il fisco!
In verità, in Italia una vera e propria guerra all’evasione non c’è mai stata.
Nel nostro Paese ogni anno il valore dell’evasione supera gli 80 miliardi di euro!!
Qui in Campania e soprattutto nelle zone più interne come le province di Benevento e Avellino, ci sono moltissimi artigiani e commercianti che non ricordano più se l’acqua del mare è bagnata!
Troppo tempo, infatti, è passato dall’ultima volta che si sono concessi questo lusso.
In compenso, però, ogni mattina hanno alzato la propria saracinesca e a fine mese hanno sempre pagato tutti i loro debiti.
Penso che tutti i condoni siano dannosi per il nostro sistema Paese.
Non serve scomodare la Costituzione e i suoi articoli per capire che le minori entrate dello Stato comportano anche minori servizi resi alla collettività, a danno soprattutto dei soggetti più fragili.
La concorrenza sleale di operatori economici non in regola con i tributi, inoltre, distrugge il mercato!
Questi pseudo imprenditori potranno offrire alla propria clientela prodotti e servizi ad un prezzo molto più basso rispetto a quello praticato da tutti gli altri.
Un Paese serio dovrebbe diffondere un diverso messaggio: i debiti vanno sempre onorati!
E’ giusto soccorrere chi è in difficoltà, ma bisognerebbe anche premiare chi è stato più bravo di altri a far quadrare i conti.
Si potrebbe, ad esempio, ridurre la base imponibile di chi possiede una storica regolarità fiscale e contributiva.
I vantaggi per questi imprenditori virtuosi, insomma, dovrebbero essere maggiori e in misura più che proporzionale rispetto ai vantaggi ottenuti da chi ricorre ai vari escamotage o aiuti di Stato.
In assenza di queste misure premiali, i condoni sono anche altamente diseducativi!
I bravi ed onesti operatori economici, che per fortuna rappresentano ancora la stragrande maggioranza nel nostro Paese, potrebbero una mattina svegliarsi e dire:
“Ma lo sai che c’è? Fotti tu che fotto pur’io.. si salvi chi può!”