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Autore: Domenico Della Monica
Ricordo che quando lessi, da ragazzo, per la prima volta, il romanzo di Dumas, mi chiesi: come riuscì l’autore a far sì che Edmond Dantés, un marinaio povero e ignorante, fuggisse da una fortezza impenetrabile per poi trasformarsi in uno degli uomini più ricchi e più colti del suo tempo? Dumas era ricorso ad una soluzione a dir poco geniale. Quando Dantés venne rinchiuso nel Castello d’If – vittima di una condanna per gli intrighi di tre nemici – lì languiva da molti anni l’abate Faria, personaggio chiave del romanzo, uno degli uomini più colti e illuminati dell’epoca. Quel vecchio…
Roma ha conosciuto molte rivolte nel corso della sua storia, ma poche hanno fatto tremare la Repubblica quanto quella guidata da Spartaco. Un uomo, uno schiavo, un gladiatore capace di sfidare il potere della più grande potenza del mondo antico. L’evasione che cambiò tutto È una notte d’estate del 73 a.C. Settanta uomini scivolano silenziosi fuori dalla scuola dei gladiatori di Gneo Lentulo Batiato, a Capua. Sono schiavi addestrati a combattere, a uccidere per il divertimento della folla. Ma quella notte, il loro obiettivo è un altro: la libertà. Li guida un trace, un uomo dal fisico possente e dal…
Ogni qualvolta ritorno a Ferrara, mi stupisco sempre, invariabilmente: nella città estense di Bassani non è cambiato niente, o quasi. Ad esempio, scopro sempre quelle stesse luci dalla patina antica, quei crepuscoli sfumati. Sempre quei colori languidi, un po’ estenuati nella bruma, di rosso mattone, verde vegetale e cielo che si perdono in fondo alla morbida curva di Corso Giovecca. Anche Corso Ercole I d’Este, la splendida strada gentilizia che scende dal Castello alle Mura, conserva sempre l’acciottolato antico: ed è proprio merito di Bassani che, molti anni fa, riuscì ad impedire che i ciottoli fossero sostituiti dal bitume. Corso…
Il 28 settembre 1571 nasceva uno dei geni della pittura di tutti i tempi: Michelangelo Merisi da Caravaggio. Ma oltre 450 anni non sono stati sufficienti a svelare e a precisare la sua vita e la sua personalità, che restano avvolte in gran parte in un fosco mistero. Si sa con certezza che fu un “seminator di scandali e di scisma”, “torbido e contentioso” e che fu, infine, assassino. Ma la parte più profonda e importante di lui, e cioè il perché, il nodo diremmo, del suo genio e delle sue passioni, resta un enigmatico e affascinante interrogativo, come vedremo…
Michelangelo Merisi, detto Il Caravaggio, trascorse da fuggiasco gran parte della sua breve esistenza: da Milano a Roma, a Napoli, a Malta, in Sicilia. Braccato, inseguito da una condanna a morte per omicidio o da sicari prezzolati decisi ad ammazzarlo. Non siamo certi sul suo luogo di nascita. Per molti studiosi è nato, il 29 settembre 1571, a Milano, nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo. Per altri il luogo di nascita è Caravaggio, piccolo comune della Bergamasca ad un tiro di schioppo da Treviglio; lo dimostrerebbe un documento che dice “Carraca oppido vulgo de Caravagio in longobardis natus”. Comunque…
Quando Leopardi immaginò “l’Infinito” era probabilmente accovacciato a ridosso della siepe, alta quanto bastava per impedirgli lo sguardo su “tanta parte dell’ultimo orizzonte”, sul dolce paese che lo circondava da ogni parte, come un mare. Per pensare l’Infinito aveva bisogno di avere intorno a sé un confine, un muro, una siepe: aveva bisogno di sentirsi chiuso in un carcere immaginario, e solo dietro il quale, come il prigioniero più desideroso, poteva immergersi negli spazi infiniti. Ci si potrebbe chiedere: perché mai Leopardi si era allontanato da casa, aveva attraversato la campagna, salito sul colle? Non era sufficiente la sua stanza?…
Giacomo, Taldegardo, Francesco, Salesio, Saverio, Pietro Leopardi di san Leopardo nasce a Recanati il 29 giugno 1798 dal conte Monaldo e dalla marchesa Adelaide Antici. Ben presto Giacomo esprime le classiche doti dell’enfant prodige: a 10 anni traduce Omero, a 15 gode fama di classicista e filologo. Dovrebbe avere tutte le ragioni di questo mondo per essere soddisfatto. Invece non lo è affatto. Colpa della cattiva salute, del rachitismo congenito, della malattia agli occhi? Sarebbe una giustificazione ben misera alla grandezza del pessimismo leopardiano. Anche se questa, dopo essere stata un’accusa precisa di Niccolò Tommaseo al poeta durante il soggiorno…
L’uomo venuto dal Nord s’innamorò del profondo Sud. Il torinese Carlo Levi, in Lucania, vi arrivò nel 1935 ammanettato e scortato dai carabinieri. In borsa aveva un volume di Montaigne e nel cuore l’orrore per quei luoghi primitivi e arcaici dove il fascismo lo confinava. Ma solo un anno dopo, il pittore e medico che, costretto dalla necessità, aveva cominciato a curare i malati in quei posti desolati, il militante politico di formazione liberale e gobettiana, si era ricreduto. Nel 1936, quando lo lasciò, il Meridione gli appariva il contrario della prima impressione: un paradiso perduto. A Firenze tra il…
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