La “flessibilità di una canna di giunco” è la qualità che è stata riconosciuta alla scrittura lirica di Maria Teresa Tedde e nelle sue poesie l’immagine ricorrente delle canne al vento è una chiara eco della letteratura della sua terra che ha la massima rappresentante in Grazia Deledda.
L’ultima raccolta poetica della scrittrice sarda che è stata curata in termini grafici dall’artista Enzo Bianco, sarà presentata il 28 settembre da Marisa Barbato presso la galleria Barbato di Scafati nell’ambito del ciclo 2023 di presentazioni letterarie.
“La poesia della Tedde – secondo Stefania Romito nel testo critico di presentazione all’opera – si appropria delle tematiche del vivere per analizzarle dal di dentro in una fenomenologia che rifugga la razionalità. Il suo illuminante occhio indagatore ci indica la via della malinconia che non è mai rassegnazione, la strada da percorrere in cui ogni nuova esperienza diventa opportunità per migliorare noi stessi”.
Una poesia speculativa, quasi filosofica è quella che ci mostra l’autrice sarda e fortemente anche attenta alla psicologia umana. Pur partendo spesso da spunti autobiografici la poetessa riesce a rendere collettiva, universale la sua riflessione ed accanto ai versi affianca anche la prosa narrativa di racconti brevi.
La sua Sardegna traspare costantemente come uno sfondo irrinunciabile dei suoi quadri lirici, uno sfondo animato da emozioni profonde, ricordi riaffioranti, esperienze vissute con intensità, piccoli flash di vita. La sua è una spiritualità non strettamente religiosa ma esistenziale, ontologica, è accettazione del dolore, della difficoltà dell’esistenza, è lotta, è coraggio.
Molti anche i riferimenti all’attualità di sangue, di guerre, di femminicidi. Ma è la resilienza la parola che aleggia ed unifica tutte le sue parole, una resilienza che si fortifica e si costruisce anche grazie alla poesia nella quale Tedde ci invita a credere e forse ad affidarci.
“I poeti dice nella prefazione – non hanno maschere, non ingannano: esprimono sé stessi e anche i tormenti scompaiono…” Poesia non è solo scrivere ma anche vedere le cose e vivere in un certo modo. Ci invita a volare alto sulla mediocrità del mondo e proprio per questo ad accettarlo. Ci invita a riscoprire i ritmi lenti dell’esistenza contro la velocità della tecnologia e la comunicazione da socials.
Non “versi liquidi” come gli amori liquidi da buttare giù e lasciare scorrere e disperdere senza memoria emotiva.