Stasera, 2 settembre 2023, alle ore 21, si terrà presso la Parrocchia S. Maria delle Grazie a San Gregorio Matese (CE) la presentazione del libro “La ricchezza della pecore. Clero, matrimoni e fame nel Settecento del Matese”.
L’autore dell’opera è Alberico Bojano, medico chirurgo e giornalista pubblicista. La sua carriera letteraria è arricchita da numerosi volumi e contributi in studi storici, tra cui “Briganti e senatori” (Alfredo Guida Editore, 1997), “Gioacchino Toma” (Guida Editori, 2017) e “Squarci di Vita Brigante” (Photocity, 2011).
Durante la presentazione del libro, l’autore sarà affiancato da due relatori: Giuseppe Castrillo, studioso di civiltà letterarie e specialista in comparativismo nella letteratura dell’Ottocento e del Novecento meridionale post-unitario, e Luca Di Lello, addetto ai servizi bibliotecari della Biblioteca Diocesana di Piedimonte Matese e studioso di letteratura del Novecento.
Il libro, come spiegato dalla sinossi in seguito riportata, propone un’attenta analisi della trasformazione socio-economica di San Gregorio Matese, un villaggio rurale nell’entroterra montano del Regno di Napoli tra il XVII e il XIX secolo. Attraverso la contestualizzazione storica, l’analisi delle dinamiche economiche, l’identificazione dei protagonisti, l’utilizzo di fonti d’archivio inedite e la descrizione degli eventi significativi, l’opera si prefigge di dipingere un ritratto dettagliato e accurato della vita e delle evoluzioni di questo villaggio nel corso dei secoli:
Un quadro della società e dell’economia del Regno di Napoli tra Seicento e Ottocento, osservato attraverso le trasformazioni di un villaggio rurale dell’entroterra montano di Terra di Lavoro, prototipo della marginalità di quei tempi. Tra pastori e contadini di San Gregorio Matese, per secoli sottomessi al potere abbaziale e feudale, alcuni hanno la capacità di arricchirsi. L’abilità armentizia con la transumanza nei pascoli della Dogana di Foggia schiude nuovi orizzonti a massari e negozianti, che tessono rapporti oltre le mura paesane, dalla Campania al Molise alla Capitanata. Involontari protagonisti di una micro-storia soggetta agli influssi dei grandi eventi, in un percorso accidentato lungo il quale fare i conti con epidemie e carestie, rivoluzioni, terremoti e nuovi re, animati dall’anelito di affrancamento dalle tasse del clero e del feudatario Gaetani d’Aragona.
Molti cadono, pochi hanno l’agio di erigere palazzetti a San Gregorio, Piedimonte e Napoli, dove crescono medici, avvocati, speziali e notai che incrociano le figure di Giuseppe e Biase Zurlo, Davide Winspeare, Giuseppe Poerio, Philipp Hackert e Andrea Valiante.
Inediti materiali d’archivio rivelano due secoli di emancipazione tramite pecore e terre. Finché la spallata riformatrice francese crea la Comune, esautora il controllo anagrafico del clero e annienta la feudalità, intanto che scorre il sangue del primo brigantaggio.
Il libro termina con la cesura restaurativa del 1815, quando i sodalizi familiari cedono il passo alle fazioni ideologiche, e dalle ceneri del sistema doganale pugliese nasce il settore terziario. Con la prospettiva degli ottocenteschi eventi rivoluzionari e poi unitari cui il paese non sarà estraneo.